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La riscoperta di una nuova religiosità attraverso la poesia religiosa
Di seguito viene trattata: mappa concettuale poesia religiosa.
La poesia religiosa si sviluppa nel Tredicesimo Secolo nell’Italia centrale e settentrionale grazie all’operato degli ordini religiosi, in particolare dell’ordine dei francescani e dell’ordine dei domenicani. Si tratta di un vero e proprio movimento religioso-sociale, il cui obiettivo è il ritorno alla povertà cristiana e l’espressione di una religiosità rinnovata. Infatti, la poesia religiosa si sviluppa di un periodo di crisi spirituale, durante il quale si avvertiva l’esigenza di un ritorno ai valori cristiani, per contrapporsi alla corruzione dilagante nel contesto ecclesiastico, che si era allontanato dai principi cristiani, per dedicarsi soltanto alla ricchezza.
La forma metrica più diffusa era la lauda. Nello specifico, la lauda drammatica era utilizzata per inscenare gli eventi biblici del Vecchio e del Nuovo Testamento. Le laude, inizialmente tramandate oralmente, in seguito furono anche tramandate per iscritto, in lingua latina, oppure in lingua volgare. La lauda volgare si diffuse principalmente durante il Quattordicesimo secolo ed era spesso accompagnata dalla musica.
Tra i principali esponenti della poesia religiosa ricordiamo: Francesco D’Assisi, Jacopone da Todi e Bonvesin De La Riva.
Per approfondimenti sulla poesia religiosa del Medioevo vedi anche qua
L’esponente milanese della poesia religiosa: Bonvesin De La Riva
Uno dei principali esponenti della poesia religiosa del Tredicesimo secolo nell’Italia Settentrionale è stato Bonvesin De La Riva. Era un filantropo, maestro di grammatica e frate ambrosiano, che apparteneva all’ordine degli umiliati e all’ordine degli ospitalieri. Bonvesin De La Riva è vissuto tra la seconda metà del Tredicesimo secolo e la prima metà del Quattordicesimo secolo (circa tra il 1250 e il 1313) a Milano.
Bonvesin De La Riva ha scritto sia opere in latino sia opere in volgare lombardo. Nello specifico,ricordiamo una delle opere scritte in latino più importanti:“Le meraviglie di Milano” (De magnalibus urbis Mediolani), il cui obiettivo era encomiare la città di Milano e il suo signore, Ottone Visconti.
La produzione in volgare lombardo è molto vasta e comprende, ad esempio, i “Contrasti”, vale a dire dei componimenti poetici nei quali si svolgono delle dispute tra i personaggi.
Per approfondimenti sulla vita e le opere di Bonvesin De La Riva vedi anche qua

Il Libro delle Tre Scritture come precursore della Divina Commedia
L’opera più importante di Bonvesin De La Riva è il “Libro delle Tre Scritture”: si tratta di un poemetto costituito da circa 2100 versi alessandrini scritti in volgare milanese. L’opera è stata scritta attorno al 1274, quasi cinquant’anni prima della Divina Commedia di Dante Alighieri, di cui il Libro delle Tre Scritture è considerato un precursore.
Il Libro delle Tre Scritture comprende tre sezioni:
- De scriptura Nigra, in cui vengono descritti l’inferno e le 12 pene dell’inferno (alcune delle quali sono ispirate ad altre opere cristiane). Analogamente alla Divina Commedia, anche Bonvesin De La Riva introduce la legge del contrappasso. Ad esempio, coloro che in vita hanno peccato di lussuria, all’inferno vedono degli orribili demoni; coloro che in vita hanno ucciso, vengono tagliuzzati dai demoni; i golosi in vita, all’inferno patiscono la fame e la sete, e così via.
Il De scriptura Nigra è la sezione più ampia del libro, in quanto comprende anche un prologo costituito da 6 stanze e 36 stanze che trattano la nascita dell’essere umano;
- De scriptura Rubia: questa sezione è incentrata sulla descrizione della Passione di Gesù;
- De scriptura Aurea, nella quale vengono descritte le gioie dei beati nel Paradiso. Nello specifico, Bonvesin De La Riva descrive 12 beatitudini. Viene descritta la bellezza degli angeli, la gioia di ascoltare dei canti soavi e dolcissimi, la grazia di essere serviti da Gesù dei cibi deliziosi.
Il “Libro delle Tre Scritture” di Bonvesin De La Riva presenta alcune importanti analogie con la Divina Commedia di Dante Alighieri:
- Entrambe le opere sono scritte in volgare, con la differenza che la Divina Commedia è scritta in volgare fiorentino, mentre il Libro delle Tre Scritture è scritto in volgare lombardo;
- Entrambi gli autori hanno scritto le loro opere per guidare le persone ad una buona vita terrena, riscoprendo i valori cristiani dell’amore e della misericordia, per gioire in seguito della beatitudine;
- Entrambe le opere sono tripartite, con la differenza che mentre una sezione della Divina Commedia comprende il Purgatorio, la sezione corrispondente del Libro delle Tre Scritture è incentrata sulla descrizione della Passione di Cristo.
- In entrambe le opere il numero tre è centrale per la struttura del libro. Infatti, la Divina Commedia è costituita da tre cantiche, ciascuna delle quali comprende 33 canti, che a loro volta sono composti in terzine. Allo stesso modo, nel Libro delle Tre Scritture vi sono tre sezioni ed è costituita da 600 stanze (di cui 4 sono state smarrite).
Per approfondimenti sulla Divina Commedia di Dante Alighieri vedi anche qua