Concetti Chiave
- Thomas Hobbes, nel suo "Leviatano", teorizza l'assolutismo in Inghilterra attraverso la filosofia politica contrattualista.
- Hobbes descrive la politica come una lotta per il potere, influenzato dalla visione di Machiavelli di separare politica e morale.
- Secondo Hobbes, il potere del sovrano deriva da un accordo sociale, il "pactum societatis", per superare il "bellum omnium in omnis".
- L'istinto di conservazione spinge gli uomini a cedere i loro diritti al sovrano, per assicurare pace e stabilità.
- Hobbes sostiene che anche la peggiore tirannia sia preferibile alla rivoluzione, enfatizzando il potere assoluto dello stato.
Indice
L'assolutismo di Hobbes
A cercare di teorizzare l'assolutismo in Inghilterra fu il filosofo Thomas Hobbes, nel suo "Leviatano".
La visione realistica della politica
Il filosofo inglese si inserisce nella corrente della filosofia politica contrattualista ed è secondo solo all'italiano Machiavelli, che nel suo trattato "Il Principe" staccò per primo la politica dalla morale, affermando che la politica è una lotta per il potere e pertanto si possono compiere in questo campo anche azioni amorali, perché giustificate dal fine.
Quindi per la prima volta viene descritta la realtà effettuale delle cose, cioè come il mondo è e non come dovrebbe essere. Hobbes si inserisce in questa visione realistica della politica come lotta per il potere.
Il pactum societatis e la guerra
Hobbes venne profondamente sconvolto dalla Rivoluzione inglese e ciò avrà il suo peso anche nell'economia della sua opera. Egli partì dal concetto che il potere non era divino ma era stato dato dagli uomini al sovrano, era il risultato di un accordo sociale, il pactum societatis. Ma perché? Gli uomini per lui, condividendo la visione epicurea e lucreziana, erano all'inizio dei tempi come delle bestie in un perenne stato di guerra,"bellum omnium in omnis", cioè la guerra di tutti contro tutti, perché animati dall'istinto di sopraffazione dettato dalla legge del più forte, "Homo homini lupus", dirà Hobbes utilizzando una frase mutuata da Machiavelli che a sua volta si era ispirato a Plauto. Questo conflitto non avrebbe permesso la formazione di uno stato con un sovrano a capo se Hobbes non avesse introdotto la categoria dell'istinto di conservazione. Egli infatti affermò che, minacciato da questo stato di guerra, l'istinto di sopraffazione di ognuno fosse stato a sua volta, è il caso di dirlo, sopraffatto da quello di conservazione e che pertanto pur di conservare la propria integrità fisica abbiano affidato i propri diritti al più forte, il sovrano, in un pactum societatis, che da parte sua si impegna a governarli e a procurare loro la pace. Questo patto è irrevocabile, pertanto se il re diventa tiranno gli uomini non lo possono deporre. Inoltre per Hobbes, ecco che ritorna il trauma della rivoluzione, la peggiore tirannia fa meno danni della rivoluzione, pertanto l'uomo non può fare altro che accettarla. La base di questa teoria è sicuramente egoistica, visto che l'uomo rinuncia ai propri diritti per proteggere sé stesso.
Il Leviatano e il potere assoluto
L'immagine del Leviatano ci offre anche altri elementi di approfondimento del senso dell'opera. Questo era infatti un mostro biblico che voleva sottolineare lo strapotere dello stato come un qualcosa di mostruoso. Inoltre esso aveva in mano la spada e il pastorale, cioè il potere temporale e il potere spirituale, che insieme formano il potere assoluto.
Domande da interrogazione
- Qual è il concetto centrale della filosofia politica di Hobbes?
- Come descrive Hobbes lo stato naturale degli uomini?
- Qual è il ruolo dell'istinto di conservazione nella teoria di Hobbes?
- Perché Hobbes considera la tirannia preferibile alla rivoluzione?
Il concetto centrale è l'assolutismo, basato sull'idea che il potere del sovrano deriva da un accordo sociale, il "pactum societatis", per garantire la pace e la sicurezza.
Hobbes descrive lo stato naturale degli uomini come un "bellum omnium in omnis", una guerra di tutti contro tutti, guidata dall'istinto di sopraffazione.
L'istinto di conservazione spinge gli uomini a rinunciare ai propri diritti e a sottomettersi al sovrano per proteggere la propria integrità fisica.
Hobbes ritiene che la peggiore tirannia causi meno danni di una rivoluzione, quindi gli uomini devono accettarla per evitare il caos.