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Sintesi
Giovanni Verga 1840-1922

Verga nacque nel 1840 e iniziò a scrivere molto presto. Nonostante questo, le sue opere ispirate al verismo, cominciarono ad essere prodotte solo nel 1870. Verga era siciliano, proveniente dalle zone di Catania, unica pianura agricola significativa della Sicilia. Alla fine degli anni ’60 si trasferì a Firenze dove si dedicò a romanzi mondani,che avevano come tema principale l’amore,il patriottismo, le ambizioni e le passioni, ancora in parte ispirate al romanticismo. Nel 1872 si trasferì a Milano,città della sua svolta letteraria perché giusta per creare un naturalismo italiano in quanto era facile confrontarsi con i maestri del Naturalismo. Inoltre, i bassifondi milanesi erano simili a quelli parigini descritti da Zola. Nel 1878 venne pubblicato Rosso Malpelo ed era già al lavoro per un ciclo di romanzi: Il Ciclo dei Vinti. Durante gli anni ’80, per una decina di anni, Verga scrisse le sue opere più importanti: Vita dei Campi, I Malavoglia, le Novelle Rusticane e Mastro Don Gesualdo. Ebbe inoltre una lunga vecchiaia dove smise completamente di scrivere. Morì nel 1922.
Verga è il maggior narratore italiano dell’Ottocento. Egli creò un nuovo tipo di narrativa, la narrativa verista. Alla base di questo progetto c’era la persuasione. Tra il verismo di Verga e il Naturalismo francese notiamo differenze: la narrativa non è nazionale ma regionale della Sicilia; Verga adottò una prospettiva storica scegliendo come soggetto una società arretrata, della quale raccontò le trasformazioni portate dalla modernità. Verga aveva una visione tragica della storia.
Estratto del documento

La novella procede per ellissi, ovvero una narrazione non esplicita ma allusoria

soprattutto riguardo all’incesto della Lupa col genero. È un esempio di realismo di

Verga nel suo linguaggio,ambientazione e descrizione.

In questa novella, il lettore capisce che è necessario individuare punti che gli

permettano di uscire dal punto di vista del lettore regredito.

Il simbolismo della novella:

colorismo-> i colori vengono utilizzati al fine di una descrizione realistica ma

 con elementi simbolici ( labbra rosse = passione)

tempi naturali-> il tempo del racconto è scandito con riferimento al tempo

 naturale e simbolico e non a quello cronologico

La Roba Mastro Don Gesualdo

Questa novella si presenta come testo preparatorio al

Malavoglia

così come i sono anticipati dalla novella “Fantasticheria”.

Novella e romanzo si somigliano perché

 entrambi annunciano il mancato rinnovamento REALISMO: il simbolo più

della società seicentesca in quanto non vi fu efficace è la furbizia di

Mazzarò (cartamoneta) ->

cambiamento sociale nell’ordine feudale Mazzarò è incapace di godersi

che restò comunque presente in Sicilia i propri beni ma piuttosto li

nonostante il cambiamento politico -> gente accumula

umile che prende il posto dell’aristocrazia SIMBOLISMO: lato fiabesco-

feudale solo per rimpiazzare il loro compito, il > Mazzarò vince con tutti gli

feudo rimane. sfidanti tranne con l’ultimo

Combinazione tra realismo e simbolismo:

 eroe da fiaba che non perde mai e vince un duello dopo l’altro.

La novella inizia con delle domande di un forestiero che volge al conducente,

chiedendo di chi fosse tutto ciò che li circondava. La risposta ad ogni domanda fu che

tutto ciò apparteneva a Mazzarò.

Il protagonista è descritto come un povero che mangiava pane e cipolla. Per lui era

una necessità in quanto non era capace di godimento ma investiva immediatamente

i suoi guadagni (questo lo distingue da Gesualdo).

L’investimento dei guadagni ha un effetto sul cambiamento del giudizio del

narratore nel corso della novella. All’inizio vi è ammirazione ma pian piano il

narratore sottolinea il fallimento.

La libertà

La libertà è dedicata ad un fatto storico reale di cui Verga fu testimone da lontano:

i fatti di Bronte.

Il titolo è sarcastico in quanto il termine “libertà” aveva diverso significato tra le

classi sociali.

11 Maggio 1860-> Garibaldi sbarca in Sicilia con i Mille a Marsala. Il suo

 progetto era muoversi verso Messina, conquistare la Sicilia e successivamente

il resto della penisola italiana. Con questa missione si attendeva un

cambiamento politico ma soprattutto sociale.

I siciliani decidono di inviare sommosse (i miseri) contro i signori, nell’attesa

 dei garibaldini che speravano li avrebbero supportati. Ma così non fu: la

sommossa si trasforma in un massacro dovuto al risentimento e alla richiesta

di giustizia.

Nino Bixio raggiunse Bronte e scelse pochi responsabili della sommossa e,

 dopo averli processati, li fece fucilare come segno di ordine e di soppressione

della rivolta. Dopo la fucilazione ci fu un processo vero e proprio a Catania che

fu la dimostrazione che la giustizia in Italia, come in Europa, era

corrotta.

La novella è molto cruda nel raccontare la carneficina e la mancanza di “nemici” da

uccidere poiché terminati. Essa ha una sola autonomia letteraria ed artistica ed è

interessante anche come opera d’arte che racchiude tragedia e sbalordimento.

I MALAVOGLIA

I Malavoglia sono ambientati negli anni Sessanta e Settanta dell’Ottocento e sono il

primo grande romanzo verista di Verga.

Nella prefazione promette altri quattro romanzi legati in forma ciclica (Il Ciclo dei

Vinti) ma non secondo la prassi del Naturalismo francese la quali li pubblicava in

ordine cronologico. Il criterio ciclico dei romanzi di Verga, è invece sociologico:

sarebbe infatti partito dai più umili sino alle fasce più alte. L’ultimo romanzo sarebbe

dovuto essere “L’uomo di Lusso” che però non scrisse. Verga parte dal mondo più

umile poiché è più facile vedere i meccanismi che muovono il progresso

umano: i bisogni sono di tipo elementare.

Verga dedica i suoi romanzi ai Vinti, forma di pessimismo. Egli infatti pensa che i

vinti di oggi saranno i vincitori di domani ma nonostante questo, non può

commentare i vinti in quanto sarebbe immodificabile come giudicare una legge della

natura.

Il tema di questo romanzo è lo scontro tra mondo arcaico e mondo moderno. Il

romanzo descrive un villaggio di pescatori ad Arci Trezza, in Sicilia. i quali abitanti

vivevano la stessa vita da anni. Narra il confronto tra il debitore (padron ‘Ntoni) e il

venditore (lo Zio Crocifisso): padron ‘Ntoni aveva acquistato dei lupini da lo Zio

Crocifisso e grazie a Piedipapera gli era stato concesso di pagarli a rate. Così i lupini

vennero trasportati sulla barca dei Malavoglia chiamata “la Provvidenza” che però

affondò. Nel Dicembre del 1863 ‘Ntoni, nipote di padron ‘Ntoni, va al militare a Napoli

per la leva militare e, una volta tornato, non riesce più ad accettare la vita del

villaggio dopo aver visto le atrocità della guerra.

Confronto generazionale: ‘Ntoni è un antieroe del mondo moderno mentre padron

‘Ntoni è l’eroe del mondo arcaico

Tradimento del mondo arcaico: il negozio dei lupini che avrebbe dovuto portare

una vittoria economica ai Malavoglia, è in realtà un tradimento del mondo arcaico

poiché padron ‘Ntoni abbandona il suo piccolo paese per la città e quindi per il

commercio e lo sviluppo.

Dai Malavoglia apprendiamo fatti storici veritieri in quanto Verga cerca fonti

autentiche per denunciare ingiustizie e portare il lettore a conoscenza del mondo in

cui il romanzo è ambientato.

I primi nove capitoli narrano tre anni di storia mentre gli ultimi sei si occupano del

periodo tra il 1867 e il 1877.

Trama:

CAPITOLO I

Nel primo capitolo si narra del negozio dei lupini. “Malavoglia” era un appellativo

della famiglia Toscano. In tutto il racconto sono presenti diversi appellativi ironici. Il

narratore rimane intorno a quel mondo (“ricordate la strada vecchia..”) descrivendo i

paesaggi per portare il lettore fosse a conoscenza di quel paesino. Agostino

Piedipapera era il rappresentante d’affari e con lui Verga introduce il tema dell’usura

ma senza che nessuno giudichi i personaggi. Con Piedipapera padron ‘Ntoni riesce ad

ottenere di pagare dopo con la conseguenza che lo Zio Crocifisso aggiungeva

interessi perché usuraio. Verga da verista, non commenta con nulla di personale in

quanto il suo lavoro è una documentazione scientifica, uno studio e non un ricordo.

CAPITOLO II

Nel capitolo viene descritta la figura di Mena, amica della coetanea Nunziata, che

deve assistere una “nidiata di fratellini” lasciati a lei dal padre per educarli: le due

amiche parlano dei ragazzi del paese rivelando un comune interesse per Compare

Alfio Mosca, un giovane rimasto senza parenti e senza amici. Dopo la partenza di

Bastianazzo e l’amico Menico sulla Provvidenza, padron ‘Ntoni discute con alcuni

paesani sul buon fine dell’operazione legato a determinate condizioni atmosferiche.

Quest’ultime però, sembrano non essere favorevoli al viaggio della Provvidenza.

CAPITOLO III

Argomento: naufragio della Provvidenza. Il naufragio non viene raccontato poiché il

mondo ci viene presentato da un narratore che non è presente alla scena e dai

protagonisti del naufragio che sono però entrambi morti. Viene quindi raccontato dal

punto di vista di chi aspetta il ritorno dell’imbarcazione.

Contrapposizione Malavoglia-Trezza: la scena dell’attesa è la più celebre dove vi è il

contrasto tra la disperazione della Longa e il cinismo del villaggio che continua a

vivere con disinvoltura la loro vita.

I parenti di Bastianazzo e Menico, imbarcatisi in una tempestosa notte di Settembre,

si riuniscono in chiesa per pregare affinché non si verifichi la disgrazia di cui hanno il

presentimento. Gli altri personaggi commentano,l’ormai certo fallimento

dell’impresa, nell’Osteria della Santuzza, dove si beve, si impreca e si ride delle

spiritosaggini dette per dare coraggio ai parenti dei disgraziati. Inutile il tentativo

della disperata Mariuzza (la longa), che continuava ad invocare il nome della Vergine,

di scorgere l’imbarcazione del marito dall’alto della lava che dalle pendici dell’Etna

arriva sino al mare

CAPITOLO IV

Argomento: funerali e consolazione. La consolazione è il momento in cui, nei giorni

successivi al funerale, la casa del defunto diventa meta per una visita come

elaborazione del lutto.

Ormai Mariuzza è venuta a conoscenza della disgrazia per la quale la barca è

naufragata. I lupini sono stati ingoiati dal mare e Bastianazzo è annegato. Padron

‘Ntoni deve provvedere a saldare il debito dei lupini. Intorno alla sua disgrazia si

concentra l’attenzione degli abitanti del villaggio: chi per curiosità, chi per

compassione, chi per egoismo. Durante la commemorazione del defunto Bastianazzo,

alcuni paesani cercano di trovare una soluzione al nuovo problema economico che la

famiglia smembrata deve affrontare. Le amiche dell’affranta Mariuzza che non riesce

più a dire e fare nulla, cercano invece di confortarla.

CAPITOLO V

Verga può consentire di ricostruire le dinamiche del naufragio attraverso i commenti.

La scena dl naufragio non verrà descritta direttamente in quanto il narratore non era

presente alla scena -> stati d’animo dei personaggi a casa importanti per la

descrizione.

Luca morirà in una battaglia nella III guerra d’indipendenza. Il lettore lo apprenderà

grazie alla descrizione dei sentimenti e del rimorso di ‘Ntoni che si rifiutò di fare un

altro anno al militare per risparmiare dalla leva i componenti della sua famiglia

poiché era stanco.

Filomena viene a sapere da Compare Alfio Mosca che dovrà sposare il ricco Brasi di

Padron Cipolla per risollevare le sorti della famiglia. Mentre Alfio che possiede un solo

asino le spiega i suoi progetti futuri da carrettiere, lei arrossisce e lascia intendere

che sarebbe disposta a intraprendere una vita nomade insieme a lui. Mentre si

avvicina sempre di più il 2 Novembre, data ultima per saldare i lupini, la Provvidenza

viene gettata inservibile sulla spiaggia dalle onde e alcuni si propongono di

restaurarla. Il ritorno del giovane ‘Ntoni dal militare riempie ancora una volta la Casa

del Nespolo. Intanto, il fratello Luca esprime il desiderio di partire per la leva.

La restaurazione della Provvidenza viene affidata ad un artigiano per la riparazione.

Padron ‘Ntoni decide quindi di andare a lavorare a giornata ovvero ad aiutare

commercianti insieme ai nipoti. ‘Ntoni opponendosi delude il nonno. Al posto del

lavoro preferisce corteggiare donne che desiderano anche altri -> si avvia il filone

narrativo degli amori, delusioni in famiglia e duelli amorosi tra uomini.

I Malavoglia vanno ad informarsi da un avvocato -> pezzente che si rivolge ad un

colto che dovrebbe difendere i loro diritti (similutidine coi Promessi Sposi). L’avvocato

dice ai Malavoglia di non preoccuparsi perché la casa è aggravata da un’ipoteca

dotale: la Longa è comproprietaria e poiché non è coinvolta col negozio dei lupini,

allora la casa non può essere sottratta alla famiglia. Padron ‘Ntoni non è affatto

tranquillo poiché per lui e per il mondo arcaico di cui è l’eroe, non c’è nulla di più

importante di un obbligo morale che supera anche il codice civile.

CAPITOLO VI

La Longa si reca in comune per capire meglio la questione della casa e decide

consapevolmente di ritirare l’ipoteca sulla casa per riacquistare l’onestà della

famiglia. Don Silvestro(rappresenta l’uomo nuovo), segretario comunale, cerca di

ingannare la Longa per gelosia nei confronti di ‘Ntoni: entrambi infatti corteggiavano

Barbara, nipote dell’artigiano riparatore della Provvidenza.

Limite dell’impersonalità: in alcuni momenti della vicenda, l’autore eclissato, esprime

il suo parere non rendendolo esplicito ma facendolo capire al lettore.

CAPITOLO VII

Argomento: rivolta per la pece (materiale usato come base per le barche).

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