Concetti Chiave
- L'angoscia, secondo Kierkegaard, è legata al futuro e all'incertezza, simboleggiata dalla storia di Adamo e il frutto proibito.
- Questo sentimento nasce dall'ignoranza e dall'incapacità di prevedere le conseguenze future, che possono essere sia negative che positive.
- La disperazione, invece, riguarda il rapporto dell'uomo con se stesso e la mancanza di accettazione delle proprie possibilità.
- Si manifesta sia quando si desidera essere diversi, sia quando le aspettative sono troppo alte rispetto alla realtà umana.
- La fede è vista come unica soluzione alla disperazione, offrendo possibilità infinite attraverso l'accoglienza di Dio.
Indice
Il concetto dell'angoscia
Sulla stessa categoria della possibilità si gioca anche il Concetto dell’angoscia, di cui Kierkegaard parla in un’opera intitolata appunto “Concetto dell’angoscia”.
Anche qui vi è una figura simbolo, ossia Adamo. Egli viveva felicissimo nel paradiso terrestre con Eva ma ad un certo punto Dio vieta di mangiare il frutto dell’albero proibito; a quel punto, nasce l’angoscia, perché c’è qualcosa di sconosciuto che riguarda il futuro; il futuro non è più così chiaro e limpido com’era in precedenza; il fatto che ci sia un divieto, la possibilità di violarlo o non violarlo, il punto interrogativo, cioè cosa succede se si prende e si mangia quel frutto?
È proprio questo che genera l’angoscia.
L'angoscia e il futuro
Per Kierkegaard l’angoscia è un sentimento che riguarda soprattutto il futuro perché nei confronti di ciò che è avvenuto in passato si può certamente provare un senso di colpa, ma non l’angoscia.
L’angoscia riguarda il futuro e dipende dall’incertezza del futuro, dal fatto che il futuro può implicare degli esiti negativi
e positivi, questo ci fa provare angoscia, noi sentiamo un peso dentro, e a volte senza neanche riuscire a spiegare il perché, il perché è appunto l’ignoranza, l’assoluta incapacità di prevedere e capire ciò che accadrà.
La disperazione e l'accettazione di sé
Ma non c’è solo l’angoscia, l’altro sentimento che l’uomo spesso prova è la disperazione che riguarda sempre la categoria della possibilità.
Mentre l’angoscia riguarda il rapporto dell'uomo con la vita, con il mondo; la disperazione riguarda il rapporto dell'uomo con se stesso perché ci sono due modi di rapportarsi a se stessi: o ci si accetta e si ha piena fiducia nelle proprie capacità, oppure non ci si accetta, perché si vorrebbe essere diversi da quelli che si è. In tutti e due i casi si prova disperazione perché il fatto di non accettarsi è dato dalla mancanza di possibilità: l’uomo ad esempio vorrebbe essere più alto, più bello, più intelligente, più ricco, ma invece non può e si scontra contro l’impossibilità di essere diverso da quello che é, l’uomo non ha queste possibilità, ed è proprio da qui che nasce la disperazione. Ricordiamo che questa disperazione Kierkegaard la viveva in prima persona perché veniva appunto criticato e attaccato per il suo aspetto.
Le aspettative e la finitezza della vita
Poi vi è l’altro modo di vivere la disperazione, che è l’esatto opposto: si hanno tantissime possibilità (siamo bellissimi, intelligentissimi, ricchissimi, abbiamo tanta fiducia e aspettativa nelle nostre possibilità...).
Ma a volte anche avere troppe aspettative può essere negativo, perché molto spesso non tutte le aspettative si realizzano, e quindi questa ansia di fare tutto e di avere tutto si scontra comunque con la finitezza della vita, per cui anche qui c’è la disperazione, perché le attese a volte sono troppo alte rispetto alla reale possibilità di realizzarle, l’uomo infatti è un essere finito (avrei potuto fare, avrei potuto dire, aspettavo che le cose andassero in un certo modo, invece è capitato qualcosa e non ho potuto realizzare quello che volevo).
La disperazione è il sentimento che ci lega a noi stessi, sia che ci accettiamo, sia che non ci accettiamo. L'unica soluzione è la fede perché con la fede accogliamo Dio dentro di noi e Dio ci apre tutte le possibilità perché è assoluto ed eterno.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato dell'angoscia secondo Kierkegaard?
- Come si manifesta la disperazione nell'uomo?
- Qual è la differenza tra angoscia e disperazione?
- Come Kierkegaard viveva la disperazione?
- Qual è la soluzione proposta da Kierkegaard per superare la disperazione?
L'angoscia, secondo Kierkegaard, è un sentimento legato al futuro e all'incertezza che esso comporta. È generata dalla possibilità di esiti sia negativi che positivi e dall'incapacità di prevedere cosa accadrà.
La disperazione si manifesta nel rapporto dell'uomo con se stesso, sia quando non si accetta per la mancanza di possibilità di essere diverso, sia quando si hanno troppe aspettative che non si realizzano.
L'angoscia riguarda il rapporto dell'uomo con il futuro e il mondo, mentre la disperazione riguarda il rapporto dell'uomo con se stesso e le sue possibilità o mancanze.
Kierkegaard viveva la disperazione in prima persona, poiché veniva criticato per il suo aspetto e sentiva la mancanza di possibilità di essere diverso.
La soluzione proposta da Kierkegaard per superare la disperazione è la fede, poiché accogliendo Dio dentro di noi, si aprono tutte le possibilità essendo Dio assoluto ed eterno.