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Concetti Chiave

  • Giovanni Verga, nato a Catania nel 1840, è il principale esponente del Verismo italiano, influenzato dal naturalismo francese di Zola e Flaubert.
  • La produzione letteraria di Verga si suddivide in tre fasi: patriottico-civile, mondana, e verista, culminando con opere come "I Malavoglia" e "Mastro don Gesualdo".
  • La poetica verista di Verga si concentra sulla rappresentazione realistica dei "Vinti", le classi sociali più basse, evidenziando la loro lotta impari nel progresso sociale.
  • Lo stile verista utilizza un narratore onnisciente e impersonale, focalizzandosi sulle azioni dei personaggi senza introspezione psicologica, spesso ambientato in Sicilia.
  • L'ideale dell'ostrica in Verga simboleggia l'attaccamento ai valori tradizionali, la cui abbandono porta a conseguenze negative, sottolineando l'impossibilità di riscatto sociale.

Questo appunto di Italiano tratta la vita e la poetica dello scrittore verista siciliano Giovanni Verga. Dopo aver delineato brevemente vita e opere principali, suddivise nelle tre fasi (patriottico-civile, mondana e verista), vengono approfondite la concezione pessimistica su cui si basa la poetica verista e le caratteristiche stilistiche del verismo. Infine, si pone l’attenzione sui Vinti, vale a dire i protagonisti dei romanzi veristi. Giovanni Verga: vita, produzione letteraria e poetica articolo

Indice

  1. La vita di Giovanni Verga e la nascita del Verismo
  2. Le tre fasi della produzione letteraria di Giovanni Verga
  3. La poetica e le peculiarità del Verismo: la concezione pessimistica di Giovanni Verga
  4. Il Ciclo dei Vinti e l’ideale dell’ostrica

La vita di Giovanni Verga e la nascita del Verismo

Di seguito viene trattata sinteticamente: Mappa Giovanni Verga.
Lo scrittore Giovanni Verga nacque a Catania, in Sicilia, nel 1840 ed è stato il massimo esponente della corrente letteraria del Verismo, assieme allo scrittore Luigi Capuana.

Verga ha abbandonato gli studi universitari in Giurisprudenza per dedicarsi totalmente alla Letteratura. Nel 1865, Giovanni Verga si è trasferito a Firenze, dove ha scritto i suoi primi romanzi, tra i quali ricordiamo “Storia di una capinera”, pubblicata nel 1871. Successivamente, decise di trasferirsi a Milano, contesto in cui ebbe modo di frequentare gli Scapigliati. Continuò la sua produzione letteraria e in questo periodo scrisse il romanzo “Eva”.
Dopo essere entrato in contatto con il naturalismo francese di Émile Zola e Gustave Flaubert, l’autore si è appassionato al verismo e ha iniziato a scrivere i primi romanzi affini a questa corrente letteraria. In particolare, i romanzi veristi includono: i “Malavoglia”, “Mastro don Gesualdo”, “Vita dei campi” e “Novelle Rusticane”.
Lo scrittore è morto nel 1922 in Sicilia.

Per approfondimenti sulla biografia di Giovanni Verga vedi anche qua

Le tre fasi della produzione letteraria di Giovanni Verga

La produzione letteraria di Giovanni Verga viene anche divisa in tre fasi: la fase patriottico-civile, la produzione mondana e la fase verista.
I romanzi più celebri della fase patriottico-civile comprendono: “I carbonari della montagna”, “Storia di una capinera” e “Amore e Patria”.
La fase della produzione mondana è avvenuta durante gli anni milanesi e ha come obiettivo quello di compiacere il pubblico. Lo stile narrativo è contraddistinto da un linguaggio barocco e pomposo e i personaggi, contrariamente ai protagonisti delle opere successive, fanno parte delle classi più agiate. Tra i romanzi più celebri scritti durante questa fase ricordiamo: “Eva”, “Tigre regale” ed “Eros”.
La pubblicazione nel 1874 della novellaNedda” è stata determinante nel segnare l’avvicinamento al verismo. In quest’opera, infatti, Giovanni Verga rappresenta la realtà della vita delle classi sociali meno abbienti, in particolare, dei raccoglitori di olive siciliani.
La fase verista si apre con due raccolte di racconti: “Vita dei campi” e “Novelle Rusticane”. Durante questa fase, Giovanni Verga inizia il progetto letterario del Ciclo dei Vinti, che comprende: i “Malavoglia”, “Mastro don Gesualdo”, la “Duchessa di Leyra”, l’”Onorevole Scipioni” e “Uomo di lusso”. I cinque romanzi raccontano dei Vinti da cinque diverse angolature. Purtroppo, però, gli ultimi tre romanzi del Ciclo non sono stati scritti e solo del primo restano alcune pagine. Nello specifico, la “Duchessa di Leyra” avrebbe dovuto narrare la sconfitta nell’amore; “L’onorevole Scipioni” avrebbe dovuto narrare la sconfitta nelle ambizioni politiche e, infine, “L’uomo di lusso avrebbe dovuto narrare la sconfitta nell'aspirazione alla gloria.

Per approfondimenti sulle opere di Giovanni Verga vedi anche qua

La poetica e le peculiarità del Verismo: la concezione pessimistica di Giovanni Verga

Il verismo di Giovanni Verga rivolge l’attenzioni al reale e, conseguentemente, fa uso di uno stile narrativo differente, in cui il narratore dà voce solo ai personaggi e alle loro azioni. Nella letteratura verista, pertanto, vi è un narratore onniscente, il quale, utilizzando la forma impersonale, si avvale della forma di linguaggio legata al soggetto, che comprende anche il dialetto. Dunque, viene tralasciata l’analisi e la descrizione dell’interiorità psicologica dei personaggi, per lasciare spazio alle loro azioni e al concreto.
I romanzi veristi erano ambientati in Sicilia e hanno come protagonisti gli emarginati, i vinti, i deboli, vale a dire coloro che facevano parte degli strati sociali più bassi.
In contrasto alla predominanza del Positivismo, le opere di Giovanni Verga si basano su una concezione pessimistica e rappresentano in modo concreto le sofferenze di coloro che non riescono a stare al passo con il progresso, denunciando implicitamente le disparità economiche e sociali. Il pessimismo di Giovanni Verga è strettamente legato ad una visione darwiniana dell’esistenza: tutte le classi sociali sono in costante lotta, ma si tratta di una lotta impari, che vede prevalere sempre e soltanto le classi sociali più agiate, le uniche in grado di adattarsi al progresso.

Per approfondimenti sul pensiero di Giovanni Verga vedi anche qua

Giovanni Verga: vita, produzione letteraria e poetica articolo

Il Ciclo dei Vinti e l’ideale dell’ostrica

I romanzi di Giovanni Verga hanno come protagonisti i Vinti: si tratta di sono coloro i quali si fanno trasportare da tutto ciò che è definito progresso.
Uno dei punti fondamentali della poetica verista è rappresentato dall’ideale dell’ostrica. Secondo tale concezione, i Vinti fanno di tutto per restare avvinghiati ai valori religiosi, familiari e lavorativi: abbandonare questi ideali, infatti, significa non riuscire a sopravvivere. Paradossalmente questi valori diventano anche una limitazione: cercare di abbandonarli per migliorare la propria condizione sociale porta ai personaggi dei romanzi veristi solo conseguenze nefaste. L’ideale dell’ostrica è strettamente legata alla concezione pessimistica di Giovanni Verga, che sostiene l’impossibilità di riscatto delle classi sociali meno agiate.

Per approfondimenti sul ciclo dei Vinti di Giovanni Verga vedi anche qua.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il contesto storico e culturale in cui Giovanni Verga ha sviluppato la sua poetica verista?
  2. Giovanni Verga ha sviluppato la sua poetica verista nel contesto del naturalismo francese, influenzato da Émile Zola e Gustave Flaubert, e ha ambientato i suoi romanzi in Sicilia, concentrandosi sulle classi sociali più basse e sulle loro lotte.

  3. Quali sono le tre fasi della produzione letteraria di Giovanni Verga?
  4. Le tre fasi della produzione letteraria di Verga sono: la fase patriottico-civile, la fase mondana e la fase verista, ognuna caratterizzata da temi e stili distinti.

  5. In cosa consiste la concezione pessimistica di Giovanni Verga nel Verismo?
  6. La concezione pessimistica di Verga si basa sull'idea che le classi sociali più basse siano destinate a soccombere nella lotta per il progresso, in un contesto di disparità economiche e sociali, influenzato da una visione darwiniana dell'esistenza.

  7. Cosa rappresenta l'ideale dell'ostrica nella poetica verista di Verga?
  8. L'ideale dell'ostrica rappresenta l'attaccamento dei Vinti ai valori tradizionali come religione, famiglia e lavoro, che, se abbandonati, portano a conseguenze nefaste, evidenziando l'impossibilità di riscatto sociale.

  9. Quali opere compongono il Ciclo dei Vinti e qual è il loro tema centrale?
  10. Il Ciclo dei Vinti comprende "I Malavoglia", "Mastro don Gesualdo", "La Duchessa di Leyra", "L'Onorevole Scipioni" e "Uomo di lusso", e il tema centrale è la sconfitta dei protagonisti nel tentativo di migliorare la loro condizione sociale.

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