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Concetti Chiave

  • L'idealismo tedesco, distinto dal romanticismo letterario, critica la divisione kantiana tra fenomeno e noumeno, proponendo uno spirito umano senza limiti e un approccio metafisico all'io penso.
  • Fichte trasforma l'io penso kantiano in un principio metafisico dinamico, dove l'Io pone se stesso, il non-io e una molteplicità di io e non-io finiti, utilizzando la dialettica come strumento di analisi.
  • La dottrina della scienza di Fichte introduce una dialettica in tre fasi: l'Io pone se stesso, l'Io pone il non-io e una sintesi di io e non-io finiti, sottolineando la dinamicità del processo conoscitivo.
  • Fichte distingue tra idealismo, dove l'oggetto dipende dal soggetto e promuove la libertà, e dogmatismo, dove il soggetto è vincolato dall'oggetto, criticando le filosofie che non valorizzano l'autonomia umana.
  • Schelling propone un assoluto che unisce soggetto e oggetto, concepito come un principio monista e panteista, con l'arte come espressione dell'infinito, unendo razionale e irrazionale, conscio e inconscio.

L’idealismo tedesco è una corrente che si colloca nell’ambito del periodo romantico, ma dal punto di vista filosofico non ha gli stessi caratteri del romanticismo letterario. Gli autori sono Fichte, Schelling e Hegel.

In Fichte e in Schelling vi è qualche elemento romantico (come ad esempio l’infinito, o la concezione dell’arte in Schelling), mentre in Hegel vi è quasi un’antitesi del romanticismo, innanzitutto perché egli è legato a una visione

ottimistica della storia e quindi è parecchio distante dalla concezione romantica. Questi filosofi partono dalla filosofia di Kant e in maniera particolare prendono in considerazione e criticano due

concetti della sua filosofia:

•da una parte la distinzione tra fenomeno e noumeno, che non accettano perché il noumeno nella divisione kantiana è inconoscibile, e rappresenta dunque un limite per l’uomo: al contrario questi autori ritengono che lo

spirito in generale (il pensiero) non abbia limiti, quindi la cosa in sé viene rifiutata come limite;

•dall’altra parte riprendono il concetto dell’io penso kantiano, però questi concetti che Kant utilizza in ambito gnoseologico, quindi per studiare la conoscenza sono trasportati in ambito metafisico, e ovviamente in ambito

metafisico il significato cambia totalmente.

Indice

  1. Fichte e la dottrina della scienza
  2. La dialettica di Fichte
  3. Idealismo e dogmatismo secondo Fichte
  4. Schelling e l'assoluto
  5. L'arte come rappresentazione dell'assoluto

Fichte e la dottrina della scienza

Fichte parte proprio dal concetto dell’io penso kantiano, ma lo trasforma in un principio metafisico (simile all’arché dei presocratici, cioè un principio che dà origine al mondo, che lo ordina e che ne rappresenta la legge di

funzionamento).

In quest’opera, Fichte tenta di analizzare i principi primi della conoscenza umana:

•primo principio:

Fichte parte dall’analisi di quello che è il principio fondamentale di tutta la storia della filosofia, ossia il principio di identità e di non contraddizione, secondo cui ogni cosa è uguale a se stessa, e non può essere diversa da quella che è: il triangolo è il triangolo, oppure A=A, ma secondo Fichte questo non è in realtà il principio originario, perché il triangolo per essere definito tale, ha bisogno di un’entità esterna, ossia l’IO che lo determini. Inoltre, per Fichte, l’IO non può essere qualcosa di statico, ma qualcosa di dinamico, l’IO è infatti atto. Inoltre, per poter determinare qualcosa al di fuori della sua essenza, l’Io dovrà necessariamente prima autodeterminarsi, per cui il primo principio della dottrina della scienza sarà “l’Io pone se stesso”. Inoltre, l’Io

non si riferisce a un io empirico, che lui chiama “io divisibile”, ma si riferisce ad un principio metafisico, cioè a quel principio che dà origine e crea l’intera realtà.(il verbo “porre” dà inoltre l’idea di dinamicità, a dimostrazione del fatto che l’Io deve essere concepito come

qualcosa di dinamico e non come qualcosa di statico).

•secondo principio

Affinché l’Io si realizzi come atto e abbia una sua dinamicità, c’è bisogno di un non-io, che essendo un’opposizione

interna all’Io, rappresenta un limite all’Io. L’Io deve dunque superare tale limite.

Il secondo principio della dottrina della scienza afferma dunque che “l’Io pone il non-io”.

(Il non-io è la realtà materiale, gli oggetti, la natura, il mondo).

•terzo principio

Ponendo un limite attraverso gli oggetti però l’Io si scompone in tanti piccoli io divisibili (l’io divisibile altro non è se

non l’io empirico, e quindi i soggetti realmente esistenti).

Il terzo principio della dottrina della scienza stabilisce l’opposizione all’interno dell’Io infinito, tra una molteplicità

di io finiti e una molteplicità di non-io finiti. Questo principio è quindi la descrizione del mondo, dove ci sono tanti

soggetti singoli (io divisibili, empirici) che interagiscono con oggetti (non-io divisibili).

•Inoltre, l’Io di Fichte è molto distante dall’io penso kantiano, in quanto quest’ultimo è una funzione mentale, mentre

l’io di Fichte è un principio metafisico.

•Un altro aspetto molto importante è che per la prima volta si pone l’accento sulla dinamicità, sul fatto che questo

principio non sia qualcosa di statico, ma dinamico, per cui lo strumento per analizzare qualcosa di dinamico non

può essere costituito da una sola fase, per cui secondo Fichte questo strumento è la dialettica, in quanto essa

è costituita da più fasi (la dialettica è infatti costituita da tre fasi).

La dialettica di Fichte

Le tre fasi della dialettica di Fichte sono dunque i tre principi della dottrina della scienza:

Tesi: l’Io pone se stesso (primo principio)

Antitesi: l’Io pone il non-io (secondo principio)

Sintesi: risultato della tesi e dell’antitesi, all’interno dell’Io infinito vi è una serie di io e non-io finiti (terzo principio).

(La dialettica è quindi lo strumento che consente al filosofo di analizzare la realtà intesa come processo, intesa in

modo dinamico: se si sta descrivendo un processo, un atto, c’è bisogno di descrivere diverse fasi, e non una

soltanto, queste fasi sono dunque le tre fasi della dialettica)

Cosa fanno tutti questi io divisibili all’interno dell’Io indivisibile e infinito?

Tentano di superare i non-io divisibili per raggiungere l’Io infinito. Quindi l’io empirico, cioè l’uomo, tende al

superamento del limite, cioè al superamento del fatto di essere un essere finito, per raggiungere l’infinito

(infinito che però l’io divisibile non potrà mai raggiungere, perché il processo per Fichte deve essere costante,

permanente, e raggiungere l’infinito significherebbe invece eliminare il movimento, e dunque ciò causerebbe stasi e

morte, invece l’Io deve essere concepito come qualcosa di dinamico, e dunque questa tensione verso l’infinito

non sarà mai raggiunta, tanto che Hegel accuserà Fichte di aver ideato un cattivo infinito, proprio perché questo

non potrà essere mai raggiunto).

Idealismo e dogmatismo secondo Fichte

Fichte parla di idealismo per la propria filosofia, e di dogmatismo per le altre filosofie, in modo particolare per la

filosofia kantiana:

•dogmatismo: qualcosa di dogmatico è qualcosa di imposto e non discutibile, per cui tutte quelle filosofie che si

basano sull’oggetto e che fanno dipendere la percezione del soggetto dall’oggetto sono filosofie dogmatiche, cioè

l’uomo non è libero nella sua percezione in quanto dipende dall’oggetto.

•idealismo: fa dipendere l’oggetto dal soggetto, è dunque la filosofia della libertà, in quanto il soggetto è libero

nella sua percezione.

(Nella filosofia di Fichte l’oggetto non solo dipende dal soggetto, ma è anche completamente svalutato e perde la

propria autonomia, è infatti definito come non-io, è solo l’ostacolo dell’Io, serve cioè all’Io per manifestare la propria

libertà e la propria attività).

Schelling e l'assoluto

Nella filosofia di Schelling, il principio che Schelling individua, ovvero l’assoluto, è l’insieme di soggetto e

oggetto. (La filosofia schellinghiana risponde meglio al clima romantico).

L’assoluto di Schelling è natura che si fa spirito e spirito che si fa natura, infatti quando parte dalla filosofia dello

spirito giunge alla filosofia della natura e quando parte dalla filosofia della natura giunge alla filosofia dello spirito.

L’assoluto è indistinzione di soggetto e oggetto.

La tesi di Schelling la si può definire:

•monista perché esiste un unico principio, inteso come indistinzione tra soggetto e oggetto che coincide con il

mondo stesso;

•panteista perché l’assoluto è concepito come principio divino, cioè come qualcosa che anima il mondo.

•finalismo immanentistico, ossia l’assoluto ha una propria finalità, ma questa finalità non è esterna

all’assoluto stesso che coincide con il mondo ma è interna ad esso, quindi è immanente e non trascendente.

(Coincide con la realizzazione stessa della natura, del mondo, dello spirito che si fa natura e della natura che si fa

spirito).

L'arte come rappresentazione dell'assoluto

Il concetto che meglio rappresenta l’assoluto schellinghiano è l’arte:

egli paragona l’assoluto all’arte, perché l’arte nasce dall’ispirazione dell’artista, cioè del genio. Il genio però non

riesce a descrivere i motivi della propria ispirazione, inoltre l’ispirazione è spirito perché è ancora nella mente

dell’artista, ma nel momento in cui l’artista crea l’opera d’arte, lo spirito si fa materia, diventa qualcosa di tangibile,

qualcosa di materiale, ma questa materia (natura) è destinata a diventare nuovamente spirito nel momento in cui

l’artista si pone di fronte all’opera d’arte e prova una serie di sensazioni ed emozioni, sempre diverse. Anche questi

diversi significati che si possono attribuire all’opera rappresentano l’infinità dell’assoluto.

Dunque l’arte rappresenta perfettamente l’infinito, quindi l’assoluto, perché è contemporaneamente

conscia e inconscia, razionale e irrazionale, finita e infinita, questo perché l’ispirazione, i sentimenti, le

emozioni che si provano sono infinite, spesso anche inconsce perché neanche l’artista riesce a spiegare la propria

ispirazione, e neanche noi riusciamo a spiegare perché proviamo determinate sensazioni di fronte a un’opera

d’arte. Però ciò che è irrazionale nell’ispirazione deve essere poi razionalizzato dall’artista, trasformato cioè in

tecnica, in quanto la tecnica è necessaria per realizzare l’opera e per diventare artista. Quindi l’arte rappresenta

questa complessità dello spirito che si fa materia e della materia che si fa spirito, dell’assoluto come insieme di

finito e infinito conscio e inconscio.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le principali differenze tra l'idealismo tedesco e il romanticismo letterario?
  2. L'idealismo tedesco, rappresentato da Fichte, Schelling e Hegel, si distingue dal romanticismo letterario per la sua visione filosofica. Mentre Fichte e Schelling incorporano alcuni elementi romantici, Hegel si oppone al romanticismo con una visione ottimistica della storia.

  3. Come Fichte trasforma il concetto kantiano dell'io penso?
  4. Fichte trasforma l'io penso kantiano in un principio metafisico dinamico, simile all'arché dei presocratici, che dà origine e ordina il mondo, rappresentando la legge di funzionamento della realtà.

  5. Quali sono i tre principi della dottrina della scienza di Fichte?
  6. I tre principi sono: 1) "l'Io pone se stesso", 2) "l'Io pone il non-io", e 3) l'opposizione tra io finiti e non-io finiti all'interno dell'Io infinito, descrivendo la realtà come un processo dinamico.

  7. In che modo Fichte distingue la sua filosofia dall'idealismo e dal dogmatismo?
  8. Fichte definisce la sua filosofia come idealismo, dove l'oggetto dipende dal soggetto, promuovendo la libertà del soggetto. Al contrario, considera le altre filosofie, come quella kantiana, dogmatiche perché fanno dipendere la percezione del soggetto dall'oggetto.

  9. Come Schelling concepisce l'assoluto nella sua filosofia?
  10. Schelling concepisce l'assoluto come l'indistinzione tra soggetto e oggetto, un principio monista e panteista che anima il mondo. L'assoluto è rappresentato dall'arte, che unisce spirito e materia, finito e infinito, conscio e inconscio.

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