Concetti Chiave
- Karl Marx, nato a Treviri nel 1818, studiò legge a Bonn e filosofia a Berlino, influenzato dal pensiero di Hegel.
- Collaborò con Friedrich Engels, scrivendo "L'Ideologia tedesca" e il "Manifesto del Partito Comunista" nel 1848, che delineava la lotta di classe e la critica al capitalismo.
- Il suo lavoro "Il Capitale" analizzava i meccanismi economici del capitalismo, sostenendo che le sue contraddizioni avrebbero portato alla sua fine.
- Marx teorizzò sull'alienazione del lavoratore nel sistema capitalistico, attribuendo la causa alla proprietà privata e alla struttura socio-economica.
- Sognava una società comunista senza classi e proprietà privata, dove l'uguaglianza si fondava sui bisogni e le capacità individuali.
Indice
Infanzia e formazione di Karl Marx
Karl Marx nasce a Treviri il 1818, da una famiglia benestante.
Frequenta il liceo del paese, per poi continuare gli studi all'Università di Bonn nella facoltà di legge.
Si trasferisce a Berlino, ed entra in contatto con dei giovani della sinistra hegeliani, qui fu condizionato dal pensiero di Hegel, che lo porterà a lasciare la facoltà di giurisprudenza per quella di filosofia. Si laurea nel 1841, con la tesi di laurea sulla filosofia ella natura di Democrito ed Epicuro.
Inizia a lavorare come giornalista per la Gazzetta Renana, che verrà chiusa poco dopo. Da lì a poco redige il primo saggio sulla “Filosofia di Hegel” nel 1843.
Incontri e influenze a Parigi
Nello stesso anno sposa Jenny e si trasferiscono a Parigi e qui entra in contatto con il pensiero socialista di Proudhon e stringerà un'amicizia fraterna con Friedrich Engels.
Espulsione e pubblicazioni a Bruxelles
Nel 1845 viene espulso dalla Francia per conto del governo prussiano, si trasferisce a Bruxelles e nello stesso anno Friedrich Engels e Marx scrivono “l'Ideologia tedesca”.
Marx ed Engels entrano a far parte della Lega dei giusti, composta da lavoratori e artigiani.
Nel 1847 diventa la “Lega dei Comunisti” e nel 1848 pubblicano il Manifesto del partito comunista, dopo tale pubblicazione Marx viene espulso da Bruxelles per non aver rispettato l'ordinanza di non divulgare opere con contenuti politici.
Torna a Parigi e tra un esilio e l'altro Marx non smette di studiare l'economia politica perché il suo intento era di pubblicare un'opera dal nome “il Capitale “, l'opera subì varie revisioni in periodi diversi il primo libro fu pubblicato nel 1867, il secondo e il terzo libro vennero scritti nel 1869-1879 ma vennero poi pubblicati da Engels nel 1885 nel 1894.
Karl Marx muore nel 1883.
Il pensiero marxista e la società
Il suo pensiero si fonda su un'analisi globale della società, includendo l'intero asse strutturale e sovrastrutturale del capitalismo ovvero il mondo borghese.
Alla base del marxismo c'è la filosofia classica tedesca, l'economia politica borghese e il pensiero socialista.
Il suo pensiero parte dalla divisione tra Stato e società civile, egli sostiene che l'uomo debba vivere due vite una in terra tra inganni, egoismi, falsità e tra gli interessi legati alla società civile e l'altra in cielo dove l'individuo vive con le stesse parità e con gli stessi interessi comuni alla società civile.
Ma quest'ultima è illusoria perché non segue un vero interesse comune ma segue solo gli interessi delle classi più forti, che mira all' individualismo e alla proprietà privata apportando delle disuguaglianze, queste ritenute e contro società.
Marx era più propenso per una società democratica, dove ognuno è uguale all'altro e dove non ci sono diversità.
La rivoluzione proletaria
Ma per poter arrivare a questo c'era bisogno di una rivoluzione attuata dal proletariato perché era la classe più debole e soggetta ad alienazione da parte della borghesia.
Secondo Marx l'alienazione religiosa e loppio dei popoli perché illude le masse che soffrono a causa delle ingiustizie, esso ritiene che, derivino da una società malata e quindi solo abbattendo le strutture sociali e le società di classe attraverso l'azione e non la meditazione è trovare una soluzione al problema.
Il Manifesto del Partito Comunista
Il Manifesto del Partito Socialista venne pubblicato nel 1848, era l'esposizione degli scopi e dei metodi dell’azione rivoluzionaria e rappresentava la concezione marxista del mondo. Era basata sull’analisi della funzione storica della borghesia, sul concetto della storia nella lotta di classe e infine la critica dei socialisti non scientifici.
Nella prima parte del manifesto descrive elencandole in modo sintetico le vicende storiche della borghesia, nei pregi e difetti e spiega che la borghesia non esisterebbe senza la rivoluzione, i rapporti sociale e senza i mezzi di produzione.
Essi apparivano come una classe dinamica, ma furono messe in difficoltà dalle moderne forze produttive che erano più sociali, loro erano indirizzati ad un profitto proprio e lo stesso capitalismo entrò in crisi. Questo permise proletariato che era una classe oppressa dalla borghesia di attuare la lotta delle classi per abbattere il capitalismo e le forme istituzionali.
Il concetto di lotta del Manifesto fu significativo, gli oppressi e gli oppressori furono in continua lotta e ogni volta finiva con la trasformazione di tutta la società.
Il Manifesto termina con la frase “proletari di tutti i paesi unitevi”.
Il Capitale e le contraddizioni del capitalismo
Il Capitale si propone di svelare i meccanismi di fondo dell'economia borghese che era in opposizione con l'economia classica.
Marx indica che il sistema capitalistico generi contraddizioni che lo indurranno alla prossima fine, in quanto il capitale cerca di accrescere il plus-valore aumentando di 15 ore lavorative, in un'unica giornata, questo però presentava dei limiti perché l'operaio oltre ad un certo numero di lavoro non era più produttivo.
Furono inserite delle macchine nella lavorazione e l'industria divenne meccanizzata, permettendo una maggiore produzione in un minor tempo, ma questo portò poi ad una sovraproduzione, che mise il sistema in crisi.
L'inserimento della tecnologia generava anche un altro inconveniente strutturale, ovvero la caduta del profitto. Accrescendo il capitale costante costituito da macchine e materie prime rispetto al capitale variabile, costituito da investimenti e salari, diminuiva il tasso di profitto.
Marx fa una distinzione fra comunismo rozzo e comunismo superiore, dove nel primo caso la proprietà privata viene abolita per essere proprietà di tutti, viene proposta la comunione delle donne, perché il matrimonio era considerato una proprietà privata, l'uomo in questa fase smette di avere rapporti con la società per interessi propri. Ma questa fase ancora imperfetta, perché l'uguaglianza non tiene conto delle diversità individuali e qui prende forma il comunismo superiore, che tiene conto dei bisogni e delle capacità individuali.
Il comunismo si delinea come una società senza divisioni, senza proprietà privata, senza classi, sfruttamento, miseria., divisioni fra uomini e stato.
Alienazione e critica alla borghesia
Nell’alienazione Marx un duplice atteggiamento nei confronti della borghesia, che da una parte la considera un'espressione teorica della società capitalistica., dall'altra parte muove accuse contro essa di dare falsa immagine nel mondo globale, come se il sistema capitalistico la produzione e la distribuzione di ricchezza fosse la normalità e non intenderla come una economia fra tante.
Questo secondo Marx sottolineava le disuguaglianze tra proletariato e borghesia.
Viene espresso il concetto di alienazione da Feuerbach, che la indicava negativamente, come condizione patologica, di divisione tra dipendenza e estraniazione, come un fatto di coscienza. Max però la sottolineava come un fatto reale di natura socio economica.
L'operaio è alienato rispetto il prodotto che produce, in quanto l'oggetto prodotto non gli appartiene, dopodiché gli viene sottratto, e alienato nell'attività in quanto fa un lavoro costrittivo e forzato, per produrre ad estranei.
L'uomo si sente bestia quando dovrebbe sentirsi uomo e si sente uomo quando dovrebbe sentirsi bestia, nell'atto di mangiare, di bere, riprodursi, ecc...
Egli è alienato rispetto la propria essenza, che sarebbe quello del lavoro libero e creativo. È alienato rispetto il rapporto conflittuale con i capitalisti e la società in genere.
La causa dell'alienazione Marx l'attribuisce alla proprietà Privata E ha i mezzi di produzione, che capitalista. Usa per espropriare l'operaio dal suo lavoro e dalla sua umanità.
La disalienazione secondo il filosofo, si identifica con il superamento della proprietà privata attraverso il comunismo.
Domande da interrogazione
- Qual è il percorso educativo e professionale di Karl Marx?
- Quali influenze hanno contribuito alla formazione del pensiero di Marx?
- Qual è il significato del "Manifesto del Partito Comunista"?
- Come descrive Marx il concetto di alienazione?
- Qual è la visione di Marx sul comunismo?
Karl Marx ha frequentato il liceo a Treviri e ha studiato legge all'Università di Bonn, per poi trasferirsi a Berlino e passare alla filosofia. Si è laureato nel 1841 e ha iniziato a lavorare come giornalista per la Gazzetta Renana.
Il pensiero di Marx è stato influenzato dalla filosofia di Hegel, dal socialismo di Proudhon e dall'amicizia con Friedrich Engels. La filosofia classica tedesca, l'economia politica borghese e il pensiero socialista sono alla base del marxismo.
Pubblicato nel 1848, il Manifesto del Partito Comunista espone gli scopi e i metodi dell'azione rivoluzionaria marxista, analizzando la funzione storica della borghesia e la lotta di classe, e criticando i socialisti non scientifici.
Marx descrive l'alienazione come una condizione socio-economica in cui l'operaio è separato dal prodotto del suo lavoro e dalla sua essenza umana, attribuendo la causa alla proprietà privata e ai mezzi di produzione.
Marx distingue tra comunismo rozzo e superiore, immaginando una società senza divisioni, proprietà privata o classi, dove le capacità e i bisogni individuali sono riconosciuti, superando l'alienazione attraverso l'abolizione della proprietà privata.