Concetti Chiave
- Schelling sviluppa l'idealismo fichtiano integrandolo con una filosofia della natura, considerata non subordinata al soggetto ma come un'altra faccia della stessa medaglia.
- Introduce il concetto di unità indifferenziata di soggetto e oggetto, opponendosi all'idea fichtiana dell'Io puro come origine della realtà.
- La natura, secondo Schelling, possiede una realtà sostanziale e assoluta, posta allo stesso livello dello spirito e non derivabile da esso, ripristinando così la sua dignità.
- L'Assoluto è una realtà dinamica che si manifesta in due forme, natura e spirito, che sono idealmente successive ma di fatto simultanee.
- Schelling descrive la natura come "spirito pietrificato", attribuendole dinamismo e vitalità che si rivelano in vari livelli della realtà, come nel magnetismo e nei fenomeni chimici.
Indice
L'influenza di Kant e Fichte
La filosofia di Schelling (1775-1854, a 22 anni assistente di Fichte e a 23 prese la sua cattedra poiché Fichte fu accusato dal cattolicesimo) sorge dal contatto con l’opera di Kant e Fichte e dalla frequentazione dei massimi esponenti del Romanticismo. Egli sviluppò l’idealismo fichtiano integrandolo con una filosofia della natura che non appare più subordinata al soggetto, ma l’altra faccia della stessa medaglia.
Critica all'idealismo fichtiano
Inizialmente Schelling condivise l’impianto filosofico di Fichte, ma dopo aver riflettuto sul rapporto tra il soggetto e l’oggetto del conoscere la soluzione fichtiana di ricondurre entrambi alla radice dell’Io puro gli apparse eccessivamente astratta. Il qualcosa che accomuni i due poli del conoscere, il soggetto e l’oggetto, non può risiedere nell’Io, che è un puro concetto ed ha un carattere eterogeneo, diverso da quello dell’oggetto, ma deve essere una realtà. Ciò scaturì quindi la fondazione dell’idealismo schellinghiano.
Unità indifferenziata di soggetto e oggetto
Inoltre, secondo Schelling, il conoscere segna l’indivisibilità tra soggetto e oggetto che appaiono, nell’intuizione immediata, così uniti da non poter stabilire priorità tra questi. Questo principio si chiama unità indifferenziata di soggetto e oggetto. L’Io puro di Fichte era qualcosa di non reale, di astratto, e quindi non poteva essere fondamento di alcuna realtà; l’unità indifferenziata di soggetto e oggetto è invece un principio da cui poter derivare la realtà.
La realtà sostanziale della natura
Con la filosofia fichtiana la realtà empirica (l’oggetto, il non-io) era del tutto interna all’Io (soggetto) e quindi l’esperienza concreta (soggetto che conosce l’oggetto) diventava apparente ed insignificante. La natura inoltre risultava, secondo Schelling, un semplice limite interno del soggetto utile per autoriconoscersi e quindi era ridotta a nulla. Schelling afferma invece la realtà sostanziale e assoluta della natura, e ne ripristina la dignità. Data l’originaria unità di soggetto e oggetto (la quale diversità si scopre con la consapevolezza, ma non ne sono sicuro), spirito e natura risultano co-originari, e sono posti allo stesso livello: la natura (oggetto) non può essere dedotta dal soggetto.
Concezione dell'Assoluto
Volendo riconoscere alla natura un’effettiva realtà e volendo evitare di affermare una realtà preesistente al soggetto per cadere nel dogmatismo, Schelling delinea una concezione dei rapporti tra natura e spirito, tra non-io e io, incentrata sulla nozione di Assoluto. La natura è antecedente alla riflessione dell’Io, ma è anche quella spirito, inconscio ma in cammino verso la coscienza. Lo spirito non deriva dalla natura, ma è anch’esso una produzione dell’Assoluto. L’Assoluto non è esclusivamente natura né esclusivamente spirito, ma è la radice comune di entrambi. Soprattutto, l’Assoluto è pensato come una realtà dinamica che si manifesta in due forme, idealmente successive ma di fatto simultanee, che sono la natura e lo spirito (da qui il principio di identità indifferenziata di natura e di spirito, che sono indifferenziati in quanto entrambi sono caratterizzati dallo spirito).
Spirito e natura: una sintesi
Questa affinità del principio permette di spiegare la possibilità del processo conoscitivo da parte dello spirito (Io) nei confronti della natura (non-io caratterizzata anch’essa da spirito inconscio in cammino verso la consapevolezza). Dopo avere colto l’unità indifferenziata di spirito e natura il filosofo dovrà ricostruire la storia ideale dell’Assoluto sia attraverso le tappe inconsce della natura che quelle coscienti dello spirito. La filosofia si dividerà quindi in filosofia della natura e filosofia trascendentale (o dello spirito): la prima illustrerà la spiritualità della natura, la seconda la naturalità dello spirito. La loro sintesi consisterà nell’Assoluto, identità indifferenziata di natura e spirito.
Dinamismo e vitalità della natura
La natura viene definita da Schelling spirito pietrificato: ciò conferisce alla natura dinamismo e vitalità, che si esprimono in maniere diverse a seconda del livello della realtà considerato. Ad esempio nell’ambito della meccanica la spiritualità resta del tutto nascosta, mentre nel magnetismo o nei fenomeni chimici la spiritualità è in rilievo.
Domande da interrogazione
- Qual è il contributo principale di Schelling alla filosofia rispetto a Fichte?
- Come Schelling concepisce il rapporto tra soggetto e oggetto?
- Che ruolo ha l'Assoluto nella filosofia di Schelling?
- In che modo Schelling descrive la natura?
- Qual è la divisione della filosofia secondo Schelling?
Schelling sviluppò l'idealismo fichtiano integrandolo con una filosofia della natura, affermando la realtà sostanziale e assoluta della natura e ripristinandone la dignità, in contrasto con la visione di Fichte che subordinava la natura al soggetto.
Schelling introduce il concetto di unità indifferenziata di soggetto e oggetto, affermando che entrambi sono così uniti nell'intuizione immediata da non poter stabilire priorità tra di essi, e che questa unità è il principio da cui derivare la realtà.
L'Assoluto è la radice comune di natura e spirito, una realtà dinamica che si manifesta in due forme, idealmente successive ma di fatto simultanee, e permette di spiegare il processo conoscitivo dello spirito nei confronti della natura.
Schelling definisce la natura come spirito pietrificato, conferendole dinamismo e vitalità, che si esprimono in modi diversi a seconda del livello della realtà considerato, come nella meccanica, nel magnetismo o nei fenomeni chimici.
La filosofia si divide in filosofia della natura e filosofia trascendentale (o dello spirito), dove la prima illustra la spiritualità della natura e la seconda la naturalità dello spirito, con la loro sintesi nell'Assoluto, identità indifferenziata di natura e spirito.