Concetti Chiave
- Giovanni Verga, nato nel 1840 a Catania, fu influenzato dal poeta e patriota Antonino Abate, che lo incoraggiò a dedicarsi alla letteratura.
- Verga si arruolò nella Guardia Nazionale durante l'arrivo di Garibaldi e fondò il settimanale politico "Roma degli italiani".
- Nel 1872, con la novella "Nedda", Verga iniziò la sua transizione al Verismo, concentrandosi su storie ambientate in Sicilia e sulla vita della gente comune.
- Nonostante il mancato successo iniziale de "I Malavoglia", Verga continuò con il ciclo dei Vinti, pubblicando "Mastro don Gesualdo" nel 1889.
- Negli ultimi anni, Verga si ritirò a Catania, dedicandosi alla famiglia e ottenendo il titolo di senatore del Regno d'Italia nel 1920.
Indice
Infanzia e prime esperienze letterarie
Giovanni Verga nacque il 31 agosto del 1840 a Catania, da una famiglia di nobili origini; la sua formazione scolastica fu affidata a un parente, Antonino Abate, poeta e patriota, che fu il primo ad incoraggiarlo alla letteratura. Tra il 1856 e il 1857 , ancora giovanissimo, Verga scrisse il suo primo romanzo storico, “Amore e Patria” (mai pubblicato).Accolse con entusiasmo l’arrivo di Garibaldi nella sua città e subito dopo si arruolò nella Guardia Nazionale, prestandovi servizio per quattro anni.
Fondò, con alcuni amici, il settimanale politico “Roma degli italiani” e su di esso pubblicò alcuni articoli di fervente patriottismo.Primi successi e trasferimento a Milano
Il primo romanzo di Verga pubblicato fu “I carbonari della montagna”, nel 1861/62.In seguito fu a Firenze, dove scrisse e pubblicò il romanzo “ Una peccatrice” che pur non riscuotendo molto successo lo spinse a frequentare l’ambiente letterario fiorentino. Conobbe così molti scrittori tra cui Luigi Capuana e compose due nuovi romanzi : “Storia di una Capinera” ed “Eva”.
Conversione al Verismo e opere principali
Nel 1872 lo scrittore si trasferì a Milano e lì scrisse, in soli tre giorni, la novella “Nedda” , un’opera totalmente diversa dalle precedenti, sia perché era ambientata in Sicilia, sia perché raccontava della povertà di vita della sua gente. Si avviò in tal modo la ”conversione” di Verga al Verismo. Pochi mesi dopo, tornato a Catania per l’abituale soggiorno estivo cominciò a scrivere il romanzo “I Malavoglia” e nel 1878 pubblicò su una rivista letteraria il racconto “Rosso Malpelo”. Nel 1880 uscirono le novelle veriste di “Vita dei campi” e l’anno seguente, cioè nel 1881,uscì anche il romanzo “I Malavoglia” che non ebbe successo. Intanto Giovanni Verga stava lavorando ad un nuovo romanzo “ Mastro don Gesualdo”, seconda opera del “ciclo dei Vinti”. Tra il 1882 e il 1883 furono pubblicati il romanzo “Il marito di Elena” e due volumi di racconti veristi: le “Novelle rusticane” e “Per le vie”. Nel 1884 ebbe grande successo in teatro con il dramma “La Cavalleria Rusticana”, ricavato da una precedente novella. Nel 1889 fu pubblicato il suo ultimo capolavoro, il “Mastro don Gesualdo”.
Ultimi anni e riconoscimenti finali
Nel 1893 Verga rientrò stabilmente a Catania dove iniziò a scrivere il terzo romanzo del “ciclo dei Vinti” ma non andò mai oltre la stesura del primo capitolo .Nell’ultimo periodo della sua vita Verga si dedicò alla cura delle terre di famiglia e alla tutela dei figli del fratello. Il distacco dagli ambienti letterari fu definitivo perché egli sapeva di aver già dato il meglio di sé. Gli ultimi riconoscimenti vennero nel 1920, grazie alla nomina a senatore del Regno d’Italia. Morì a Catania il 27 gennaio 1922.
Domande da interrogazione
- Quali furono le prime esperienze letterarie di Giovanni Verga?
- Come si sviluppò la carriera di Verga dopo il trasferimento a Milano?
- Quali furono le opere principali di Verga durante il periodo del Verismo?
- Cosa accadde negli ultimi anni di vita di Giovanni Verga?
Giovanni Verga iniziò la sua carriera letteraria scrivendo il romanzo storico "Amore e Patria" tra il 1856 e il 1857, anche se non fu mai pubblicato. Fu incoraggiato alla letteratura da Antonino Abate, un poeta e patriota.
Dopo il trasferimento a Milano nel 1872, Verga scrisse la novella "Nedda" e iniziò la sua conversione al Verismo. Pubblicò opere come "I Malavoglia" e "Mastro don Gesualdo", che divennero parte del "ciclo dei Vinti".
Durante il periodo del Verismo, Verga scrisse "I Malavoglia", "Mastro don Gesualdo", e le novelle "Vita dei campi" e "Novelle rusticane". Ebbe anche successo teatrale con "La Cavalleria Rusticana".
Negli ultimi anni, Verga tornò a Catania, si dedicò alla cura delle terre di famiglia e si distaccò dagli ambienti letterari. Fu nominato senatore del Regno d'Italia nel 1920 e morì nel 1922.