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Senofane

introduzione:

Oltre l'Egeo, anche in Magna Grecia c'era un vivace stimolo alla composizione di elegie
simposiali e,soprattutto, alla Filosofia. L'anello di congiunzione tra queste due sfere fu
Senofane, nato a Colofone (Ionia, in Grecia) e vissuto a Elea(Velia, in Campania.), dove
conobbe il pensiero Parmenideo.

Un personaggio eclettico:
Nasce nel 565 a.c a Colofone, ma fu costretto ad allontanarsi dalla madre patria in seguito alla cacciata da parte dei Persiani (540 o 555.

a.c). Ciò lo spinse ad essere un poeta itinerante per il Mediterraneo e in particolar modo per le città più prospere dell'Italia meridionale (Siracusa, Catania, Zancle, Elea), brulicante di scambi culturali fra Greci, Fenici e Italici.

In Senofane vivono ben 3 personalità:

1) quella di poeta elegiaco: scrisse componimenti per il Simposio (vedi frammento 1 e 2)
2)quella di rapsodo : scrisse poemi epico storici purtroppo perduti.
3) quella di filosofo : scrisse poemi sulla natura e sulla religione (vedi frammento 6).

L'autore attraverso le opere studiate:
fr.1 G.P.=1 W. : ''Come si inizia un simposio'': Si tratta di un carme elegiaco in cui vengono descritti i momenti fortemente ritualizzati del Simposio. L'elegia ripercorre, quasi ''cinematograficamente'' e cronologicamente le scene tipiche di preparazione al simposio, tanto da ricordare una vera e propria opera d'arte (vedi ''la tomba del tuffatore-pannello del simposio'' )
-vv.1-3 la pulizia delle coppe e del pavimento
(preparazione al simposio).
-vv 4-10 l'incoronazione e la profumazione dei
coppieri,la disposizione delle bevande e del cibo (miele,formaggi,pane) avvolti da
un'atmosfera piacevole e inebriante.
-Dal v.12-14, con l'intonazione dell'inno, i
simposiali possono ufficialmente iniziare a bere con assoluta moderazione:
l'ubriachezza è,dunque, l'abbandono della saggezza e della virtù. I momenti, come si può ben notare,seguono una CLIMAX dal momento più basso a quello più alto, che corrisponde a quello della bevuta di vino.
Alla moderazione corrisponde il rifiuto dell'epica nel repertorio dei canti da eseguire (21-24). '' Le lotte tra Titani o dei Giganti o dei centauri , invenzione degli antichi'' . Con quest'espressione dissacrante Senofane si mostra ostile all'epos precedente, dunque ad Omero e Esiodo, ritenendo le loro ''invenzioni'' inutili alla collettività.

'' Si deve bere quel tanto che ti faccia tornare a casa senza chi ti sorregga, sempre che tu non sia proprio vecchio ''. (17-18)

Il topos della vecchiaia derisa , intesa come mollezza, abbandono di virtù e vigore, è tipico d'altronde anche negli altri poeti elegiaci studiati.

Fr 2 G.P=2 W: in questo frammento Senofane assume un atteggiamento dissacrante ( quasi ''giambico''), nei confronti di un ideale caro ai Greci: l'abilità ginnica.
Per il poeta, infatti, è molto più utile alla polis la sapienza, per la quale il cittadino dovrebbe essere onorato più di un atleta, con il riconoscimento e la concessione di premi.
Anche Tirteo condivideva quest'idea, ma Senofane mostra maggiore aggressività nei toni con i quali la esprime, affermando che è ''segno di trascuratezza premiare gli atleti''.

'' Poiché anche se c’è tra i cittadini un abile pugile o qualcuno che eccelle nel pentatlon o nella lotta....Non per questo la città vive in un ordine migliore'' = La dimostrazione della forza fisica è, per Senofane, inutile.

fr.6 G.P.=7-7a W. : ''L'amico reincarnato nel cagnolino'': In questo frammento,in parte mutilato,
emerge l'altra faccia della medaglia , quella che accosta il Senofane poeta al
Senofane pensatore. Risulta chiaro,dunque, il peso della filosofia pitagorica , dalla
quale infatti apprende la dottrina della Metempsicosi. L'anima dell'amico
reincarnata nel cagnolino è, infatti, l'esempio calzante.
I toni utlizzati portano al lettore riflessione e compassione, strumenti dell'anima,dunque, necessari per poter capire il pensiero filosofico .
''Smetti di batterlo, perché è l’anima di un amico che ho riconosciuto sentendolo abbaiare'' (v.4-5).

I SILLI: E' un genere del quale Senofane era ritenuto l'iniziatore. In esso il poeta ripone tutta la carica satirica e pariodica nei confronti della figura di Omero già tipica,a
tratti, nei giambografi (Archiloco,per esempio)
Il poeta nel fr. 15 G.p critica aspramente Omero ed Esiodo, poichè hanno attribuito agli dei i peggiori comportamenti umani.
Questo atteggiamento dissacrante nei confronti dell'epica antica verrà ripreso da Platone che bandirà Omero dalla sua città ideale.(IV sec. a.c)

Inoltre, Senofane attacca la religione tradizionale, attraverso un razionalismo dissacrante
che mette in ridicolo l'antropomorfismo delle divinità dei popoli stranieri.
'' Gli Etiopi affermano che i loro dèi sono neri e camusi, i Traci che hanno gli occhi azzurri e i capelli rossi.'' Fr 14.

In particolar modo, sempre circa la critica alla religione velata dall'ipocrisia umana ,troppe volte associata all'Umano , Senofane dice:
''..Ma i mortali si immaginano che gli dèi siano nati e che abbiano abiti, linguaggio e aspetto come loro.''- Fr. 12.
'SULLA NATURA'': Circa quest'opera filosofica, di dubbia attribuzione, è interessante
analizzare il Suo rapporto con la filosofia di Parmenide e Anassimandro e il suo
sguardo, quasi moderno, da accurato fisico e teologo sull'origine della vita. Per Senofane gli esseri viventi deriverebbero dal fango, mentre dal mare si sarebbero
originate le nuvole , i fiumi e i venti. Il creatore e organizzatore di questo mondo sarebbe stato un Dio unico, eterno,immutabile,uguale in tutte le sue parti (è come
l'Essere Parmenideo).
Dal punto di vista fisico, Senofane ritiene che la Terra sia finita nella parte superiore e infinita in quella inferiore:
'' Questo limite superiore della terra lo vediamo ai nostri piedi che tocca l’aria, e quello inferiore invece si stende all’infinito.'' FR 24.
Affinità di Senofane:
Il suo poema ''Sulla Natura'' ha reso Senofane protagonista di studi per capire in che rapporto sia stato con Parmenide.
Nel IV sec. a.c si riteneva che Senofane fosse stato maestro di Parmenide e fondatore della scuola elatica, ma la critica moderna ha messo in discussione questa tesi; la figura del poeta di Colofone andrebbe analizzata in quanto strettamente collegata alla filosofia Ionica e ad Anassimandro, suo maestro.

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