Concetti Chiave
- Karl Marx, uno dei filosofi più influenti del XIX secolo, ha sviluppato teorie economiche rivoluzionarie che sfidano il capitalismo, influenzato da Hegel, Feuerbach, Smith e Ricardo.
- Il marxismo analizza la società e la storia, proponendo una trasformazione rivoluzionaria come soluzione alla condizione moderna dell'uomo.
- Marx critica il "misticismo logico" di Hegel, sostenendo un metodo trasformativo che riconosce i veri soggetti e predicati nelle istituzioni sociali.
- La critica di Marx alla civiltà moderna evidenzia la separazione tra società civile e Stato, con un rifiuto dello stato liberale che perpetua l'egoismo e la disuguaglianza.
- Marx identifica l'alienazione del lavoratore nell'economia borghese e propone il superamento della proprietà privata come via per una società comunista, libera da classi e sfruttamento.

Indice
- Vita e opere di Marx
- Caratteristiche del marxismo
- La critica al "misticismo logico" di Hegel
- La critica della civiltà moderna e del liberalismo: emancipazione politica e umana
- Borghesia, proletariato e lotta di classe
- La critica dell'economia borghese e la problematica dell'alienazione
- Le fasi della futura società comunista
- La critica dei falsi socialismi
Vita e opere di Marx
Marx fu uno dei filosofi moderni più importanti dell'Ottocento.
Nacque infatti nel 1818 a Treviri dove trascorse un'adolescenza ricca di studi di stampo razionalistico e liberale all'Università di Bonn e di Berlino. Da subito si appassionò di filosofia e in particolare delle teorie di Hegel. Infatti, già nel 1843, uscì l'opera "Critica della filosofia del diritto di Hegel". Un anno dopo pubblicò, durante il suo viaggio a Parigi, gli "Annali franco-tedeschi" e in questo luogo conobbe Engels, colui che diverrà il suo migliore amico e collaboratore. Insieme scriveranno "Sana famiglia". Le sue opere più importanti furono il "Manifesto del partito comunista"[/url], pubblicato a Londra, e il "Capitale" nel 1866 in occasione della fondazione dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori. Marx morì nel 1883.
Caratteristiche del marxismo
Lo studio di Marx è un'analisi globale della società e della storia. Marx fornì un'interpretazione della condizione dell'uomo moderno e trovò nella trasformazione rivoluzionaria una prima ipotesi di risoluzione. Il marxismo fu inoltre influenzato dalla filosofia tedesca di Hegel e Feuerbach, dalle teorie economiste di Smith e Ricardo e dal pensiero socialista di Saint-Simon e Owen.
La critica al "misticismo logico" di Hegel
Lo studio su Hegel fu caratterizzata da alti e bassi continui, specialmente perché nascevano, nella mente di Marx, contrasti non tanto sul suo pensiero quanto sul metodo utilizzato da Hegel. In particolare Marx criticava il metodo di Hegel perché tendeva a fare delle realtà empiriche manifestazioni necessarie dello Spirito. Hegel affermava che lo Stato presuppone per forza una sovranità, un potere, che si rispecchia nel monarca, sovranità statale personificata. Poiché ciò che è necessario è anche razionale, Hegel deduce la piena logicità della monarchia identificandola con la razionalità politica in atto. Marx, di tutt'altra idea, definì questo metodo di pensiero misticismo logico, poiché le istituzioni finiscono per essere personificazioni di una realtà spirituale che se ne sta occultamente dietro di essi. L'alternativa, ipotizzata da Marx, fu il metodo trasformativo, ovvero riconoscere chi è veramente soggetto e chi è veramente predicato.
La critica della civiltà moderna e del liberalismo: emancipazione politica e umana
Marx divenne famoso soprattutto per la sua critica alla civiltà moderna. Secondo lo studioso, esiste una scissione tra società civile e Stato, poiché la prima è regolata dal borghese, colui che guarda con egoismo il mondo (sceglie solo i propri interessi), il secondo invece fa del cittadino il suo primo interesse, in maniera tutt'altro che egoistica. Nella società moderna, però, lo Stato non guarda al cittadino qualunque, ma a gruppi e classi ben precisi. Per questo, la società moderna rappresenta la società dell'egoismo in cui lo Stato è come la società civile: capitanato dal singolo. Marx allora non poté che rifiutare lo stato liberale, propenso alla privazione dell'uguaglianza fra uomini, sostituita con la proprietà privata.
Borghesia, proletariato e lotta di classe
Una delle opere più importanti di Marx fu il "Manifesto del partito comunista", all'interno del quale il filosofo analizzò la funzione storica della borghesia, il concetto della storia come lotta di classe e il rapporto fra proletari e comunisti. Secondo Marx, infatti, la borghesia portò (ecco la sua funzione storica) al mutamento degli strumenti di produzione e di conseguenza dei rapporti sociali. Questa trasformazione generò a sua volta il cambiamento fra le classi e dunque le famose lotte di classe. Ma come finì la lotta di classe? La conseguenza ideale per Marx sarebbe stata la soppressione di tutte le classi, arrivando ad una società senza classi.
La critica dell'economia borghese e la problematica dell'alienazione
Collegata alla critica della società e dello stato liberale, c'è la critica di Marx all'economia liberale borghese. Le sue teorie riguardo questo punto sono contenute in "Manoscritti economico-filosofici", detti anche "Manoscritti di Parigi", in cui il filosofo pone per un attimo da parte la critica sul metodo hegeliano e si occupa di esporre invece le sue teorie sul sistema capitalistico moderno che ha portato all'alienazione del lavoro, uno dei principali mali della società. L'alienazione è infatti una condizione patologica di scissione, di dipendenza e di estraniazione e si identifica con la condizione storica del salariato nell'ambito della società capitalistica. L'alienazione ha quattro aspetti fondamentali:
- il lavoratore è alienato rispetto al prodotto della sua attività che gli viene sottratto;
- il lavoratore è alienato rispetto alla sua stessa attività che diventa strumento per fini estranei, cioè per il profitto del capitalista;
- il lavoratore è alienato rispetto alla sua essenza che è quella del lavoro libero, creativo, universale, e non del lavoro forzato, ripetitivo e unilaterale;
- il lavoratore è alienato rispetto al prossimo, perché il suo rapporto con il capitalista e con l'umanità in generale è conflittuale.
La causa dell'alienazione è legata al concetto esposto prima di proprietà privata dei mezzi di produzione, grazie alla quale il capitalista (padrone/capo) può utilizzare e sfruttare i salariati (dipendenti) per accrescere la propria ricchezza.
La disalienazione dell'uomo però è possibile e si identifica con il superamento del regime della proprietà privata e con l'avvento del comunismo. Per abbattere il fenomeno dell'alienazione, secondo Marx, era necessaria dunque la rivoluzione del socialismo, a cui si arrivò. Una rivoluzione che vide come protagonista il proletariato e come nemico lo stato borghese, come obiettivo l'organizzazione dell'esercito degli operai, con la soppressione del parlamentarismo e del privilegio burocratico, e come conseguenza il passaggio dal capitalismo al comunismo.
Le fasi della futura società comunista
Marx divise la società comunista in comunismo superiore e comunismo "rozzo". Il primo abolì la proprietà privata col fine di farla diventare per tutti ma, secondo Marx, l'uomo comunista doveva essere un uomo "nuovo" in una società che non porta più le macchie della vecchia società, ma invece predilige il principio del "a ciascuno secondo il suo lavoro", dunque preservando un'individualità che nel comunismo "rozzo" non si trova.
Nella seconda fase, ossia in una condizione di comunismo superiore, vige il principio "da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni". Una società nuova, senza proprietà privata, senza divisione del lavoro, senza classi, senza sfruttamento, senza povertà e senza disuguaglianze né tra uomini né tra uomini e Stato.
La critica dei falsi socialismi
Oltre che la critica di una parte del comunismo, con Marx nasce anche la critica al falso socialismo. All'interno del "Manifesto", il filosofo fa una forte critica a principalmente tre socialismi considerati falsi: il socialismo reazionario, il socialismo conservatore e il socialismo critico-utopistico. Il socialismo reazionario attacca la borghesia in maniera conservatrice, auspicando l'abolizione della società capitalistica moderna e il recupero di un passato pre-rivoluzionario, pre-borghese e pre-industriale. Il socialismo conservatore borghese è incarnato invece da coloro che vorrebbero la borghesia ma privata del proletariato. Infine vi è il socialismo e il comunismo critico-utopistico, di cui i rappresentanti sono Saint-Simon, Fourier e Owen.
Per ulteriori approfondimenti su Karl Marx vedi anche qui
Domande da interrogazione
- Quali sono le opere principali di Karl Marx e in che contesto furono scritte?
- Qual è la critica di Marx al "misticismo logico" di Hegel?
- Come descrive Marx la lotta di classe e quale sarebbe la sua conseguenza ideale?
- Quali sono i quattro aspetti fondamentali dell'alienazione secondo Marx?
- Come Marx distingue tra comunismo "rozzo" e comunismo superiore?
Le opere principali di Karl Marx includono il "Manifesto del partito comunista" e "Il Capitale". Il "Manifesto" fu pubblicato a Londra e "Il Capitale" nel 1866, in occasione della fondazione dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori.
Marx criticava il metodo di Hegel, definendolo "misticismo logico", perché trasformava le realtà empiriche in manifestazioni necessarie dello Spirito, personificando le istituzioni come realtà spirituali.
Marx descrive la lotta di classe come un cambiamento generato dalla borghesia che porta alla trasformazione degli strumenti di produzione e dei rapporti sociali. La conseguenza ideale sarebbe la soppressione di tutte le classi, arrivando a una società senza classi.
Gli aspetti fondamentali dell'alienazione sono: il lavoratore è alienato rispetto al prodotto della sua attività, alla sua stessa attività, alla sua essenza di lavoro libero e creativo, e rispetto al prossimo, a causa del conflitto con il capitalista.
Nel comunismo "rozzo", la proprietà privata è abolita ma manca l'individualità. Nel comunismo superiore, vige il principio "da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni", creando una società senza proprietà privata, divisione del lavoro, classi, sfruttamento, povertà e disuguaglianze.