Indice
Introduzione
In Francia, il XVI secolo è il periodo del Rinascimento. Esso è Preceduto, come avviene in Italia, da un grande interesse per le scoperte delle antichità greco-romane, dall’interesse dell’analisi filologica dei testi, favorito dalle scoperte geografiche e dall’invenzione della stampa. Un ruolo importante è da attribuire all’influenza degli artisti e degli scrittori italiani che operano alla corte di Carlo VIII, di Luigi XII e di Francesco I, come conseguenza culturale delle Guerre d’ItaliaLa poesia - Clément Marot
Le scuole poetiche della fine del Quattrocento sono ancora influenzate dagli aspetti allegorici e moralisti del Medioevo. Sono molto apprezzati Maurice Scève e soprattutto Clément Marot. Quest’ultimo si era formato alla scuola dei “grands rhétoriqueurs” e ricopriva il ruolo di poeta di corte, prima, a seguito di Marguerite de Navarre, l’autrice dell’Héptamérom e poi di Franceso I. Egli è l’autore di elegie, epistole, epigrammi in cui l’ evidente imitazione di Orazio costituisce già un cenno dell’eleganza rinascimentale che sta diventando di moda.Maurice Scève
Maurice Scève è il rappresentante più illustre dell’ École lyonnaise. Nella sua opera Délie, che comprende 449 epigrammi sul tema dell’amore, si evidenza una nuova sensibilità poetica, derivata dalla concezione filosofica di stampo platonico e che trova in Petrarca una fonte di ispirazione.Louise Labé
La sua opera continua con Louise Labé, di Lione (un centro che, nel Cinquecento, era all’avanguardia per le arti e le lettere), celebre per la sua bellezza e per le sur rime d’amore, come l’italiana Gaspara Stampa. Essa fu seguace della Pléiade, compose il Contrasto dell’Amore e della Follia oltre ad un Canzoniere che le valse l’appellativo di “Saffo lionese”. La sua poesia riecheggia quella del Petrarca, come già stava succedendo in Italia, in cui tale modello veniva liberamente imitatoLa Pléiade: Ronsard e Du Bellay
Nella seconda metà del XVI secolo, con il declino dei modi di espressione medievali e sotto l'influenza degli Antichi e del Rinascimento italiano, la poesia lirica francese conobbe una profonda rinascita con l'emergere di una nuova scuola, la Pléiade, che riunì sette poeti: Ronsard, Du Bellay, Belleau, Jodelle, Daurat, Baïf e Pointhus de Thiard. La loro ambizione era quella di trasformare la lingua poetica nazionale ed elevarla al livello dei poeti antichi. Questa ambizione fu espressa da Du Bellay nella sua opera *Difesa e illustrazione della lingua francese*, pubblicata nel 1549. La risposta dei poeti della Pléiade, e in particolare di Ronsard, fu vigorosa: gli Antichi furono imitati in tutti i generi letterari e la lingua francese ne risultò notevolmente arricchita. Ronsard si dedicò alla poesia e tentò persino di scrivere un poema epico, la Franciade, senza molto successo. Jodelle, da parte sua, si cimentò nel teatro. Capolavori di Ronsard, con la loro leggerezza e grazia, sono gli Amori e i Sonetti per Elena, ispirati a Petrarca. Di notevole importanza sono anche le Odi. Du Bellay scrisse i Rimpianti e le Antichità di Roma, in cui celebra la bellezza e la poesia delle rovine con una verve quasi romantica. Questa raccolta, per il suo tema della memoria della civiltà romana, ebbe un notevole successo nella letteratura francese, da Corneille per tutto il XVIII secolo al parnassianismo della seconda metà del XIX secolo.La prosa
Anche la prosa subisce un forte rinnovamento: il romanzo cavalleresco cede il passo ai “contes” e “nouvelles”, in cui si comincia sentire l’influenza del Boccaccio. Ci si dedica anche alla filosofia, all’oratoria e alla traduzione di opere classicheFrançois Rabelais
Il suo nome è legato alla Vie inestimabile de Gargantua e ai Faits et dits héroiques du grand Pantagruel, pubblicati nel 1534. Si tratta di due opere pedagogiche e satiriche che attaccano tutte le istituzioni del tempo: la monarchia, il clero, gli Ordini religiosi, le scuole. Con evidenza, lo scrittore si ispira al vecchio romanzo popolare, ma anche al Morgante del Pulci. Il suo scopo primario era di far ridere, sfruttando le dimensioni smisurate del figlio di Gargantua – Pantagruel – e nel contempo di da un libero alla sua fantasia. Su tutto ciò, si innesta la satira ed una visione totalmente realistica del mondo.Michel Eyquem de Montaigne
Montaigne, invece, è un pensatore molto raffinato, autore di tre libri degli Essais, pubblicati, in edizione definitiva, nel 1588.Scritti in una lingua efficace, piana di colore, l’opera apre la strada alle grandi ricerche morali che caratterizzeranno la letteratura francese. Molte sono le idee che anticipano il pensiero moderno, come quelle a proposito dell’educazione: essa non deve avere come fondamento l’autorità. Per essere efficace deve stimolare la crescita del bambino sviluppando in lui il senso critico e dell’autonomia. Il suo pensiero si basa sull’esperienza personale. Per questo rifiuta tutti i dogmi, in quanto preconfezionati che sostituisce con una riflessione che si ispira allo stoicismo, allo scetticismo, e negli anni della vecchiaia anche all’epicureismo. Lo scopo della sua opera non è proporre delle verità assolute, indiscutibili, secondo la tradizione, ma di aiutare il lettore a riflettere, dando della realtà un’interpretazione nuova e personale. Ed è in questo che consiste la grande portata innovatrice di Montaigne.