Omero – La virtù degli eroi dell’Iliade e dell’Odissea
I protagonisti dei poemi di Omerosono dei nobili nel senso che il termine aveva ad Atene. Essi sono i migliori perché si possono vantare di una genealogia che risale fino agli dei dell’Olimpo e la loro occupazione principale è la guerra che egli combatte in prima fila, per il suo onore. Il combattimento acquista il valore di sfida personale come nel caso del duello fra Ettore e Achille. Nella guerra,l’eroe ricerca anche un bottino, perché altrimenti ne andrebbe del suo sistema familiare, che i Greci chiamavano “oikos”.
Se in lui esiste la solidarietà è perché essa è dettata da legami di sangue. Anche l’ospitalità crea legami duraturi tra le diverse famiglie degli aristocratici; essa impegna in una sorta di fedeltà reciproca che va al di là del singolo individuo e della generazione.Nella società degli eroi omerici, il re ( chiamato basileus) è il primo fra tutti gli aristocratici e il suo potere non è oggetto di eredità. Infatti, quando Ulisse scompare per 10 anni, occupato nelle sue peregrinazioni per mare, a Itaca, il potere regale viene conteso fra i nobili pretendenti (i Proci) e, né il figlio Telemaco, né il padre Laerte hanno diritto di succedergli sul trono. Il re può convocare l’assemblea quando lo ritiene opportuno. Nell’assemblea del popolo degli uomini liberi, egli può esprimere la propria opinione, pur rispettando dei limiti ben individuati. Il mondo degli eroi omerici si basa su due valori: quello religioso e quello sociale. Il primo comporta il rispetto degli dei, la cui collera è sempre pronta a minacciare l’equilibrio della comunità e del singolo individuo; quando il combattimento è concluso, inizia il periodo dei riti: sacrifici, consultazione degli oracoli, preghiere, libagioni varie, offerte rese utilizzando il bottino strappato al nemico, riti funerari. Per quanto riguarda il valore sociale, l’eroe esiste soltanto nel riconoscimento e nella memoria della comunità in cui vive, come guerriero valoroso, come capo attento, come ospite generoso o come concorrente leale nelle eventuali gare. Per l’eroe omerico, il coraggio l’onore sono molto più importanti di ogni altra virtù; questi due aspetti della sua vita lo possono condurre fino alla morte, ma poco importa, perché così egli conquisterà la gloria eterna. Un esempio significativo di questo concetto ci è dato da Achille: egli sceglie di morire giovane perché, attraverso la memoria egli può continuare ad abitare in mezzo ai vivi e sopravvivere in mezzo a loro: il suo nome e la sua fama saranno così indistruttibili.