Concetti Chiave
- L'uso del "voi" è nato per evidenziare la dignità dell'interlocutore, considerato di rango superiore, e ha sostituito il "tu" considerato troppo confidenziale.
- Nel corso del tempo, forme di cortesia come "Vostra Signoria" sono state sostituite con la terza persona singolare femminile, come "Sua Signoria".
- Il "plurale maiestatis" e il "pluralis modestiae" sono usati rispettivamente per autoesaltarsi e per essere più inclusivi, specialmente nel linguaggio scientifico.
- Il "voi" sta scomparendo nell'uso comune, sostituito dal "Lei" o dal "tu", tranne in alcune situazioni formali o in contesti di persone anziane.
- In altre lingue, come il francese e il tedesco, il rispetto è mostrato usando il "vous" o "Sie", mentre in inglese la distinzione non esiste grazie all'identità tra seconda persona singolare e plurale.
Indice
Un po’ di storia
Gli antichi Romani utilizzavano un unico pronome personale, il “tu”, per rivolgersi ad una persona, qualunque essa fosse: giovane, anziana, importante, di basso livello, di rango elevato, di umili condizioni. Lo schiavo dava del tu al padrone e il semplice suddito dava del tu all’imperatore. Era una questione di logica e di buon senso. Pertanto il “voi” era soltanto un pronome personale di seconda persona plurale e niente aveva a che vedere con le formule cortesia.L'uso del "voi"
L’uso di impiegare il “voi” nei confronti della persona a cui ci si rivolge, è nato dalla necessità di dare risalto alla dignità e al valore all’interlocutore, giudicato superiore a quello della persona che parla. L’intenzione è buona, ma, in certe situazione non è facile stabilire il confine fa il senso di rispetto e l’adulazione. L’uso di un solo pronome eviterebbe questo inconveniente, ma non eliminerebbe nell’uomo il bisogno di ingraziarsi un’autorità.Inizialmente, considerando il “tu” troppo confidenziale, fu introdotto il “voi” per la persona singolare per mostrare rispetto e la considerazione in cui essa era tenuta. Dal XVI secolo in poi, sia per adulazione che per servitù, si fece avanti l’usanza di vedere nei signori, nella nobiltà e nella persone di pregiò un ente astratto. Per questo la parola non era più rivolta alla persona, ma alla sua dignità e al suo titolo che lo rendeva unico e di pregio. Per questo motivo, sono sorte le seguenti forme di cortesia:
• Vostra Signoria > Sua Signoria
• Vostra Eccellenza > Sua eccellenza
• Vostra Maestà > Sua Maestà
• Vostra Santità > Sua Santità
cioè la seconda persona plurale viene sostituita con la terza persona singolare femminile.
Quindi, quando nel parlare comune si dà del “Lei” al nostro interlocutore, ci immaginiamo di parlare non al sig. X, ma alla signoria o all’eccellenza della sua persona.
Questo uso della lingua è complesso quanto assurdo e, probabilmente si basa sulla tendenza generale dell’uomo ad esagerare l’altrui valore, a seconda delle circostanze.
Il “plurale maiestatis” e il “pluralis modestiae »
Nei discorsi dei re e del Pontefice si ricorre al “plurale maiestatis” (= 1.a persona plurale) con lo scopo di dare un tono più elevato a quanto viene pronunciato da chi ha una particolare autorità e che vuole autoesaltarsiEsiste anche il “pluralis modestiae” per cui colui che parla o che scrive invece di usare la prima persona singolare, utilizza la 1.a plurale, al fine di essere più inclusivo. E’ un modi fare frequente nel linguaggio scientifico: “ Per esempio: “invece di dire “Io vedo che 64 è multiplo di 2”, si dice “Vediamo che 64 è multiplo di 2”. Questa tecnica serve anche ad avvicinare di più gli ascoltatori o i i lettori e ad accattivarsi la loro simpatia, evitando un topo troppo cattedratico e una divisione troppo netta fra chi insegna e chi sta imparando.
Il voi sta scomparendo ovunque anche in quelle in zone dove è più radicato. Solo le persone molto anziane faticano a sostituirlo con il “Lei”. Bisogna anche ricordare che durante l’epoca fascista il “Lei “fu soppresso e sostituito dal “voi”. Passare poi dal “lei” al “tu” è un segno di amicizia, di intesa e di familiarità.
Situazione nelle altre lingue
Nelle altre lingue, le cosa non vanno molto diversamente dall’italiano:in inglese, data l’identità della seconda persona singolare con la seconda plurale, il problema si risolve automaticamente
in francese, rivolgendoci ad una persona che non conosciamo, di cui riconosciamo la superiorità, si adopera “vous”
In tedesco un tempo si seguiva la stessa regola del francese. Oggi, invece, si impiega la terza persona plurale (Sie, con la lettera maiuscola).
Alcune particolarità
• Oltre al passaggio Lei > tu, tra due persone che diventano amiche, esiste anche il passaggio inverso tu > Lei, tra due persone che cessano il rapporto di amicizia e che assumono la posizione fredda che avevano inizialmente. Ciò accade non perché uno voglia esprimere all’altro il rispetto e le considerazioni in cui viene tenuto, ma perché vuole ricostruire intorno la barriera di un rapporto formale.
• Esiste anche l’espressione “Ella” (esempio: Come Ella saprà…..) è sempre meno usata ed ha un senso antiquato.
• Da ricordare che gli aggettivi possessivi che riferiscono a “Lei” devono essere scritti con la lettera maiuscola. Esempio: Abbiamo ricevuto la Sua lettera del 10 corrente.
Il problema dell’accordo
Parlando di “Lei” terza persona singolare femminile, sorge il problema dell’accordo dell’aggettivo e del participio passato. Essi vanno concordati al femminile singolare o con il soggetto quale esso è?
Esempio: Signore, credo che Lei sia molto apprezzato o apprezzata? Le due soluzioni sono possibili, anche se l’accordo con il reale soggetto è senz’altro meno formale e stona sentire un aggettivo al femminile riferito ad un nome di tutt’altro genere.