Fabrizio Del Dongo
Genius
Vota

Indice

  1. Introduzione
  2. François de Malherbe
  3. Blaise Pascal
  4. Pierre Corneille
  5. "L'Etat c'est moi"
  6. Jean De La Fontaine, La Rochefoucauld, Boileau
  7. Molière
  8. Jean Racine
  9. La letteratura epistolare, il romanzo, la novella, l’oratoria
  10. La fine del secolo

Introduzione

Nella letteratura francese, il Seicento è il secolo dell’età classica per eccellenza. L’elemento dominante è la ricerca dell’ordine e della chiarezza (soprattutto nella prima metà del secolo), due aspetti dell’antica civiltà greco-romana, che i letterati del tempo hanno fatto propria a tal punto da raggiungere un grado di raffinatezza e di equilibrio, mai visto prima.

François de Malherbe

All’inizio del Seicento, il pubblico è stanco della lingua e della poesia troppo erudita di Ronsard e dei suoi seguaci. Si ha così una riforma poeta ad opera di François de Malherbe, prima segretario del duca di Angoulême, poi alla corte di Enrico IV e Maria dei Medici.
Dotato di una grande razionalità, ma privo di immaginazione, non ha lasciato opere degne di nota; tuttavia, il suo lavoro di epurazione verrà ripresa e continuata soprattutto dall’Académie Française, dai Salotti letterari e dell’ Hôtel de Rambouillet per quanto riguarda la critica letteraria.

Blaise Pascal

Fuori dai “salons” e dall’”Académie” operava delle correnti religiose, Fra queste, la più attiva era costituita dai Giansenisti che si riunivano nell’abbazia di Port-Royal Presso di loro, Pascal si era ritirato per meditare su carie tematiche religiose, pubblicando con uno pseudonimo, le Provinciales, contro i Gesuiti.. Inoltre medita anche sulla difesa della religione cristiana, raccogliendo un’immensa quantità di note, appunti e meditazioni, che alla sua morte saranno noti con il titolo di Pensées. Pascal anticipa tutto il pensiero moderno e non solo quello di carattere religioso. La sua capacità di analisi è sempre alla ricerca di quelle pieghe nascoste che spesso l’animo umano non è in grado di svelare del tutto.

Pierre Corneille

A cavallo fra la prima e la seconda metà del secolo, grandeggia la figura di Pierre Corneille, a cui dobbiamo la consacrazione del teatro come genere letterario e sociale. Per quasi 50 anni vegli impone una serie di tragedie in cui viene rappresentato l’uomo come dovrebbe essere: Le Cid (1636), Horace, Cinna (1640), Polyeucte (1642). Dal punto di vista tecnico, egli riduce l’azione all’essenziale, stretta in ventiquattro ore, nel rispetto della regola delle tre unità di Aristotele. Il tema si riduce alla lotta fra l’amore e il dovere (o l’onore o la gloria) e i protagonisti elle tragedie di Corneille spesso optano per il dovere, rinunciando alla passione amorosa: per questi essi sono considerati degli eroi. Questo principio e ben illustrato da Le Cid in cui don Rodrigo esita fra l’amore per Chimène e la vendetta di suo padre oltraggiato e l’onore o il dovere di figlio passa davanti a tutto.

"L'Etat c'est moi"

Dal 1661 in poi, il Re Sole che ha dichiarato di voler governare senza un primo ministro, istaurando così la monarchia assoluta (“L’État c’est moi”), ama circondarsi, a Versailles dei più grandi artisti del tempo.
In questo periodo pubblicano le loro opere scrittori come La Rochefoucauld, La Fontaine, Molière, Boileau e Racine.

Jean De La Fontaine, La Rochefoucauld, Boileau

Di La Rochefoucauld sono rimaste le sue Réflexions, dedicate ai più svariati problemi morali. La Fontaine, con le sue Fables, crea un genere nuovo di poesia dai toni malinconici e sorridenti contemporaneamente. Dietro a parola degli animali, ognuno dei quali conserva il carattere tradizionale, individuiamo l’uomo che di volta in volta si fa burla e rimpiange i costumi e le tradizioni di una volta. In questo nodo, come scrive l’autore, la favola diventa in dramma dai cento atti, tutti diversi che ha come scena l’intero universo
Boileau ha legato il suo nome all’opera Art poétique in cui, da giudice severo combatte l’affettazione, l’enfasi, l’erudizione pedantesca, il preziosismo e la falsa ragione, cioè tutto quanto allontana l’uomo dall’umanità e la ragione. In sintesi, l’opera riflette i valori del “Seicento e quindi l’arte di Molière e di Racine.

Molière

Molière, vissuto fra il 1622 e il 1673, per un lungo periodo alla corte del Re Sole, nelle sue commedie dipinge con amara verità il costumi del secolo. Ci ha lasciato trenta commedia che possono essere così raggruppate: commedie di intrigo, commedie di costume e commedie che, per il loro contenuto, diventare veramente universali, come “Le misantrope”, Le tartufe”, “L’avare”. Anche se dovette combattere molto contro i contemporanei per far accettare la sua arte, Molière resta un grande pittore della natura umana, con i suoi vizi e le sue virtù e le sue commedie ci possono aiutare a capire a fondo la vita

Jean Racine

Mentre la tradizione e gli esempi di commedia prima di Molière erano insignificanti, la tragedia aveva avuto un grande autore in Corneille. Per questo Jean Racine dovette fare un enorme sforzo affinché il pubblico arrivasse ad ammirare le sue tragedie ed arriva a raggiungere tale obiettivo dipingendo l’uomo non come avrebbe dovuto essere, ma come egli è veramente. La vicinanza con i grandi tragediografi greci è inevitabile. Sono legate al suo nome le tragedie seguenti: Andromaque, Britannicus, Bajazet, Mithridate, Iphigénie e Phèdre. Su tutte le sue opere aleggia lo spirito giansenista a cui Racine aveva aderito fin dalla giovinezza e questo comporta una visione del mondo pessimista perché nella lotta fra dovere e amore è sempre quest’ultimo che prevale, ma con conseguenze spesso tragiche.
Dopo Racine, l’arte drammatica si esaurisce, per riprendere vigore durante il Romanticismo dopo la pausa dell’Illuminismo

La letteratura epistolare, il romanzo, la novella, l’oratoria

Il Seicento è anche il secolo in cui si sviluppano il genere epistolare e la novella. Questo è il caso di Madame de La Fayette che pubblica La Princesse de Clèves e di Perrault che scrive Histoires ou Contes du temps passé. Veramente furono pubblicati anche altri romanzi, ma nettamente inferiori l LaPrincipesse de Clèves sia dal punto di vista stilistico che psicologico.
Vicino al romanzo a sfondo psicologico, possiamo collocare le Lettres di Madame de Sévigné che rispecchiamo in modo fedele e articolato l’educazione e la cultura del tempo.
A questo vanno aggiunte le Mémoires di Saint-Simon, un esempio di genere letterario fra lo storico e il documentario che avrà un grande sviluppo nella letteratura francese successiva.
Infine, non possiamo dimenticare il genere oratorio che trova la massima espressione in Jacques Bénigne Bossuet, vissuto non lontano dalla corte, dove fu chiamato per occuparsi dell’educazione del Delfino Di lui, abbiamo le Oraisons funèbres che si distinguono per lo slancio emotivo e per lo stile, oltre che per la profondità del pensiero e la perfetta conoscenza del cuore umano.

La fine del secolo

Verso la fine della seconda metà del Seicento, incontriamo altri due scrittori per i temi trattati, si avvicinano molto al secolo dei lumi: Fénelon et La Bruyère.
Fénelon, vescovo, teologo, filosofo ed oratore, ha lasciato le Aventures de Télémaque (1699) che contengono allusioni e critiche al governo di Luigi XIV. Le sue idee pedagogiche sono state ritenute valide da molte generazioni di educatori.
Con la sua opera “Les caractères”, La Rochefoucauld è da classificare all’interno degli scrittori moralisti. Con una linguaggio vario, preciso ma anche mordente che annuncia il Settecento, egli descrive i vizi e gli aspetti negativi degli uomini del suo tempo.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community