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Concetti Chiave

  • La vita religiosa per Kierkegaard risolve il conflitto tra possibilità alternative e inconciliabili, offrendo una via d'uscita all'angoscia esistenziale.
  • Kierkegaard descrive una visione di Dio come una figura che mette alla prova e provoca un senso di colpa, evidenziata nel dramma di Abramo e Isacco.
  • La fede, secondo Kierkegaard, è un atto irrazionale e paradossale che sfida le leggi morali e tradizionali, come dimostrato dalla storia di Abramo.
  • La filosofia di Kierkegaard condivide con Pascal l'idea che la fede sia un'esperienza immediata e irrazionale, lontana dalla logica filosofica tradizionale.
  • La vita religiosa rappresenta l'eterno che irrompe nell'attimo, risolvendo così l'impasse delle vite etica ed estetica, offrendo tutte le possibilità attraverso Dio.

Indice

  1. La vita religiosa come soluzione
  2. L'immagine di Dio secondo Kierkegaard
  3. Il dramma di Abramo
  4. La fede come scandalo e paradosso
  5. La religione come irrazionalità pura
  6. Il momento della fede

La vita religiosa come soluzione

La vita religiosa rappresenta la soluzione a tutti i problemi che sono dati dall'esistenza di possibilità alternative e inconciliabili. Mentre Hegel propone una contrapposizione che viene risolta nell’unità della sintesi, qui invece non vi é alcuna unità in quanto sono alternative di vita inconciliabili.

La vita religiosa pone però una soluzione all’angoscia e alla disperazione, a cui la categoria della possibilità conduce.

L'immagine di Dio secondo Kierkegaard

Della vita religiosa Kierkegaard parla in un’altra opera intitolata “Timore e tremore”, ciò ci fa capire che l’immagine che Kierkegaard ha di Dio non è l’immagine di un Dio buono, infatti Kierkegaard era protestante e quindi aveva un’immagine negativa della divinità, Dio è colui che punisce e mette sempre alla prova e nei confronti del quale l'uomo prova sempre questo senso di colpa che attanaglia ad esempio il giudice Wilhelm nella vita etica.

Il dramma di Abramo

In questa opera c’è un personaggio simbolo che rappresenta la vita religiosa, cioè Abramo. Egli viene messo alla prova da Dio che gli ordina di uccidere suo figlio. A questo punto Abramo si trova nella condizione di scegliere tra la moralità propria del popolo ebraico, quindi la tradizione, la legge che fanno riferimento anche alla religione, e un comando divino che è assolutamente irrazionale e contrario ad ogni principio morale ed etico, ossia quello di ammazzare il figlio.

Abramo vive questo dramma: accettare o non accettare, avere fede o non avere fede? Abramo sceglie di avere fede, sceglie di ammazzare suo figlio, poi Dio fortunatamente ferma la mano di Abramo mentre egli stava compiendo il folle gesto.

La fede come scandalo e paradosso

Il senso è molto chiaro: la fede non è qualcosa di razionale, o la si prova o non la si prova, la fede è quella di Abramo che pur di seguire la parola di Dio sceglie di uccidere suo figlio, e quindi di andare contro la legge e contro la tradizione.

La religione come irrazionalità pura

La fede è scandalo e paradosso. In questo c’è un legame fortissimo tra la filosofia di Kierkegaard e quella di Pascal: abbiamo fatto riferimento al foglietto che Pascal aveva cucito nel bavero e che fu

ritrovato alla sua morte, che parla della conversione, quando lui disse “il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe”, “non il Dio dei filosofi” perché appunto lui contestava tutta la tradizione filosofica che aveva tentato di razionalizzare la figura di Dio, di leggere in maniera logica e razionale la religione.

Al contrario, la religione è irrazionalità pura, è scandalo, è un concetto che non ha nessuna rispondenza alla nostra esperienza, che non potremmo cioè percepire, che ci comanda delle cose assurde, come l’uccisione del figlio.

Il momento della fede

La fede è dunque qualcosa che va assolutamente al di là della ragione e che non è spiegabile. È qualcosa che l’individuo assume nell’attimo, anche qui è forte il collegamento con Pascal, perché sempre in quel foglietto che aveva nella giacca c'è scritta l’ora e la data precisa e poi c’è scritto “fuoco”, ossia il momento della conversione. Così per Kierkegaard il momento in cui si assume la fede dentro di sé è un attimo all’interno del quale fa irruzione l’eterno, Dio è l’eterno. I due registri temporali (che abbiamo trovato nella vita etica ed estetica), cioè l'attimo e la durata, trovano una soluzione nella vita religiosa perché essa rappresenta l’eterno che fa irruzione nell’attimo e anche il fatto che Dio rappresenti in fondo tutte le possibilità. Entrambe le vite (etica ed estetica) giocano tutto il loro fallimento sulla categoria della possibilità (scegliere o non scegliere, restare paralizzati di fronte a possibilità alternative).

La vita religiosa fa sì che l'uomo assuma Dio dentro di sé ma Dio è tutte le possibilità, quindi Dio toglie l’uomo dall’imbarazzo dell’avere troppe o poche possibilità perché a quel punto le ha tutte.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la soluzione proposta dalla vita religiosa secondo Kierkegaard?
  2. La vita religiosa rappresenta la soluzione all'angoscia e alla disperazione causate dalle possibilità alternative e inconciliabili, offrendo una via che va oltre la razionalità.

  3. Come viene rappresentata la fede nella storia di Abramo?
  4. La fede di Abramo è descritta come irrazionale e paradossale, poiché sceglie di seguire il comando divino di uccidere suo figlio, andando contro la legge e la tradizione, dimostrando che la fede è un atto che trascende la ragione.

  5. Qual è la visione di Dio secondo Kierkegaard?
  6. Kierkegaard, essendo protestante, ha un'immagine negativa di Dio, visto come colui che punisce e mette alla prova, suscitando un senso di colpa nell'uomo.

  7. In che modo la filosofia di Kierkegaard si collega a quella di Pascal?
  8. Entrambi vedono la religione come irrazionalità pura e scandalo, contestando la tradizione filosofica che tenta di razionalizzare Dio, e sottolineano l'importanza del momento della conversione come un attimo in cui l'eterno irrompe.

  9. Come la vita religiosa risolve il problema delle possibilità alternative?
  10. La vita religiosa permette all'uomo di assumere Dio dentro di sé, che rappresenta tutte le possibilità, eliminando l'imbarazzo di avere troppe o poche possibilità, poiché in Dio le ha tutte.

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