Concetti Chiave
- Giovenale utilizza la satira come strumento per denunciare i vizi di Roma, distinguendosi da Orazio con un approccio più indignato e meno costruttivo.
- Scrive 16 satire in esametri, suddivise in 5 libri, criticando la letteratura del tempo che si rifugia in miti lontani dal presente.
- Abbandona la tradizione morale della satira latina, esprimendo sdegno verso una società corrotta e ingiusta, senza risparmiare nessuno.
- Critica vari gruppi sociali, inclusi i nuovi ricchi, i liberti, gli orientali e le donne emancipate, con un atteggiamento che sembra democratico ma nasconde disprezzo per il volgo.
- Il suo stile si discosta dalla satira precedente, adottando un tono grandioso e solenne per riflettere l'indignazione verso una realtà deformata e corrotta.
Giovenale, Decimo Giunio
La satira per Giovenale e Persio era arma per denunciare i vizi in cui era caduta Roma. Con l'indignazione, l'invettiva. Si erge a censore morale dei vizi della società mettendo in atto procedimenti evitati da Orazio [conversazione costruttiva; guardava ai vizi per ridere e far sorridere;
comunicazione autore-lettore, rendendo quest'ultimo partecipe: tutto ciò scompare con Giovenale]. Scrive 16 satire in esametri, divise in 5 libri. Si scaglia contro la letteratura del tempo che si rifugia in un passato lontano (mito) per lui dal clima attuale. L'indignazione è la musa del poeta; la satira è il tipo di poesia più adatta ad esprimere il suo disgusto. C'è uno scarto rispetto alla tradizione satirica latina. Diversamente da altri non crede che la poesia possa essere funzionale all'uomo, giudicato preda inevitabile della corruzione. Rifiuta di uniformarsi al patrimonio della tradizione della diatribica cinico-stoica [riferimento a serie di valori del giusto mezzo e ad una serie di problemi. Aveva insegnato di restare indifferenti alle cose esteriori, coltivando le cose interiori, l'ironia e autosufficienza del saggio. Il patrimonio morale]. La morale consolatoria è sostituita dallo sdegno dell'uomo offeso che vede l'ingiusto trionfante sul giusto e penalizzati i meriti. Giovenale guarda in modo indignato la società come una tragedia di maschere grottesche. Una società perversa che ha stravolto i ruoli sociali: la nobiltà, che dovrebbe promuovere e proteggere la cultura, si è ormai abbrutita. Non risparmia nessuno, si accanisce su figure nuove della metropoli: i nuovi ricchi, i liberti troppo potenti, gli orientali astuti e intraprendenti. Anche le donne: quelle emancipate e libere impersonificazione lo scempio del pudore. Sembra avere atteggiamento democratico, ma è illusorio perché al di là della solidarietà verso gli emarginati, ma disprezza il volgo con un misto di orgoglio intellettuale e nazionalismo. Gli orientali loschi danneggiano i clientes romani, tolgono loro lavoro. Idealizzazione nostalgica del passato, il rifugio in esso, dominato da moralità e mos maiorum, sembra l'unico esito cui l'indignatio può portare. Nella seconda parte (ultimi due libri) cambia l'atteggiamento con una progressiva rinuncia alla violenza dell'indignatio per rifugiarsi in atteggiamento moderato, rassegnato di fronte alla corruzione. Si aprono crepe e in certi passi torna il furore.
Stile:scarto notevole rispetto a satira precedente, il cui oggetto erano le occasioni di ogni giorno con tono familiare. In Giovenale quando la realtà assume caratteri deformati anche la satira deve adattarsi, anche stilisticamente, con caratteri grandiosi. Non è uno stile dimesso, ma proprio di elementi opposti (epica e tragedia di cui rifiuta la finzione, ma l'altezza di tono e lo stile sono direttamente proporzionali all'indignatio, aprendola alla tragedia, sia per i contenuti che per la stile. Fa ricorso ad uno stile solenne proprio quando tratta momenti bassi, con il contrasto parole alte-oscene, toni aulici-plebei. C'è un dominio di enfasi declamatoria e di tono invettivo.
Domande da interrogazione
- Qual è l'obiettivo principale della satira di Giovenale?
- In che modo Giovenale si differenzia dalla tradizione satirica latina?
- Come cambia l'atteggiamento di Giovenale nella seconda parte delle sue satire?
- Quali sono le caratteristiche stilistiche della satira di Giovenale?
L'obiettivo principale della satira di Giovenale è denunciare i vizi della società romana con indignazione e invettiva, erigendosi a censore morale.
Giovenale si differenzia dalla tradizione satirica latina rifiutando la morale consolatoria e adottando uno sdegno verso la corruzione, vedendo la società come una tragedia di maschere grottesche.
Nella seconda parte delle sue satire, Giovenale adotta un atteggiamento più moderato e rassegnato di fronte alla corruzione, pur mantenendo momenti di furore.
La satira di Giovenale è caratterizzata da uno stile solenne e grandioso, con un contrasto tra parole alte e oscene, e un tono invettivo ed enfatico.