danilocaruso3
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Concetti Chiave

  • Bonvesin de la Riva nacque a Milano nel 1240 e fu un insegnante di grammatica e retorica.
  • Appartenne al terzo ordine degli Umiliati, impegnandosi in attività caritatevoli e finanziando la costruzione di un ospedale.
  • È considerato il maggior esponente della produzione volgare settentrionale, scrivendo sia in latino che in volgare.
  • Tra le sue opere latine più note ci sono il "De magnalibus urbis Mediolani" e "De quinquaginta curialitatibus ad mensam".
  • Le opere in volgare includono il "Libro delle tre scritture" e numerosi "contrasti" su tematiche religiose.

Indice

  1. Vita e Carriera di Bonvesin
  2. Opere Latine di Bonvesin
  3. Produzione in Volgare Milanese

Vita e Carriera di Bonvesin

Bonvesin de la Riva nacque a Milano nel 1240.

Fu insegnante di grammatica e retorica prima a Legnano e poi a Milano, dove risulta già residente nel 1288.

In qualità di frate laico appartenne al terzo ordine degli Umiliati (una congregazione religiosa aperta anche ai laici sposati) e,

in linea con gli ideali pauperistici del suo ordine, si impegnò in prima persona in attività caritatevoli, sovvenzionando anche la costruzione di un ospedale.

Morì a Milano tra il 1313 e il 1315.

Opere Latine di Bonvesin

Bonsevin, che è considerato il maggior esponente della produzione volgare settentrionale, scrisse sia in latino che in volgare.

Le sue opere latine, giunte fino ai giorni nostri, sono il De magnalibus urbis Mediolani; il De Mensibus (da lui tradotto anche in volgare con il titolo di Istoria de li mesi);

la Vita scolastica, testo scolastico in cui si descrivono le >; il De quinquaginta curialitatibus ad mensam

("Cinquanta cortesie da tavola"), una sorta di galateo delle buone maniere a tavola.

Produzione in Volgare Milanese

Tra le opere in volgare milanese ricordiamo i numerosi "contrasti", composizioni poetiche in forma di dialogo e di disputa tra vari personaggi (molte delle quali su tematiche

religiose e contro l'eresia) e il Libro delle tre scritture, un poemetto narrativo in quartine di doppi settenari che descrive le pene dell'inferno (scrittura nera),

la passione di Cristo (scrittura rossa) e il paradiso (scrittura dorata).

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