Concetti Chiave
- I cognomi hanno origini medievali e spesso derivano da patronimici, soprannomi, caratteristiche fisiche, città, mestieri o posizioni sociali.
- Nei documenti ufficiali italiani, il cognome precede il nome, mentre nei contesti informali e nelle firme il nome precede il cognome.
- Gli uomini celebri sono spesso indicati con il cognome preceduto dall'articolo, ma per artisti di grande fama si usa solo il nome, come Dante o Michelangelo.
- I titoli onorifici, come "Maestà" e "Altezza", sono in disuso, ma permangono in contesti specifici, soprattutto nella gerarchia ecclesiastica.
- Nella gerarchia ecclesiastica, si utilizzano titoli come "Sua Santità" per il Papa, "Sua Eminenza" per i cardinali e "Sua Eccellenza" per arcivescovi e vescovi.
Indice
Cenni sull’origine del cognome
Comunemente, una persona viene designata con un nome e un cognome. Il nome appartiene ad una sola persona, mentre il cognome è comune ad una o a più famiglie e può avere origini recenti o più antiche, ma in ogni caso non risale mai oltre il medioevo. I cognomi traggono spesso origine dall’uso di aggiungere al nome la particella di + nome del padre: Guido di Piero, Dante di Alighiero e da questo sono derivati cognomi Pieri o Alighieri. A volte il cognome può avere origini da un soprannome, da una qualità fisica, da un nome di città o di regione, da un mestiere, o da una posizione sociale. Ecco perché abbiamo i cognomi Rossi, Romani, Lombardi, Fabbri, Dell’Orfanello, Muratori.
Posizione del nome e del cognome
Nei documenti burocratici il cognome precede il nome e un tempo si aggiungeva alche il nome del padre e del cognome e del nome della madre. Se non si tratta di documenti d’ufficio, il nome precede il cognome. Nella firma si applica la stessa indicazione. Le donne sposate assumono il cognome del marito, i figli quello del padre con la facoltà di aggiungere anche quello della madre. In epoca moderna, almeno in Italia, anche se la donna assuma il cognome del marito, di fatto nei documenti indica soltanto il cognome di nascita. Fino a qualche decennio fa, si era soliti indicare una donna sposata in questo modo: Maria Rossi in Verdi, in cui Verdi è il cognome di nascita.
Gli uomini celebri
Coloro che hanno legato il proprio nome ad attività artistica, storica o letteraria, si indicato con il cognome preceduto dall’articolo: il Petrarca, il Botticelli, il Parini, il Manzoni, ma nell’uso moderno l’articolo tende a scomparire. Sono per alcuni poeti o artisti molto grandi, si preferisce utilizzare soltanto il nome: Dante, Michelangelo, Raffaello, Leonardo. Il nome di un artista può essere anche adoperato, al singolare o al plurale, per indicare una sua opera, soprattutto nel campo della pittura:• All’asta è stato venduto un Raffaello e un Tiziano, per dire un dipinto di Raffaello e una tela di Tiziano.
• All’asta due Tiziani sono stato battuti a un milione di euro ciascuno.
Si può sentire un nome proprio di un artista al plurale, senza che esso indichi un’opera:
I Raffaello non esistono più = Con il significato che li artisti della levatura di Raffaello non esistono più.
I titoli onorifici
Si tratta di nomi astratti che sono stati assunti a significato di titolo onorifico e con funzione di nome proprio.I titoli onorifici sono armai in totale disuso, probabilmente per la progressiva eliminazione delle corti imperiali e reali. Essi sono “Maestà”, “Altezza” e Eccellenza”, di solito tutti accompagnati dall’aggettivo possessivo “Sua” o da “Vostra”.
• “Maestà” è riservato agli imperatori e ai re
• “Sua Altezza” è invece riservato ai principi discendenti da una dinastia reale
Rivolgendosi al re d’Inghilterra, diremo: “Sua maestà il re Carlo III”, ma la sorella Anne sarà “Sua altezza, la principessa Anne”
Un tempo ci si rivolgeva ai ministri, al Prefetto oppure ai funzionari dello Stato di grado molto elevato con il termine “Eccellenza”; si tratta di un termine che ormai, nell’italiano moderno è stato abolito, anche se, in circostanze particolari continua ad essere adoperato.
Nella gerarchia ecclesiastica, esistono tre appellativi, richiesti dall’etichetta: Sua Santità, (Sua) Eminenza e (Sua) Eccellenza.
• ci si rivolge al Pontefice con l’appellativo “Sua Santità”,
• ci si rivolge ai cardinali con “Sua Eminenza”
• ci si rivolge agli arcivescovi e ai vescovi con “Sua Eccellenza”.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine comune dei cognomi?
- Come si posizionano nome e cognome nei documenti ufficiali?
- Come vengono indicati gli uomini celebri nella storia e nell'arte?
- Qual è l'uso dei titoli onorifici oggi?
- Come si rivolge ai membri della gerarchia ecclesiastica?
I cognomi spesso derivano dall'uso di aggiungere al nome la particella "di" seguita dal nome del padre, oppure da soprannomi, qualità fisiche, nomi di città o regioni, mestieri o posizioni sociali.
Nei documenti burocratici, il cognome precede il nome, mentre nei contesti non ufficiali e nelle firme, il nome precede il cognome.
Gli uomini celebri sono indicati con il cognome preceduto dall'articolo, ma nell'uso moderno l'articolo tende a scomparire. Per alcuni artisti molto grandi, si preferisce utilizzare solo il nome.
I titoli onorifici come "Maestà", "Altezza" ed "Eccellenza" sono in disuso, ma continuano ad essere usati in circostanze particolari, specialmente nella gerarchia ecclesiastica.
Al Pontefice ci si rivolge con "Sua Santità", ai cardinali con "Sua Eminenza" e agli arcivescovi e vescovi con "Sua Eccellenza".