Concetti Chiave
- "Do ut des" è una frase latina che significa "do affinché tu dia", utilizzata in contesti giuridici e di scambi reciproci.
- Il verbo "do" è un verbo primario del presente indicativo attivo, con particolarità nella quantità breve della vocale radicale.
- "Ut" funge da congiunzione subordinante, introducendo una proposizione finale con il congiuntivo, e può avere diversi significati a seconda del contesto.
- "Des" è la seconda persona singolare del congiuntivo presente del verbo "do", indicante una subordinata finale.
- La frase "do ut des" rappresenta una formula di permuta giuridica, ma si è diffusa anche per descrivere patti di reciproco scambio di favori.
Questo appunto di Grammatica Latina tratta della frase “do ut des” che significa “do affinché tu dia”. Se ne presenterà l’analisi morfosintattica, etimologica e semantica e se ne descriveranno poi l’origine e l’uso.
Indice
Do ut des: analisi del lessema do
Nella frase “do ut des” “do” rappresente una proposizione indipendente costituita da un solo verbo alla prima persona plurale del presente indicativo attivo.
Il verbo do das dedi datum dare è un verbo primario che differisce da quelli della prima coniugazione per la quantità breve della ă che non è vocale tematica ma radicale. La quantità lunga della ā di dās e dā è dovuta alla tendenza ad allungare le forme monosillabiche di senso pieno. I composti, a causa del passaggio di ă breve a ĭ per apofonia, sono passati alla terza coniugazione per analogia: quindi su reddĭte si sono formati reddis e redde. Il giustapposto circum-dăre testimonia la quantita breve della ă e va quindi pronunciato con l’accento sulla terzultima sillaba e non all’italiana come una parola piana. Il latino non testimonia un presente a raddoppiamento del verbo do das dedi datum dare e la forma reddo va intesa come red-do e non **re-dido. L’osco-umbro ha invece una forma a raddoppiamento come il greco δίδωμι. Il perfetto latino dedi è un antico perfetto a raddoppiamento come il greco δέδοται, l’umbro dede e il sanscrito dade.
Per quanto riguarda il significato il verbo do das dedi datum dare significa “dare” e si oppone a capio capis cepi captum capere come il greco δίδωμι a λαμβάνω.
Do ut des: analisi del lessema ut
Nella frase “do ut des” “ut”è una congiunzione subordinante che introduce proposizione dipendente finale. “Ut”, la cui forma rafforzata è “uti”, può avere funzione di avverbio e di congiunzione.Talvolta costituisce una fonte di difficoltà quando si traduce un testo latino a causa dei suoi molti valori che vengono elencati a seguire.
In funzione di congiunzione ut ha valore di:
- Congiunzione finale: con il congiuntivo presente o imperfetto. La subordinata finale negativa è introdotta da ne. Si traduce perché, affinché, per, a.
- Congiunzione completiva volitiva: con il congiuntivo presente o imperfetto. La subordinata completiva volitiva negativa è introdotta da ne. Si traduce che, di, a.
- Congiunzione consecutiva: con il congiuntivo presente, imperfetto e perfetto. Si traduce che, cosicché, da.
- Congiunzione completiva dichiarativa: con il congiuntivo. Si traduce che, di.
- Congiunzione concessiva: con il congiuntivo. Si traduce anche se, benché, sebbene.
- Congiunzione completiva volitiva con i verba timendi: con il congiuntivo. Si traduce che non, di non.
- Congiunzione temporale: con l’indicativo. Si traduce quando, non appena, da quando. Spesso è rafforzata in ut primum o statim ut.
In funzione di avverbio ut ha valore:
- Modale, comparativo, interrogativo: il modo verbale dipende dalla proposizione in cui si trova. Si traduce come.
- Esplicativo: il modo verbale dipende dalla proposizione in cui si trova. Si traduce poiché, dato che, in quanto, siccome.
- Restrittivo: il modo verbale dipende dalla proposizione in cui si trova. Si traduce almeno, per quanto, almeno come.
Ut è originariamente un avverbio utilizzato in proposizioni paratattiche con il congiuntivo volitivo. Con lo sviluppo dell’ipotassi viene percepito come conigunzione subordinante avente la funzione di introdurre sia le copletive sia le avverbiali.
Do ut des: analisi di des
La forma des è la seconda persona singolare del congiuntivo presente del verbo do das dedi datum dare. La presenza di questo modo è dovuta al fatto che si tratta di una subordinata finale in dipendenza di un tempo principale. Oltra a essere introdotta da ut o ne e seguita dal congiuntivo la subordinata finale può anche essere espressa con:
- Quo e il congiuntivo presente e imperfetto se nella subordinata è presente un comparativo.
- Una relativa impropria al congiuntivo.
- Il participio presente (raramente) o futuro.
- Il supino in -um in dipendenza dei verbi di moto.
- Causa e gratia con il genitivo del gerundio o del gerundivo.
- Ad con l’accusativo del gerundio o del gerundivo.
Per approfondimenti sul gerundio e sul gerundivo vedi anche qua
Do ut des: origine e significato contestualizzato
“Do ut des” è una formula giuridica segnalata da Giulio Paolo (terzo secolo d.C.) nel Digesto (19.5.5).La frase completa da cui è tratta la citazione è: “Aut enim do tibi ut des, aut do ut facias, aut facio ut des, aut facio ut facias”. Si tratta di quattro proposizioni indipendenti da ognuna delle quali dipende una subordinata finale al congiuntivo presente perché in dipendenza di un presente. La traduzione è: “O, infatti, do affinché tu dia, o di affinché tu faccia, o faccio affinché tu dia, o faccio affinché tu faccia”. Questa formula indica la permuta vale a dire un contratto che ha per oggetto il reciproco trasfermento di proprietà ma si è diffusa anche nella lingua d’uso per indicare un patto che implica l’assolvimento di favori reciproci. Con questa accezione è simile alla locuzione “serva me, servabo te” che si traduce “salvami, ti salverò” e deriva da un passo del Satyricon di Petronio (44.3). Si tratta di un’espressione percepita spesso come riferentesi a valori negativi e opportunistici e portatrice di valori negativi.
Per approfondimenti su Petronio vedi anche qua
Domande da interrogazione
- Qual è il significato della frase "do ut des"?
- Qual è l'analisi morfosintattica del lessema "do"?
- Quali sono le funzioni della congiunzione "ut" nella frase "do ut des"?
- Come si analizza il lessema "des" nella frase "do ut des"?
- Qual è l'origine e l'uso contestualizzato della formula "do ut des"?
La frase "do ut des" significa "do affinché tu dia" ed è una formula giuridica che indica un contratto di permuta o un patto di reciproco scambio di favori.
"Do" è una proposizione indipendente con un verbo alla prima persona plurale del presente indicativo attivo, derivante dal verbo primario "do das dedi datum dare".
"Ut" è una congiunzione subordinante che introduce una proposizione dipendente finale, ma può anche avere funzioni di avverbio e congiunzione in vari contesti.
"Des" è la seconda persona singolare del congiuntivo presente del verbo "do das dedi datum dare", usato in una subordinata finale dipendente da un tempo principale.
La formula "do ut des" è segnalata da Giulio Paolo nel Digesto e indica un contratto di permuta o un patto di reciproco scambio di favori, spesso percepito con valori negativi e opportunistici.