In questo appunto viene descritta la tragedia di Eschilo, le Eumenidi, che fa parte della celebre trilogia dell'Orestea, la quale è considerata come uno dei capolavori letterari di Eschilo. Si riportano anche delle informazioni biografiche di Eschilo.
Indice
Eschilo di Euforione
Eschilo fu un Ateniese che nacque ad Eleusi nel 525 da una famiglia nobile. Quando era giovane assistette alla cacciata dei Pisistratidi ed all’instaurazione della democrazia per opera di Clistene; partecipò poi alle guerre persiane combattendo a Maradona, a Salamina e forse anche a Platea. Nonostante avesse origini aristocratiche manifestò fin da subito una simpatia per il partito democratico e i suoi esponenti: Miliziade, Temistocle e Pericle. Come anche altri poeti greci prima di lui, Eschilo trascorse a più riprese alcuni periodi in Sicilia, alla corte di Ierone di Siracusa. Quando vi si recò per la prima volta, intorno al 475 a.C., partecipò alla rappresentazione delle Etnee, le quali celebravano la fondazione di Etna, Mentre la seconda volta per la rappresentazione della trilogia dell’Orestea, sempre voluta da Ierone.
Eschilo durante la sua vita con il suo lavoro di tragediografo ottenne 13 vittorie nei concorsi tragici, la prima di queste fu nel 484 a. C. . Sempre durante la sua esistenza portò in scena 90 tragedie di cui ci sopraggiungono 79 titoli, sette tragedie complete e numerosi frammenti. Inoltre Eschilo compose un gran numero di drammi satireschi che riscossero un grande successo.
Le innovazioni teatrali di Eschilo furono diverse, tra queste sicuramente il fatto che fu il primo ad aumentare a due il numero degli attori, a ridurre le parti del coro e a conferire un ruolo più rilevante alla parola.
Dunque il tragediografo modificò la forma originaria dello spettacolo, ovvero quella che prevedeva un semplice dialogo tra un personaggio e il coro, al posto di questa introdusse un’interazione tra i due attori accompagnata dalla voce del coro che poteva intervenire con battute proprie oppure commentare le vicende. Per queste innovazioni si ritiene che egli sia il padre della tragedia greca.
Eumenidi
“Eumenidi” fa parte della trilogia dell’Orestea, rappresentata nel 458 alle grandi Dionisie. Questa è l’unica trilogia che ci è pervenuta interamente ed è formata da “Agamennone“, “Coefore“ ed “Eumenidi”.
Quest’ultima opera è l’ultima della trilogia e rappresenta la vicenda della punizione che spetta ad Oreste secondo le Erinni per aver compiuto un matricidio; questa non verrà attuata, perché il tribunale e la dea Atena interverranno in difesa di Oreste, assolvendolo.
Trama delle Eumenidi
Nell’ultimo dramma della trilogia, Eumenidi, la scena cambia: non siamo più ad Argo bensì a Delfi, dove Oreste viene attaccato dalle Erinni, le quali costruiscono il coro, per l’uccisione di sua madre Clitemnestra.
Dunque Oreste, su consiglio di Apollo, si è presentato al tempio di Atena, situato sull’acropoli di Atene, per chiedere di essere purificato per il suo peccato. Le Erinni lo circondano intonando un canto che lo intrappola.
Queste ultime proclamano il loro diritto di perseguitare e punire chiunque si sia sporcato le mani con il sangue di un familiare e lamentano che il figlio di Latona si opponga al loro compito, pretendendo di salvare Oreste. La Moira stessa aveva assegnato loro questo compito e nessuno che abbia compiuto un omicidio ai danni di un congiunto può sottrarsi alla punizione.
Il canto delle divinità, “L’inno che incatena alla mente”, si sofferma particolarmente sull’impossibilità per l’assassino di sfuggire alla vendetta delle Erinni, la cui dignità di Dee consiste proprio nella funzione sacra della punizione, alla quale Oreste, avendo ucciso sua madre, andrà incontro. In questo primo stasimo le Erinni intonano un terribile canto di morte danzando intorno a Oreste.
L'azione nella tragedia
L’azione nelle Eumenidi quindi si sposta nuovamente, questa volta per giungere sulla collina dell’Areopago, sotto l’acropoli di Atene.
Atena presiede una giuria formata da 12 membri ed entra in scena, accompagnata da 11 giudici, da un araldo, un trombettiere e dal popolo di Atene. Successivamente entrano in scena le Erinni ed Apollo. Oreste confessa l’omicidio della madre, ma dichiara di averla uccisa secondo giustizia, ovvero ottenendo il sostegno di Apollo. Atena dunque invita i giudici a scegliere e promette che se gli Areopagiti osserveranno in futuro l’obbligo di giudicare secondo giustizia, saranno coloro che salveranno per sempre la città. Quindi gli undici giudici si recano a deporre i loro voti nell’urna, Atene si aggiunge con il suo voto. Dopo lo spoglio dei voti la Dea proclama la parità di voti e l’assoluzione di Oreste dall’omicidio commesso.
Le Erinni protestano reagendo alla sentenza dell’assoluzione di Oreste con urla di disperazione e minacce nei confronti dell’Attica, lamentando la violazione dell’antica legge che impone una vendetta e pena per i reati di sangue, basata sulle tradizioni del genos. Atena riesce a calmare le dee, promettendo loro onori particolari e che l’associazione al suo culto ed a quello degli altri Dei protettori della città. Finalmente le Erinni acconsentono a ricevere le offerte di Atena e promettono la loro protezione alla città. Il dramma delle Eumenidi dunque si conclude con una solenne processione che accompagna le antiche dee, adesso divenute “le Benevole”, nella sede destinata al culto di Atene.
Analisi sulla figura delle divinità delle Eumenidi o Erinni
I compiti delle Eumenidi non sono soltanto inerenti ai delitti di sangue, ma si estendono ad un ordine più ampio di giustizia secondo la tradizione antica religiosa. La loro funzione nelle “Eumenidi” è più importante rispetto a quella che avevano nel “persiani”, “supplici” e “Prometeo”.
Sono divinità molto antiche che appartengono alla fede popolare e uno dei temi più importanti di questa tragedia eschilea è il conflitto tra diverse divinità: Apollo ed Erinni.
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