Concetti Chiave
- Il "Leviatano" di Hobbes rappresenta lo Stato, un'entità superiore che esercita poteri temporali e religiosi, simboleggiati rispettivamente da una spada e un pastorale.
- L'opera è divisa in quattro parti: l'uomo, lo Stato, lo Stato cristiano e il regno delle tenebre, quest'ultimo una critica alla Chiesa Cattolica.
- Hobbes sostiene che per mantenere la pace è necessaria un'autorità assoluta che imponga il rispetto delle regole, dato che la ragione e l'impegno individuale non sono sufficienti.
- La filosofia di Hobbes è caratterizzata da una visione pessimistica dell'uomo, che nello stato di natura vive un conflitto permanente di tutti contro tutti.
- Il patto sociale è fondamentale per il passaggio allo stato civile, richiedendo la ricerca della pace, la rinuncia a diritti assoluti e il rispetto dei patti.

Indice
Il Leviatano: struttura e contenuto dell’opera
Il Leviatano, o la materia, la forma e il potere di uno stato ecclesiastico e civile (Leviathan or The Matter, Forme and Power of a Common Wealth Ecclesiastical and Civil generalmente abbreviato in Leviathan) è l’opera più famosa di Thomas Hobbes.
Il titolo, Leviatano, riprende in realtà il mostruoso personaggio biblico rappresentato come un serpente marino e identificato con il demonio. In Hobbes, il Leviatano rappresenta lo Stato e proprio sulla copertina della prima edizione, questo mostro venne rappresentato come un gigante, le cui membra erano composte dai cittadini. Egli tiene in mano una spada che simboleggia il potere temporale, e nell’altra mano ha il pastorale, che identifica il potere religioso. Secondo l’ideale di Stato di Hobbes infatti, i due poteri non vanno separati. Il libro, originariamente scritto in latino, è suddiviso in quattro parti:
- L'uomo: nella quale il filosofo espone i propri principi politici e filosofici;
- Lo Stato: nel quale egli analizza i modi in cui uno Stato può essere costituito;
- Uno Stato cristiano: nel quale si identifica lo Stato Cristiano con il Volere di Dio;
- Il regno delle tenebre: descritto da Hobbes, in polemica con la Chiesa Cattolica, come "una confederazione di ingannatori che, per ottenere il dominio sugli uomini nel tempo presente, si sforzano, con dottrine oscure ed erronee, di estinguere la luce sia della natura che del vangelo e di renderli così impreparati per il regno di Dio a venire”.
Le idee filosofiche espresse nel Leviatano
L’uomo dapprima, per una convivenza pacifica con gli altri, dovrebbe rispettare le regole fondamentali enunciate da Hobbes; ma ci potrebbero essere persone che non rispettano tali postulati e sussiste anche la necessità di una figura super partes che faccia rispettare tali regole imponendole agli uomini. Quindi appare una conclusione inevitabile che la sola ragione di per sé non basta così come l’impegno del singolo, ma ci deve essere un individuo o un entità preposta e voluta dagli stessi cittadini per far sì che l’uomo in virtù della ragione rispetti tali regole: tale individuo viene chiamato da Hobbes, come abbiamo visto, con il nome di una creatura biblica, Leviatano, un mostro che incuteva paura così come anche l’individuo che svolgeva tale funzione doveva essere capace di incutere timore negli animi delle persone. A tal punto subentra il punto caratteristico della filosofia di Hobbes, perché egli afferma che l’unica forma di governo in cui vi può essere un individuo in grado di far rispettare tali leggi è il regime assolutistico, dove la persona ha sempre un margine di libertà ma il sovrano gli impone di rimanere fedele ai patti grazie alla paura, la paura di una punizione esemplare per il mancato rispetto di tali norme. La punizione da impartire deve essere superiore ai benefici che il disobbedire comportano; ciò è possibile solo in uno stato dove i cittadini conferiscono tale potere ad un'entità superiore e al di sopra di loro che può decidere qualsiasi punizione per ogni violazione e potrà tenere sotto controllo l’istinto degli uomini. L’unico caso in cui un sovrano non può far valere il suo potere è quando ordina ad un cittadino di ucciderne un altro perché costui andrebbe contro il principio di conservazione, ma la pena di morte può essere prevista come punizione per i reati più gravi e a tutela dei rapporti reciproci.
Per ulteriori approfondimenti sulla filosofia di Hobbes vedi qui
Thomas Hobbes: l’idea politica e il patto sociale
L’idea politica di Hobbes si basa su una visione pessimistica dell’uomo. L’uomo non è per natura un animale politico, come sosteneva Aristotele, e non sarebbe in grado di vivere in maniera pacifica nella società. Per natura egli aspira al potere e questo, nello stato di natura, genera un pericoloso tutti contro tutti. In questo stato di natura non c’è proprietà e dominio e ognuno ha il diritto e la volontà di far valere il proprio potere. A governare, come dice nel Leviatano, è solo: “La continua paura e il continuo pericolo di morte violenta e la vita di un uomo è solitaria, povera, sofferta, brutale e breve.” La spinta ad uscire da questo stato di natura è data in parte dalle passioni, che spingono l’uomo a desiderare la pace, in parte dalla ragione, che li convince a passare allo Stato civile. Le condizioni che rendono possibile il passaggio allo stato civile, per Hobbes, sono tre:
- ricercare la pace;
- rinunciare al proprio diritto assoluto su ogni cosa;
- rispettare i patti stabiliti.
Il patto sociale infatti è alla base della società civile. Come egli afferma, sempre nel Leviatano: “Se si è fatto un patto, allora romperlo è ingiusto e la definizione di ingiustizia non è altro che l’inadempienza di un atto. E tutto ciò che non è ingiusto, è giusto.” Gli uomini quindi stipulano un patto di sottomissione, che poi il sovrano assoluto deve far rispettare.
Per ulteriori approfondimenti sul patto sociale in Hobbes vedi qui
Domande da interrogazione
- Qual è la struttura e il contenuto principale dell'opera "Il Leviatano" di Thomas Hobbes?
- Qual è l'idea centrale della filosofia politica di Hobbes espressa nel "Leviatano"?
- Come descrive Hobbes lo stato di natura e la necessità del passaggio allo Stato civile?
- Qual è il ruolo del patto sociale nella filosofia di Hobbes?
- In che modo Hobbes critica la Chiesa Cattolica nel "Leviatano"?
"Il Leviatano" è suddiviso in quattro parti: L'uomo, Lo Stato, Uno Stato cristiano, e Il regno delle tenebre. L'opera esplora la legittimità e la forma dello Stato, rappresentato come un mostro biblico, il Leviatano, che simboleggia il potere temporale e religioso.
Hobbes sostiene che per una convivenza pacifica è necessaria una figura super partes, il Leviatano, che imponga le regole attraverso un regime assolutistico. La paura di punizioni esemplari è essenziale per mantenere l'ordine e il rispetto delle leggi.
Hobbes descrive lo stato di natura come un "tutti contro tutti" dominato dalla paura e dal pericolo di morte violenta. Il passaggio allo Stato civile è motivato dalle passioni e dalla ragione, che spingono l'uomo a desiderare la pace e a rispettare i patti.
Il patto sociale è fondamentale per la società civile. Gli uomini rinunciano al loro diritto assoluto e stipulano un patto di sottomissione, che il sovrano assoluto deve far rispettare per garantire la giustizia e l'ordine.
Hobbes critica la Chiesa Cattolica nel "Leviatano" descrivendo il "regno delle tenebre" come una confederazione di ingannatori che, con dottrine oscure, cercano di dominare gli uomini e ostacolare il regno di Dio.