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Concetti Chiave

  • Kierkegaard, esistenzialista, esplora il suo travaglio interiore nei diari, riflettendo sulla vita e l'educazione rigida ricevuta.
  • La sua esperienza di vita è segnata da lutti familiari e una colpa ereditata dal padre, influenzando profondamente il suo pensiero.
  • Nonostante un'educazione cristiana rigida, Kierkegaard resta fedele al cristianesimo, ma è angosciato dalla sproporzione tra aspetto fisico e interiorità.
  • Rompe il fidanzamento e rinuncia alla carriera di pastore, scegliendo di non scegliere di fronte alle alternative della vita.
  • Kierkegaard si oppone alla filosofia hegeliana, enfatizzando l'importanza del singolo e rifiutando un sistema filosofico che spieghi l'intera realtà.

Indice

  1. La vita di Kierkegaard
  2. L'educazione e la famiglia
  3. Il travaglio interiore
  4. Gli eventi tragici
  5. La colpa e la rottura
  6. La carriera e le scelte
  7. Il contrasto con Hegel
  8. Il rifiuto del sistema

La vita di Kierkegaard

Kierkegaard è un filosofo pessimista che ha una visione negativa della vita. Egli è un esistenzialista e gran parte del suo pensiero è dovuto anche alla sua esperienza, scrive anche un diario dove racconta del suo travaglio interno.

L'educazione e la famiglia

Lui nasce quando i genitori erano già anziani: il padre si era sposato con la prima moglie che poi però si è ammalata; così poi si è risposato con la cameriera di casa con cui ha avuto 7 figli (Kierkegaard era il settimo figlio).

Il travaglio interiore

Ha avuto un'educazione rigidissima, erano infatti cristiani protestanti. Egli racconta di essere stato trattato come un vecchio quando ancora era un bambino e poi racconta di un cristianesimo che definisce come falso perché era rigidissimo dal punto di vista morale. In realtà però la sua vita non è densa di chissà quali accadimenti.

Gli accadimenti sono pochissimi e lui non li racconta, ma racconta il travaglio interiore legato a eventi che comunque restano sconosciuti perché appunto Kierkegaard non vuole raccontarli, e lo dice anche esplicitamente nel suo diario.

Tuttavia si iscrive alla facoltà di teologia a Copenaghen. Nonostante gli insegnamenti rigidi, Kierkegaard è infatti assolutamente fedele al cristianesimo. Quindi si iscrive a teologia e subito sente un travaglio interiore e soprattutto una sproporzione tra l’aspetto fisico e la sua interiorità, spesso e volentieri era anche preso in giro per il suo aspetto fisico perché era un po’ gobbo e malaticcio. Tutto ciò lo angoscia profondamente.

Gli eventi tragici

A partire dal 1832 mentre era all’università muore la madre e nel giro di due anni muoiono anche tre fratelli. Questa serie di sfortune che colpiscono la sua famiglia vengono lette dal padre di Kierkegaard come una punizione divina per una colpa commessa.

La colpa e la rottura

Ad un certo punto il padre confessa a Kierkegaard della sua colpa, di cui però non sappiamo nulla perché appunto Kierkegaard parla di questa confessione, del dolore che ha provocato, ma non dice da cosa è causata.

Alcuni storici hanno ipotizzato che il padre avesse una relazione con la madre di Kierkegaard quando ancora la moglie precedente era viva e malata.

Fatto sta che questa colpa diventa colpa di Kierkegaard stesso, lui sente il peso di questo peccato commesso dal padre tanto che rompe definitivamente con suo padre e si dà alla vita mondana.

Durante questo periodo commette poi a sua volta una colpa che comincia a tormentarlo (Kierkegaard ha dunque un doppio tormento).

La carriera e le scelte

Dopo la morte del padre, Kierkegaard ha una cospicua eredità, quindi riesce a concludere gli studi, si laurea, gli si apre una carriera da pastore protestante, si fidanza con una donna che amerà tantissimo, però ad un certo punto inspiegabilmente rompe il fidanzamento e rinuncia alla carriera di pastore protestante. Uno dei concetti fondamentali della filosofia di Kierkegaard è il concetto di possibilità, lui sa che ha la possibilità di avere un matrimonio felice, e quella di avviare una brillante carriera, però questa possibilità potrebbe anche fallire, quindi le possibilità sono sempre delle alternative, e di fronte all’alternativa e all’angoscia data dalla possibile alternativa, Kierkegaard si paralizza e decide di non scegliere, per cui decide di rinunciare a qualsiasi scelta, sia quella del matrimonio che quella della carriera e quindi vive gli ultimi anni della sua vita grazie all'eredità del padre dedicandosi esclusivamente alla scrittura, infatti scrive moltissime opere e pubblica anche un giornale intitolato “ Il momento“.

Però in Danimarca c'è un altro giornale “Il Corsaro” che lo attacca costantemente, facendo leva soprattutto sul suo aspetto fisico. Ciò provoca un’amarezza sempre maggiore nel filosofo che insieme ad altre cose lo porta alla morte.

Il contrasto con Hegel

La sua vita ha avuto influenze notevoli anche sulla sua filosofia. Dal punto di vista filosofico, Kierkegaard si oppone alla filosofia hegeliana (è infatti un esistenzialista, cioè riflette sulla condizione umana, un po’ come Pascal).

Nel suo contrasto con Hegel, Kierkegaard mette in evidenza l’importanza del singolo.

Mentre Hegel metteva in primo piano la collettività (la ragione aveva infatti la sua massima espressione nel collettivo), per Kierkegaard invece la categoria più importante è quella del singolo e della sua esistenza. Kierkegaard rifiuta anche l'idea di un sistema filosofico che spieghi completamente l’intera la realtà, che usi un principio metafisico di tipo idealista o hegeliano come può essere la ragione, o l’io, o l’assoluto, o anche la volontà di vivere di Schopenhauer.

Il rifiuto del sistema

Rifiuta dunque l’idea di dare una spiegazione all’intera realtà e soprattutto rifiuta di razionalizzare l’intera realtà.

Questo lo si evince soprattutto dalle sue opere, cioè lui enfatizza questo rifiuto del sistema filosofico, le sue sono soprattutto riflessioni sull’esistenza.

L’altra caratteristica delle sue opere è che non le firma con il suo nome ma con degli pseudonimi come Victor Eremita, cioè una serie di maschere, di pseudonimi che sottolineano un ulteriore distacco dell'autore dalle proprie opere.

Kierkegaard quando si trova di fronte alle possibilità (le sue opere esprimono una serie di possibilità di vita), non sceglie, e anche quando racconta queste possibilità, lui se ne distacca, questo perché non vuole intraprendere nessuna di queste possibilità di vita che va a raccontare.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la visione di Kierkegaard sulla vita e come si riflette nella sua filosofia?
  2. Kierkegaard ha una visione pessimista della vita, influenzata dalla sua esperienza personale e dal suo travaglio interiore. La sua filosofia esistenzialista si concentra sull'importanza del singolo e rifiuta i sistemi filosofici che cercano di spiegare completamente la realtà.

  3. Quali eventi personali hanno influenzato profondamente Kierkegaard?
  4. La morte della madre e di tre fratelli, la confessione del padre su una colpa sconosciuta, e la rottura del fidanzamento e della carriera da pastore protestante sono eventi che hanno segnato profondamente Kierkegaard, contribuendo al suo tormento interiore.

  5. Come si manifesta il concetto di possibilità nella vita e nelle opere di Kierkegaard?
  6. Kierkegaard esplora il concetto di possibilità come alternative che possono portare al successo o al fallimento. Di fronte a queste alternative, spesso si paralizza e sceglie di non scegliere, rinunciando a un matrimonio felice e a una carriera brillante.

  7. In che modo Kierkegaard si distacca dalle sue opere?
  8. Kierkegaard utilizza pseudonimi come Victor Eremita per firmare le sue opere, creando un distacco tra sé e i suoi scritti. Questo riflette il suo rifiuto di intraprendere le possibilità di vita che descrive nelle sue opere.

  9. Qual è il contrasto tra la filosofia di Kierkegaard e quella di Hegel?
  10. Kierkegaard si oppone alla filosofia hegeliana che enfatizza la collettività e la ragione come massima espressione. Invece, Kierkegaard sottolinea l'importanza del singolo e rifiuta l'idea di un sistema filosofico che razionalizzi l'intera realtà.

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