Concetti Chiave
- Pietro Pomponazzi sostiene che fenomeni come oracoli e profezie non richiedono sostanze immateriali per essere spiegati, attribuendo la loro causa ai corpi celesti.
- Il filosofo ritiene che la libertà umana sia limitata dalle cause naturali, poiché gli uomini fanno parte della natura e ne subiscono l'influenza.
- Pomponazzi vede la natura come intrisa di poteri magici che possono influenzare la vita umana, inserendosi nel dialogo tra cielo e terra.
- Il pensiero di Pomponazzi pone l'uomo tra il regno del corruttibile e dell'incorruttibile, influenzato dalle congiunzioni astrali.
- Secondo Pomponazzi, anche le religioni sono influenzate dalle stesse cause naturali che caratterizzano il mondo corrotto.
Indice
- Concezione della natura secondo Pomponazzi
- Metodo scientifico e regressus
- L'uomo e la natura secondo Pomponazzi
Concezione della natura secondo Pomponazzi
In questo appunto di filosofia viene descritta la concezione della natura nell’ambito del pensiero filosofico del filosofo Pietro Pomponazzi. Nell’ambito del suo pensiero filosofico Pietro Pomponazzi parla di oracoli, profezie, sogni, prodigi, predizioni astrologiche che secondo lui per potere essere spiegati non richiedono l’utilizzo di sostanze di natura immateriale. Per lui tutti i fenomeni vengono generati dagli astri. Secondo lui gli uomini non possono essere considerati come uomini dotati di libertà, considerando che questa viene fortemente condizionata dalla natura e dalle stesse cause naturali.

Oracoli, profezie, sogni, prodigi e predizioni astrologiche - che egli considera fenomeni attestati dall'esperienza - non richiedono, per essere spiegati, sostanze immateriali, quali spiriti, demoni e angeli. L'esistenza di questi ultimi, infatti, è razionalmente indimostrabile e resta inconcepibile il modo in cui questi presunti enti incorporei dovrebbero agire sul mondo materiale. Invece, causa di tutto ciò che avviene nella natura e nella storia umana è Dio, che, in quanto eterno, immateriale e immobile, non può esercitare la propria azione sul mondo sublunare, corruttibile, materiale e in movimento, se non usando, quali intermediari, i corpi celesti, enti incorruttibili, materiali eterei e in movimento. Tutti i fenomeni sono determinati necessariamente dai movimenti degli astri e il carattere apparentemente miracoloso di alcuni di essi deriva semplicemente dal fatto che le congiunzioni astrali da cui dipendono si ripetono a intervalli di tempo molto lunghi, rendendoli particolarmente rari, inconsueti e, quindi, apparentemente prodigiosi.
Metodo scientifico e regressus
A partire dalla metà del XVI secolo la questione dell'anima passa in secondo piano e gli aristotelici padovani si applicano al problema del metodo scientifico. In particolare, Jacopo Zabarella (1533-1589) anticipa alcuni aspetti del metodo ipotetico-deduttivo galileiano. Egli, infatti, distingue tra metodo della composizione, o sintetico, tipico della matematica e consistente nel dedurre l'effetto dalla causa, e metodo della risoluzione, o analitico, tipico delle scienze fisiche e consistente nel risalire dall'effetto, noto per esperienza, alla causa. Per assicurare alla fisica un metodo rigoroso come quello della matematica, i due procedimenti devono combinarsi in un unico movimento circolare, che Zabarella definisce regressus. Esso consiste nel "risalire" dai fenomeni osservati ai principi che possono spiegarli e nel "ridiscendere" da questi principi ai fenomeni, dalle cause agli effetti. I principi individuati nel primo momento vengono convalidati se da essi, nel secondo momento, si lasciano dedurre effetti coincidenti con i dati osservativi di partenza.
L'uomo e la natura secondo Pomponazzi
Pietro Pomponazzi afferma, nell’ambito del suo pensiero filosofico, che l’uomo non è un individuo privo di natura, in quanto può essere capace di acquisire qualsiasi natura. L’uomo è un individuo che in realtà si trova in una posizione che risulta essere intermedia tra quello che è il regno del corruttibile e il regno dell’incorruttibile. Secondo il filosofo è sulla base di un dialogo tra il cielo e la terra che si fonda l’ordine del cosiddetto divenire naturale. È come se Pietro Pomponazzi si ponga alle origini di quella che è l’età moderna prendendo in analisi come quest’ultima sia caratterizzata soprattutto dalla nascita di una vera e propria scienza esatta della natura su cui si basa a sua volta la conoscenza. Per il filosofo la natura al suo interno ha tanti elementi magici. La natura avrebbe insita in sé tanti poteri magici che in qualche modo possono influenzare la vita degli esseri umani. La libertà degli uomini, secondo lui, viene limitata perché gli uomini stessi fanno parte della natura e risultano quindi essere alla mercé delle cause naturali, le quali nascondono in sé degli elementi occulti.
Pietro Pomponazzi afferma che anche le religioni risultano essere frutto delle stesse cause naturali e anch’esse debbano avere a che fare con un mondo caratterizzato dalla corruzione.
Domande da interrogazione
- Qual è la concezione di Pietro Pomponazzi riguardo ai fenomeni come oracoli e profezie?
- Come spiega Pomponazzi l'apparente carattere miracoloso di alcuni fenomeni?
- Qual è la posizione dell'uomo secondo Pomponazzi nel contesto della natura?
- In che modo Pomponazzi vede il rapporto tra religione e natura?
- Qual è il contributo di Jacopo Zabarella al metodo scientifico secondo il testo?
Pietro Pomponazzi ritiene che oracoli, profezie, sogni, prodigi e predizioni astrologiche non richiedano sostanze immateriali per essere spiegati, ma siano determinati dai movimenti degli astri.
Pomponazzi spiega che il carattere miracoloso di alcuni fenomeni deriva dalla rarità delle congiunzioni astrali che li causano, rendendoli inconsueti e apparentemente prodigiosi.
Secondo Pomponazzi, l'uomo si trova in una posizione intermedia tra il regno del corruttibile e quello dell'incorruttibile, influenzato dalle cause naturali e dai poteri magici della natura.
Pomponazzi afferma che le religioni sono anch'esse frutto delle cause naturali e devono confrontarsi con un mondo caratterizzato dalla corruzione.
Jacopo Zabarella anticipa aspetti del metodo ipotetico-deduttivo galileiano, combinando il metodo della composizione e della risoluzione in un movimento circolare chiamato regressus, per garantire un metodo rigoroso alla fisica.