Concetti Chiave
- Hegel's philosophy is based on the dialectic process of thesis, antithesis, and synthesis, representing the infinite's realization through finite manifestations.
- He asserts that "the real is rational and the rational is real," meaning reality is a manifestation of rationality, and everything that exists is necessarily rational.
- The "Phenomenology of Spirit" outlines the development of consciousness from individual awareness to universal consciousness, achieved through historical and cultural processes.
- Hegel's "Philosophy of Nature" views nature as an unconscious manifestation of the divine, eventually leading to the self-awareness of spirit.
- In the "Philosophy of Spirit," Hegel describes the progression from individual spirit to objective spirit and ultimately to absolute spirit, embodying self-awareness in art, religion, and philosophy.
Per Hegel l’infinito si realizza attraverso tre momenti
* tesi
* antitesi
* sintesi
I capisaldi del suo sistema e quindi i concetti chiave della sua filosofia e sono: il reale è razionale e il razionale è reale, il finito si infinitizza e l’infinito si finitezza e infine la funzione giustificatrice della filosofia chee ha il compito di dire che tutta la realtà è razionalità.
Indice
La tesi del finito e dell'infinito
La prima tesi afferma che il finito si infinitizza e l’infinito si finitizza cioè l’infinito che è Dio non è qualcosa di diverso dalla razionalità umana, infatti il finito è un momento dell’infinito ed è esplicazione dell’infinto stesso. Il finito assume quindi tutte le caratteristiche dell’infinito, e la sua manifestazione è un momento di realizzazione dell’infinito. Il finito esiste quindi unicamente nell’infinito e in virtù dell’infinito e l’Hegelismo si configura cm una forma di monismo panteistico cioè cm una teoria chee vede nel mondo(finito)la manifestazione di Dio(infinito). Per Hegel la realtà non è sostanza ma soggetto e quindi è un processo di autoproduzione che soltanto alla fine, cioè con l’uomo(spirito)e le sue attività più alte(arte, religione, filosofia)riesce a rivelare il vero e quindi nell’uomo l’infinito acquista piena coscienza di se.
La razionalità nella realtà
La seconda tesi afferma che il razionale è reale e il reale è razionale, cioè Hegel vuole dire che alla base della realtà vi è l’idea o ragione e la razionalità non è astratta e ideale, ma è la realtà stessa e la realtà non è qualcosa di episodico ma è razionalità dispiegata cheche si manifesta in modo inconsapevole nella natura e in modo consapevole nell’uomo. Questa identità implica anche l’identità tra essere e dover essere, infatti ciò che esiste è ciò che razionalmente deve essere. Il mondo in quanto è, e così come è è razionalità dispiegata che si manifesta attraverso una serie di momenti necessari che non possono essere diversi da come sono.
Il compito della filosofia
Nella terza tesi Hegel da alla filosofia il compito arduo di dire chee tutta la realtà è razionalità e deve comprendere le strutture razionali che la costituiscono. La filosofia nasce quando il mondo si è già formato e afferma che la funzione della filosofia viene paragonata alla nottola di Minerva spicca il volo sul far della sera, cioè quando la realtà è già compiuta. La filosofia non può guidare e determinare la realtà ma deve dimostrare con la riflessione la sua intrinseca razionalità, infatti la filosofia deve trovare la razionalità in tutto. Il sistema filosofico di Hegel inizia con la filosofia, la sua filosofia, infatti secondo lui non ci saranono più filosofi perchè è il filosofo per eccellenza e si concluderà con la filosofia, abbiamo quindi un sistema circolare chiuso che parte dall’idea e si sintetizza nello spirito e lo stato è etico ed è il culmine dello spirito oggettivo. Idea, natura e spirito: i tre momenti dell’assoluto e le partizioni della filosofia: Hegel afferma che l’assoluto avviene attraverso 3momenti dell’idea, tesi(in se e per se), antitesi(fuori di se)e sintesi(idea che torna in se). Nella tesi l’idea viene paragonata a Dio prima della creazione della natura e di uno spirito finito ed è l’idea in se stessa a prescindere dalla sua realizzazione nella natura e nello spirito, nell’antitesi si ha il momento negativo ma necessario che rappresenta la natura cioè l’alienazione dell’idea che verrà superato dalla sintesi, nella quale l’idea è spirito e dopo essersi fatta natura acquista coscienza di se nell’uomo. A questi tre momenti dell’assoluto Hegel fa corrispondere 3sezioni del suo sapere filosofico e cioè la logica, la filosofia della natura e la filosofia dello spirito. La logica è l’idea considerata nel suo essere implicito, la filosofia della natura è la scienza dell’idea nel suo alienarsi da se, la filosofia dello spirito è la scienza dell’idea chee dal suo alienamento torna in se.
dialettica: Per Hegel l’assoluto è divenire e viene regolato dalla dialettica che rappresenta anche la legge di sviluppo e di comprensione della realtà ed è una legge logica ed ontologica perchè il reale è razionale e il razionale è reale e tutto è razionalità. La dialettica è formata da tre momenti, tesi, antitesi e sintesi. La tesi è l’astratto razionale e cioè il principio al quale arriviamo attraverso il principio di non contraddizione e per affermare se stesso dobbiamo metterlo in relazione con il suo opposto e cioè con l’antitesi. La sintesi unifica la tesi e l’antitesi ed è la riaffermazione potenziata della tesi ottenuta tramite la negazione dell’antitesi. La dialettica è la totalità dei 3momenti ed illustra il principio fondamentale della filosofia di Hegel e cioè la risoluzione del finito nell’infinito. Infatti il finito non può esistere in se stesso e per porre se stesso è obbligato ad opporsi a qualcos’altro e cioè ad entrare in relazione con il tutto infinito di cui esso è parte. La dialettica esprime quindi il processo secondo cui le varie parti della realtà perdono la loro rigidezza e diventano momenti di un idea unica e infinita. La dialettica è la crisi del finito e la sua risoluzione necessaria nell’infinito. La dialettica ha cm punto di arrivo l’assoluto e pensare dialetticamente significa pensare la realtà cm una totalità di processi chee procede secondo tesi, antitesi e sintesi.
Fenomenologia dello spirito
Fenomenologia dello spirito: qui viene esposto il cammino dalla coscienza individuale a quella universale. La coscienza compie questo cammino attraverso ansie, dolori e quindi infelicità, si sente piccola, limitata e scissa dall’infinito e a poco a poco prende coscienza di essere l’infinito e di essere quindi tutte le cose. Questo è un percorso che riguarda un processo culturale e storico. In questo percorso troviamo delle figure particolari. La figura è un immagine non solo ideale ma anche reale(es: signoria e servitù hanono un valore reale ma corrispondono anche a un contesto storico perchè testimoniano un preciso grado del cammino della coscienza). La fenomenologia è la storia romanzata della coscienza che attraverso lacrime e patimenti riesce a prendere coscienza di essere tutte le cheose passando dalla coscienza individuale a quella universale e questo cammino corrisponde al cammino di maturazione dell’uomo. La fenomenologia si divide in coscienza(tesi), autocoscienza(antitesi)e ragione(sintesi). Coscienza: in questa fase predomina l’attenzione verso l’oggetto e il punto di partenza è la certezza sensibile che mi da in ultima analisi la certezza del “questo” e la certezza dell’io anch'esso universale chee entra in relazione con il “questo”. Se si passa dalla certezza sensibile alla percezione si ha il rinvio all’io universale, infatti le mie singole percezioni vengono unificate dall’io quindi le varie rappresentazioni non sono nell’oggetto, ma è il soggetto che unifica le percezioni. Se si passa dalla percezione all’intelletto, questo entra in rapporto con il fenomeno che non si produce esternamente al soggetto, ma è produzione del soggetto e poiché il fenomeno è soltanto nella coscienza, la coscienza ha risolto l’intero oggetto in se stessa e si è arrivati all’autocoscienza. Autocoscienza: l’origine del mondo esterno è all’interno del soggetto. L’autocoscienza per essere conosciuta come tale ha bisogno di altre autocoscienze, infatti secondo Hegel l’uomo è autocoscienza solo se riesce a farsi riconoscere da un'altra autocoscienza. Il riconoscimento tra le autocoscienze passa attraverso un conflitto tra di esse durante il quale ogni autocoscienza per affermare la propria indipendenza deve essere pronta a tutto e il duello si concluderà con il subordinarsi dell’una all’altra nel rapporto servo-signore. L’autocoscienza infatti è signoria e servitù, un autocoscienza si sottomette e una farà da padrone, ma queste figure si invertiranono e infatti il servo prenderà coscienza di se attraverso tre gradi, la paura della morte, il lavoro e il servizio. Infatti lo schiavo è riuscito ad acquisire la propria indipendenza perchè ha avuto paura della morte e ha potuto sperimentare il proprio essere cm qualcosa di distinto e indipendente. Nel servizio la coscienza si autodisciplina e impara a vincere i propri impulsi naturali e nel lavoro il servo imprime nelle cose una forma che rappresenta il riflesso nelle cose dell’indipendenza che lo schiavo ha raggiunto rispetto agli oggetti. Stoicismo e scetticismo: l’indipendenza dell’io nei confronti delle cose che è il risultato della dialettica tra servo e signore, trova la sua manifestazione nello stoicismo secondo il quale l’uomo deve raggiungere l’atarassia cioè l’imperturbabilità e quindi l’autocoscienza deve svincolarsi dalle passioni e dagli affetti e deve raggiungere un’astratta libertà interiore sospendendo tutto ciò che la turba. Gli scettici invece sospendono i giudizi sulle cose per arrivare all’indipendenza dell’io dalle cose (apochè). Gli scettici sono più radicali degli stoici che predicano solo l’imperturbabilità delle passioni. Agli scettici viene fatta una critica, infatti loro sospendono il giudizio su tutto tranone che sulla loro filosofia e qui si ha una grande contraddizione perchè dovrebbero sospendere anche i giudizi sulla loro filosofia e non considerarla cm principale.
La coscienza infelice
La coscienza infelice: è la separazione radicale tra l’uomo e Dio. Questo accade nell’ebraismo nel quale l’assoluto e la realtà vera vengono sentiti lontani dalla coscienza e Dio diventa padrone assoluto di vita e morte. Nel cristianesimo Dio viene considerato cm realtà effettuale, tuttavia la pretesa di cogliere l’assoluto in una presenza particolare e sensibile è destinata al fallimento e notiamo questo nelle crociate. La coscienza è infelice perchè si sente piccola e lontana dall’infinito. Dio si incarna duemila anoni prima di noi e quindi la coscienza sente la sua lontananza e continua ad essere infelice. Questa distanza si colma attraverso 3momenti: la devozione, il fare o l’operare e la mortificazione di se. La devozione è una pratica sentimentale di vicinanza all’assoluto e si basa solo sul sentimento. Il fare o l’operare è il momento in cui la coscienza rinunciando ad un contatto immediato con Dio cerca di esprimersi nel lavoro, infatti l’uomo medioevale cerca di colmare questa distanza lavorando per arrivare a Dio, ma il lavoro è grazia di Dio e in questo modo l’uomo si umilia ed è infelice. Si arriva così alla mortificazione della carne in cui la coscienza capisce di essere lei tutte le cose e si arriva alla ragione. Ragione: l’autocoscienza è diventata ragione cm soggetto assoluto e raggiunge la certezza di essere tutte le cose. Ma questa certezza per divenire verità deve giustificarsi e attua un inquieta ricerca nel mondo della natura. La coscienza crede di cercare l’essenza delle cose ma in realtà cerca se stessa e così si determina l’osservazione della natura e l’uomo si cerca nelle scienze più di moda in quel periodo e cioè nella fisiognomica con la quale ad ogni caratteristica somatica corrispondeva il carattere dell’uomo e la frenologia che affermava che alla conformazione delle ossa corrispondeva il carattere della persona, in queste scienze la ragione cerca se stessa e tenta di riconoscersi nella realtà. Hegel cerca di costruirsi e si passa dalla ragione osservativa a quella attiva e ci si rende conto chee l’unità di io e mondo deve venir realizzato e si divide in3figure. La prima è il piacere e la necessità, infatti l’uomo si da al piacere su tutti i fronti per sfuggire alla morte però capisce di non essere h, ma continua a essere una vittima della morte. L’autocoscienza cerca allora di opporsi al corso ostile del mondo e si appella alla legge del cuore e al delirio della presunzione che è la seconda figura della ragione attiva nella quale l’individuo porta al delirio la propria legge del cuore a causa della presunzione degli uomini, infatti la coscienza propone la propria legge del cuore chee viene fermata dalle leggi del cuore di altri singoli. La terza legge è la virtù e il corso del mondo, alla quale si arriva contrapponendo la virtù ai fanatismi di parte. Ma il contrasto tra la virtù e la realtà si conclude con la sconfitta del “cavaliere della virtù”e dei suoi propositi di moralizzare l’esistente. Alla ragione osservativa e attiva si affianca una terza sezione e cioè l’individualità in se e perse e pur raggiungendo la propria realizzazione rimane astratta. E’ formata da 3 figure
-il regno animale dello spirito che corrisponde al capitalismo e alla base di questo regno animale dello spirito vi è un inganono in quanto l’individuo tende a spacciare la sua opera cm dovere morale invece essa esprime soltanto il proprio interesse.
-La ragione legislatrice è la seconda figura e questa avvertendo l’inganno cerca delle leggi che non raggiungono l’universalità. -Infine la terza figura è la ragione esaminatrice delle leggi con la quale l’autocoscienza cerca delle leggi assolutamente valide e appare essere costretta a porsi al di sopra delle leggi limitandone la validità.
Con queste figure Hegel vuol farci capire che se ci si mette dal punto di vista dell’individuo allora non si raggiungerà mai l’universalità che si troverà soltanto nella fase dello spirito oggettivo ed eticità, e cioè quando la ragione si realizzerà concretamente nelle strutture sovraindividuali e cioè stato, diritto e società civile. Quindi l’eticità non raggiungerà l’universalità compiuta se si rimane nell’ambito individuale ma si realizzerà soltanto nelle strutture sovraindividuali.
La logica hegeliana
LA LOGICA: è la scienza dell’idea pura alla quale Hegel dedica un opera “la scienza della logica”nella quale studia l’idea considerata nel suo essere implicito e nel suo graduale esplicarsi ma a prescindere dalla sua concreta realizzazione nella nhatura e nello spirito. In quanto tale la logica esamina i concetti o categorie che formano l’impalcatura originaria del mondo e sn pensieri oggettivi che esprimono la realtà stessa nella sua essenza e nella sua struttura razionale. Il sistema Hegeliano inizia dalla triade fondamentale formata da idea, natura e spirito. L’idea è l’oggetto di studio della logica. La logica è inoltre ontologia e cioè scienza dell’essere e metafisica. La logica hegeliana si divide in logica dell’essere, dell’essenza e del concetto e per arrivare all’idea si parte da concetti poveri e astratti come l’essere in quanto essere privo di determinazioni e si arriva all’idea che ha in se tutte le determinazioni ed è tutte le cose. La logica parte dall’essere che è il concetto più indeterminato e povero e proprio per questo coincide in quanto totalità quasi con il nulla (per Parmenide invece essere e non essere erano 2 concetti separati). Essere e non essere sn concetti dinamici e si sintetizzano nel divenire ce nella sua determinazione comprende i concetti di quantità, qualità e misura chee definiscono l’essere definito. L’essenza è il pensiero nella sua mediazione, è la cosa concepita dal punto di vista del suo fondamento. Le categorie fondamentali sono l’essenza cm ragione dell’esistenza, il fenomeno e la realtà in atto. L’essenza riconoscendosi diversa dalle altre scopre la propria ragione d’essere e diventa esistenza. La realtà in atto è l’unità di essenza ed esistenza e l’essere a questo punto diventa concetto che è il pensiero ritornato a se cm totalità e costituisce un ulteriore e più elevato momento della consapevolezza logica. La logica del concetto ha il compito di mostrare come il pensiero guardi ad ogni realtà particolare comprendendola in un concetto e la totalità logica a cui fa capo l’insieme di questa trama di categorie è l’idea concepita cm ragione e cm totalità della realtà. L’idea è vita, è la conoscenza, costituisce il momento della comprensione assoluta di qualsiasi cosa perchè è attraverso i concetti che la realtà diviene trasparente a se stessa e pura forma. L’idea assoluta comprende l’idea teorica e pratica che ha superato ogni finitudine e quindi l’idea nella sua forma assoluta non è altro che la logica stessa di Hegel nella totalità e nell’unità delle sue determinazioni. La logica alla fine del suo percorso dice che la realtà è una trama di concetti e tutto è razionalità.
Filosofia della natura: Hegel affronta il problema della natura e dimostrerà che la natura è manifestazione del divino ma in modo inconsapevole. Questo è considerato un rompicapo della filosofia hegeliana, il punto più lontano dalla razionalità ed è la pattumiera del sistema. La filosofia della natura è il luogo in cui Hegel ha riversato tutto ciò di cui non amava parlare, ma nonostante ciò costituisce un passaggio obbligato per arrivare allo spirito, infatti c’è l’alienazione dell’idea, la natura non ha la coscienza di essere razionale ed è Dio prima di aver tirato fuori le determinazioni. L’idea divina è rinchiusa nella natura in una forma inadeguata e aspira a superarla per passare a una più adeguata espressione di se e del suo concetto che è lo spirito. Nella natura si riconosce la presenza di una razionalità e la filosofia della natura descrive le leggi che la regolano che sono universali e necessari. Mentre la scienza empirica si limita a descrivere la realtà naturale attraverso processi determinati, la filosofia della natura concepisce la natura cm una totalità. Hegel combatte apertamente nel meccanicismo scientifico e gli contrappone una visione organica della natura. La filosofia della natura si divide in meccanica, fisica e fisica organica.
Filosofia dello spirito: è la conoscenza più alta e difficile ed è lo studio dell’idea che non è più natura ma si fa soggettività. Lo spirito ha 3momenti: lo spirito soggettivo che è lo spirito individuale nell’insieme delle sue facoltà, lo spirito oggettivo che è lo spirito sociale e lo spirito assoluto che è lo spirito che sa e conosce se stesso nell’arte, religione e filosofia. Nello spirito si procede per gradi e ogni grado è compreso e risolto in quello superiore infatti l’individuo non esiste accanto alla società ma ne fa parte.
Spirito soggettivo: è lo spirito individuale chee cerca di emergere dalla natura e si divide in tre parti:
*antropologia
*fenomenologia
*psicologia
L’antropologia è il dormiveglia dello spirito e si ha il risveglio della coscienza e comprende tutte le inclinazioni naturali dell’uomo cm il carattere e il temperamento che sono inconsapevoli. La fenomenologia studia lo spirito in quanto scienza, autocoscienza e ragione e infine la psicologia che è lo spirito teorico nelle sue manifestazioni universali e cioè l’attività pratica, la libertà e la conoscenza che viene intesa cm totalità di tutte le determinazioni(intuizione, rappresentazione e pensiero)con le quali la ragione prova se stessa nel suo contenuto.
Spirito oggettivo: La libertà e l’universalità non si realizza nell’individuo ma nelle strutture sovraindividuali: diritto astratto, moralità ed eticità che è il momento più alto e si dispiega nella famiglia, nella società civile e nello stato. Il diritto astratto: riguarda l’esistenza esterna della libertà delle persone chee vivono in una società e si realizzano con il possesso di proprietà chee diviene tale tramite un contratto. Ma esistono anche i furti e i torti che vanono contro la proprietà e si arriva al diritto contro il torto che viene abolito grazie alla pena che fa ritornare tutto alla razionalità, infatti i beni ritornano al proprietario e colui chee commette il torto sconta la pena, ma affinché la pena sia efficacemente punitiva occorre e vi sia la conversione interiore del colpevole. La moralità: è la sfera della volontà soggettiva e si manifesta nell’azione sgorgando da un proponimento che diventa intenzione al fine di arrivare al benessere. Quando l’intenzione e il benessere si sollevano all’universalità allora il fine della volontà diventa il bene che non esiste per suo conto ma passa all’esistenza attraverso un'altra volontà del soggetto chee può essere cattiva. Quindi vi è una separazione tra la realizzazione del bene e il bene che deve essere realizzato. L’eticità: l’uomo tende al bene, ma non riesce a compiere il bene assoluto che onon si trova quindi nella moralità, ma nell’eticità cioè nelle strutture sovraindividuali: famiglia, società civile e stato. L’eticità è la moralità sociale e qui il bene non deve restare solo all’interno del singolo ma deve realizzarsi. Famiglia: è il primo momento dell’eticità ed è fondata sull’amore e la fiducia e si articola nel matrimonio, patrimonio ed educazione dei figli che diventati adulti danono origine ad altre famiglie formando quindi la società civile. La società civile: rappresenta il campo di battaglia dell’interesse privato e individuale di tutti contro tutti, infatti è la parte negativa(antitesi)dell’eticità, la cui tesi era la famiglia. La società civile si articola in tre momenti: il sistema dei bisogni ch e nasce dal fatto che gli individui dovendo soddisfare i propri bisogni svolgono dei lavori dividendo la società in classi(agricoltori, fabbricanti e pubblici funzionari). L’amministrazione della giustizia comprende le leggi e la loro tutela, mentre la polizia e le corporazioni provvedono alla sicurezza sociale e hanono il ruolo di unire la volontà del singolo a quella della categoria a cui appartiene anticipando così il momento dell’universalità dello stato. Lo stato: è il momento di culmine dell’eticità, è il bene volutamente dispiegato. Questa eticità di Stato è differente dalla concezione degli autori precedenti in quanto lo stato era visto cm strumento volto a garantire la sicurezza e i diritti degli individui; mentre per Hegel la sovranità dello stato deriva dallo stato stesso(ha in se stesso la propria ragione d’essere ed il proprio scopo)e quindi lo stato si basa sul concetto di bene universale e non è fondato sugli individui. Per Hegel lo stato non è solo un contratto che nasce con gli individui, ma è lo stato a fondare gli individui. Hegel contesta il giusnaturalismo chee parla dei diritti di natura, ma condivide con esso sia il porre lo stato cm punto d’inizio del processo storico, sia la tesi che riguarda la supremazia della legge che è concepita cm la più alta manifestazione della volontà razionale dello stato. Lo stato di Hegel non è dispotico (illegale), infatti per Hegel lo stato ideale è la monarchia costituzionale e alla base vi devono essere le leggi. Hegel si basa quindi su uno stato fondato sul rispetto delle leggi sulla libertà formale dell’individuo e della sua proprietà. Alla base di questo governo vi sono tre tipi di potere:
* potere legislativo
* potere governativo
* potere principesco
Il potere legislativo dove vi è l’assemblea dei ceti che ha il compito di fare le leggi ma che per Hegel questa assemblea dei ceti è solo una parte(la meno determinante)del potere legislativo in quanto lui sostiene che fanono valere gli interessi privati a spese degli interessi generali. In questo caso si nota una contraddizione nel pensiero di Hegel perchè da un lato afferma che tutti i ceti devono fare le leggi, ma dall’altro lato dice che il popolo non sa quello che vuole; a questo punto, allora, i ceti non fanono più le leggi e le leggi le devono fare i governanti. Il potere governativo(esecutivo)è nelle mani dei funzionari di stato chee hanono il compito di far rispettare le leggi. Il potere principesco rappresenta il momento in cui la sovranità dello stato si concretizza con l’individualità reale e ha il compito dell’ultima decisione per quanto riguarda gli affari collettivi. In sintesi si può dire che: il monarca è uno, con il potere governativo intervengono alcuni e con il potere legislativo interviene la pluralità in genere. Hegel fu accusato di statolatria perché parla dello stato cm colui che è Dio nel mondo, ma gli hegeliani si sn difesi da questa accusa dicendo chee Dio non si identifica con lo stato ma con lo spirito assoluto il quale culmina nella filosofia attraverso l’arte e la religione. Il monarca è colui chee incarna il potere ma il vero potere è dei funzionari, quindi il monarca è solo un simbolo che unifica il potere in una sola persona.
Filosofia della storia: la storia di Hegel è un concetto di progressione quindi non è un insieme di azioni scononesse fra loro. Il fine della storia è la presa di coscienza dello spirito di essere tutte le cose e quindi è un tutto organico e il cammino che lo spirito compie per arrivare alla coscienza di essere tutte le cose. I mezzi della storia sono gli uomini con le loro passioni. Ci sono due tipi di uomini, i progressisti che sono coloro che hanono fatto la storia e hanono incarnato lo spirito di un popolo non facendosi dominare dalla propria passione e dalla propria ambizione. Gli uomini sono quindi pedine nelle mani della ragione che li usa per realizzare i suoi piani. La storia quindi è un tutto organico e va verso un fine e lo spirito si realizza tramite la storia. Hegel divide la storia in tre momenti , il mondo orientale dove un uomo è libero e gli altri sono schiavi, il mondo greco-romano dove solo pochi uomini sono liberi e infine il mondo cristiano germanico dove tutti gli uomini sono liberi e questa libertà può realizzarsi soltanto nello stato etico.
Spirito assoluto: nello spirito assoluto l’idea giunge alla piena coscienza della propria infinità e assolutezza e quindi tutto è spirito e non vi è niente al di fuori di esso. Per arrivare a ciò si ha un processo dialettico rappresentato dall’arte, dalla religione e dalla filosofia che si differenziano non per il contenuto ma per la forma, infatti l’arte conosce l’assoluto nella forma e l’intuizione sensibile, la filosofia nella forma del puro concetto e la religione nella forma della rappresentazione.
Domande da interrogazione
- Quali sono i tre momenti attraverso cui Hegel realizza l'infinito?
- Come Hegel definisce il rapporto tra il reale e il razionale?
- Qual è il compito della filosofia secondo Hegel?
- In che modo Hegel descrive la dialettica?
- Qual è il ruolo dello stato nella filosofia di Hegel?
Hegel realizza l'infinito attraverso i tre momenti di tesi, antitesi e sintesi, che rappresentano il processo dialettico fondamentale della sua filosofia.
Hegel afferma che il reale è razionale e il razionale è reale, indicando che la realtà è intrinsecamente razionale e che la razionalità si manifesta nella realtà stessa.
Secondo Hegel, la filosofia ha il compito di dimostrare che tutta la realtà è razionalità, comprendendo le strutture razionali che la costituiscono.
Hegel descrive la dialettica come un processo di sviluppo e comprensione della realtà, regolato da tesi, antitesi e sintesi, che risolve il finito nell'infinito.
Nella filosofia di Hegel, lo stato è il culmine dell'eticità e rappresenta il bene universale, fondando gli individui e non viceversa, e si basa su una monarchia costituzionale con rispetto delle leggi.