Concetti Chiave
- Giovenale utilizza la sua satira come sfogo diretto della sua indignazione, senza preoccuparsi della qualità formale dei suoi versi.
- Il poeta critica una società corrotta, attribuendo la decadenza culturale e sociale al denaro e all'afflusso di stranieri.
- Giovenale percepisce Greci e Orientali come invasori privi di scrupoli che hanno alterato la società romana.
- Gli epigrammi, originariamente legati a occasioni specifiche, si sono evoluti in una forma letteraria autonoma.
- Marziale utilizza i suoi epigrammi per dilettare il lettore, trattando temi leggeri, storici, amorosi e talvolta licenziosi.
Con il verso "si negat natura, facit indignatio verso" Giovenale spiega cosa vuole ottenere con le sue satire. Egli si dichiara incurante della qualità formale dei suoi versi, che pretendono di essere lo sfogo diretto e immediato della sua indignazione, la sua satira è disumana, violenta, sanguigna. A dettare i versi è la stessa "indignatio", che ha come bersaglio una società corrotta e intrisa di vizi, per scrivere satira non occorrono doti naturali.
Giovenale individua la causa della decadenza culturale e sociale del suo tempo nel denaro e nell'afflusso di stranieri.
Gli "epigrammi" originariamente avevano un nesso con la specifica occasione per cui venivano composti, si trattava di lastre tombali offerte votive o monumenti commemorativi. Progressivamente si sviluppò un distacco dall'oggetto fisico e l'epigramma si sviluppò come forma letteraria autonoma. Marziale con i suoi epigrammi compiange fanciulli o fanciulle scomparsi, rievoca episodi storici o di attualità o addirittura esprime un tema amoroso, non di rado anche omosessuale e licenzioso. Lo scopo del poeta è il diletto del lettore: quella di Marziale è una poesia "leggera", nugae.