Concetti Chiave
- Hegel's philosophy centers on the idea that reality is a manifestation of an infinite spirit, emphasizing that finite elements exist only as expressions of this infinite essence.
- His dialectical method, consisting of thesis, antithesis, and synthesis, is a key component in explaining historical and philosophical development, viewing reality as a dynamic process.
- Hegel's critique of Enlightenment rationalism distinguishes between intellect, which he sees as finite and abstract, and reason, which he considers infinite and capable of true understanding.
- His concept of the state is ethical and self-aware, prioritizing the collective spirit over individual rights, challenging liberal and democratic principles of government based on individual sovereignty.
- In Hegel's system, art, religion, and philosophy are stages of absolute spirit, each representing different forms of self-awareness and expression of the infinite spirit in human history.
Infinito = spiritualità umana
Pensa non nei termini di un soggetto infinito, ma di una spiritualità storica collettiva. La realtà è un prodotto dello spirito ( = collettivo). La realtà è il prodotto della civiltà spirituale. Lo spirito è in ogni aspetto della realtà.
Nasce nel 1770, muore di colera nel 1831. Nasce e vive nel contesto del ripensamento dell'opera di Kant, è un post-kantiano, nell'Europa Napoleonica ( e ne è un ammiratore). Diventa professore di filosofia ed insegna a Berlino.
Opere:
La fenomenologia dello spirito (1807)
Enciclopedia delle scienze filosofiche
(espone il suo sistema di filosofia)
Le altre opere sono approfondimenti delle prime
Hegel vuole spiegare tutta la realtà, è una filosofia completa, è ricavata da alcuni principi di base: I capisaldi del sistema:
1) lo spirito è infinito. Tutto ciò che è finito è manifestazione dello spirito infinito, ogni aspetto della realtà (finita) è manifestazione dello spirito (infinito)
La sua filosofia è una forma di Panteismo (Dio è in tutte le cose). Lo spirito è in tutte le cose, spirito infinito è sostanza del finito.
Ciò che è finito non esiste preso di per sè, ma sono come manifestazione dello spirito infinito.
Il finito non ha esistenza autonoma dall'infinito.
2) Identità di ragione e realtà.
Ciò che è razionale è reale e viceversa.
a) Razionale --> Reale
b) Reale --> Razionale
Lo spirito infinito è qualificato come ragione. La sua razionalità è reale.
a) Tutto ciò che è coerente con la ragione si realizza. La vera ragione si realizza, ciò che veramente fa parte dello spirito non può non realizzarsi. Ciò che veramente appartiene alla spiritualità, ha successo.
Se un pensiero è razionale, è nella storia.
b) Razionale nel senso di spiegabile e moralmente giustificabile: non esiste una moralità fuori dallo spirito se tutto è voluto dallo spirito, tutto è giusto che sia così.
E' spiegabile dalla ragione poiché creato da essa.
E' spiegabile, ovvero non accientale, tutto è necessario, non esiste il caso.
Per Kant, intelletto è la facoltà finita che produce la scienza, conoscenza effettiva. La ragione è la facoltà infinita che si perde nella metafisica, conoscenza apparente poiché vuole conoscere il noumeno.
Anche per Hegel è così, ma l'intelletto produce conoscenza apparente, la ragione produe la conoscenza effettiva.
Per Hegel la ragione è sia teoretica (spiegabile) che pratica (moralmente giustificabile).
3) Funzione della filosofia: è la nottola di Minerva, dea romana della ragione. La nottola è una civetta un animale notturno che osserva il mondo dopo che ha fatto il suo corso. Osserva la realtà dopo che essa si è realizzata. La filosofia è lo strumento della ragione, con cui la ragione prende atto di ciò che è la realtà.
Senso antilluministico: per gli illuministi la ragione era strumento di critica della realtà, per Hegel la ragione deve essere spiegazione e giustificazione della realtà.
La filosofia deve spiegare la realtà, senza criticarla, la filosofia non è critica, ma comprensione (in contrapposizione alla filosofia di Kant).
La Dialettica:
se è vero tutto quello che è stato detto prima, tutto è perfetto, tutto è immobile. Hegel vuole evitare questo e pensare l'identità reale-razionale come divenire, vuole salvare la realtà storica. Deve spiegare il divenire.
Principio: dialettica, con cui spiega il divenire.
Divenire: passaggio dall'essere al non essere, nella filosofia presocratica.
Sostiene che la dialettica, ciò che spiega il movimento, consista di tre momenti:
1) TESI: essere A
2) ANTITESI: non essere A
3) SINTESI (Divenire): essere A e non essere A (passaggio contraddittorio)
Vuole pensare il mondo prodotto dallo spirito, come un mondo in divenire. E' uno spirito che ha storia. Il divenire nella filosofia presocratica era qualcosa che univa Essere e Non-Essere.
Lo spirito infinito diviene. La realtà è un prodotto del divenire storico dello spirito.
La dialettica è la legge fondamentale con cui noi pensiamo la realtà, ovvero il metodo con cui la pensiamo.
La legge della realtà è uguale alla legge della ragione, REALTA' = RAGIONE.
Tesi: momento intellettuale astratto
Antitesi: momento razionale negativo
Sintesi: momento razionale positivo o speculativo
Distinzione di Kant tra intelletto (facoltà limitata da esperienza, dà conoscenza scientifica) e ragione (facoltà infinita che andava al di là dell'esperienza = metafisica (Kant)).
Per Hegel l'intelletto ha solo conoscenza astratta. Perché è finito e conosce il finito. Stacca il finito dall'infinito, lo stacca dal contesto, lo astrae, lo separa dal resto = conoscenza parziale della realtà ).
Nella tesi usiamo intelletto astratto perché separiamo A da tutto il resto.
Per Hegel la ragione proprio perché va al di là dell'esperienza è superiore all'intelletto, vuole conoscere l'infinito:
1. Negare, Antitesi = la ragione riflette sulla realtà e vede la parte restante. La ragione scopre la limitatezza della visione intellettuale.
Sintesi: la ragione coglie l'infinito.
La realtà è una contraddizione È e NON È: divenire.
Hegel va contro il principio di non-contraddizione: è impossibile negare e allo stesso tempo affermare una stessa cosa (Aristotele).
La sintesi è una violazione di questo principio. La sintesi è AUFHEBUNG:
Superamento, va al di là di Th e Ath.
Conservazione, conserva Th e Ath.
Critica illuminismo:
l'illuminismo crede con la ragione di poter criticare la realtà e renderla più chiara per mostrare gli aspetti che non vanno bene. La ragione è diversa dalla realtà. L'illuminismo scambia per ragione l'intelletto secondo Hegel.
1. L'illuminismo critica la realtà con la ragione.
2. Se è 1, la ragione è diversa dalla realtà.Una ragione diversa dalla realtà non è vera ragione.
3. Ma è 4, intelletto, facoltà finita e limitata.
Se X deve essere, allora X non è (differenza fra ragione e realtà): legge morale, detta all'uomo il suo dovere.
Dovere:
Sollen: dovere morale
Mussen: necessità logico-fisica
Romantici: il sentimento dà l'accesso all'infinito, permette di comprendere la realtà infinita.
Sentimento = individuale, non può cogliere l'infinito = universale.
Fenomenologia dello spirito:
Mostra il cammino, il percorso che ha compiuto lo spirito per arrivare a comprendere la propria identità con la realtà.
La realtà è un prodotto dello spirito.
Mostrarsi dell'apparire dello spirito, attraverso la storia della spiritualità umana.
Tappe: figure, momenti emblematici in cui lo spirito si manifesta. Queste figure sono raggruppate in tre cicli.
L'individuo può essere introdotto alla filosofia ripercorrendo il cammino che la civiltà ha compiuto, che lo spirito ha compiuto nell'intera civiltà umana.
La dialettica è il motore della filosofia hegeliana. Costituisce di tre momento: tesi, antitesi e sintesi, la sintesi è superamento e conservazione di tesi e antitesi.
Ogni epoca storica supera e conserva quelle precedenti.
Fenomenologia dello spirito:
Studia come lo spirito si manifesta. È la storia del cammino che ha compiuto lo spirito per arrivare a sapere che lo spirito è ragione ed è identico alla realtà. Lo spirito pian piano si rivela.
Il cammino è costituito da figure: momenti emblematici (significativi), sono delle tappe. Ogni figura è una parziale rivelazione. Il cammino è quello che si compie per arrivare alla filosofia di Hegel: REALTÀ = RAGIONE
È il cammino dello spirito che esso compie nella coscienza umana. Quest'opera costituisce un'introduzione alla filosofia: difficile perché è la forma più alta di sapere e non la si può definire dall'esterno, si autodefinisce. Se si potesse definire dall'esterno, ci sarebbe un sapere più alto, ma esso non c'è. Bisogna seguire il cammino dello spirito per arrivare alla filosofia. Esso è fatto di figure, tappe. È il cammino della spiritualità umana.
Divide le figure in tre gruppi:
a) Coscienza
b) Autocoscienza
c) Ragione
Le figure della coscienza sono:
1) Certezza sensibile
2) Percezione
3) Intelletto
La coscienza distingue: soggetto che ha coscienza in relazione con oggetto di cui si ha coscienza.
1) Sensibilità: è la forma più semplice, forma di coscienza più elementare.
Nel momento in cui abbiamo una sensazione grazie ad un oggetto di fronte a noi. Per gli empiristi la sensazione è la forma di coscienza più particolare e determinata che ci sia.
Hegel critica l'empirismo: se io non so nulla non ho coscienza del particolare, ma ho coscienza generica, quindi la coscienza scopre di essere generale, universale.
2) Percezione: è la sintesi delle qualità.
Il soggetto unifica le qualità dell'oggetto, fa si che esista un oggetto unificando.
La coscienza scopre che essa stessa fa esistere l'oggetto.
3) Scopre che la realtà e fenomeno dell'intelletto, esiste in quanto appare o si mostra alla coscienza. La realtà è nell'intelletto, nella coscienza, esiste solo in essa.
b) la coscienza assume se stessa come oggetto.
Le figure dell'autocoscienza sono:
4) Signore e servo
5) La coscienza infelice
La coscienza guarda al suo interno perché non esiste realtà esterna, ma solo al proprio interno. La coscienza è libera perché non ha realtà esterna che la limiti, ma è ancora coscienza individuale, da ciò deriva uno scontro fra autocoscienze, ognuna delle quali vuole comandare.
4) Nella lotta c'è una coscienza che vince (padrone, signore) ed una che viene sconfitta, per paura della morte si sottomette, come servo, rinuncia ad essere coscienza libera.
La lotta finisce momentaneamente. Il servo sviluppa la consapevolezza che il signore dipenda da lui per Il soddisfacimento dei suoi bisogni materiali: punto di forza del servo, che può ribellarsi al padrone, sconfiggendolo e sostituendosi a lui.
In più il servo è considerato un oggetto, privo di coscienza. Il servo scopre che c'è anche la coscienza del padrone. Il signore è provvisto di coscienza, non scopre che il servo a sua volta la possiede perché secondo lui non la ha.
5) La figura più importante è quella della coscienza infelice, che è l'ultima figura dell'autocoscienza, quella nella quale la coscienza umana scopre di essere finta poiché scopre che esiste una coscienza infinita che è quella di Dio. La coscienza infelice è quel momento del cammino della coscienza, in cui la coscienza umana scopre di essere finita, limitata, perché scopre l'esistenza di una coscienza infinita, quella di Dio. Questa scoperta genera nella coscienza un'infelicità, l'infelicità di essere finita. È la coscienza che scopre la propria finitudine avendo scoperto l'esistenza di una coscienza infinita che è quella di Dio, questo genera alla coscienza l'infelicità propria. Questa è la coscienza medievale secondo Hegel. Il Medioevo è stato la scoperta di un Dio infinito e quindi un'epoca in cui l'uomo è stato infelice di questa sua natura finita, secondo Hegel la caratteristica saliente di questa infelicità è che porta al misticismo, che secondo lui caratterizza specificamente la coscienza dell'uomo medievale. Nel Medioevo la coscienza scopre di essere finita, limitata, perché scopre l'esistenza di una coscienza infinita che è quella di Dio. Scoprendo che esiste una coscienza infinita che è appunto quella di Dio, essa è infelice della propria finitudine, questo è l'atteggiamento religioso tipico del Medioevo che porta l'uomo al misticismo. Mistico è colui che punisce la propria natura finita, la vuole cancellare, la vuole eliminare per ricongiungersi a Dio.
Il mistico è colui che fa esercizi spirituali di sofferenza, di autopunizione per cancellare la propria natura finita e identificarsi con Dio.
Questa coscienza è infelice di se stessa perché ha scoperto di essere finita e questa infelicità viene evidenziata nell'atteggiamento del mistico, che si autopunisce e vuole eliminare la propria natura finita.
Col misticismo l'uomo vuole cancellare la propria natura finita per identificarsi con la coscienza divina.
Prima l'uomo, nel mondo antico, pensava di essere un individuo e quindi in quanto tale si scontrava con altri individui. Nel Medioevo l'uomo scopre che esiste una coscienza infinita che non è la sua, ma quella di Dio. Quindi lui può diventare una coscienza infinita solo identificandosi con Dio. La coscienza scopre che è infinita perché lo spirito è infinito e lo scopre scoprendo Dio, adesso scoprendosi infinito in Dio e non più come individuo, inizia un nuovo ciclo della coscienza, quello nel quale la coscienza vuole dimostrare questa natura infinita.
Come fa a dimostrarlo? Dimostrando che la realtà è il prodotto della coscienza. Inizia un nuovo ciclo, quello della Ragione, conclusivo, in cui questa coscienza infinita dimostra che la realtà è un suo prodotto. Questo è il ciclo della ragione, essa è dimostrazione logica con cui si dimostra che la realtà è un prodotto dello spirito.
Le figure della ragione tentano e ci riesce l'ultima, di dimostrare che la realtà è un prodotto dello spirito e cerca di farmo tramite due strade.
Le figure della ragione dimostrano identità tra ragione e realtà o con l'osservazione o con l'azione. La ragione può dimostrare che la realtà è un suo prodotto o attraverso l'osservazione e si ha la ragione osservativa o attraverso l'azione e si ha la ragione attiva.
La ragione osservativa ha varie figure tra le principali:
6) Naturalismo rinascimentale: nel rinascimento c'è la riscoperta della natura e lo studio di essa. Nel rinascimento, l'uomo osserva la natura perché vuole così dimostrare che la natura è un prodotto della ragione. L'uomo rinascimentale osserva la natura apparentemente per studiarne i meccanismi, in realtà per dimostrare che essi sono governati dalla ragione. Nel Rinascimento, l'uomo studia la natura ed il suo intento è mostrare che essa segue un ordine razionale. Apparentemente l'uomo osserva la natura. Se la natura segue un ordine razionale, è un prodotto della ragione. E' una sorta di narcisismo in cui la ragione guarda la natura per vedere se stessa.
Questo tentativo fallisce nel dimostrare la razionalità della natura, perché c'è sempre un aspetto della natura che sfugge, la ragione non conosce tutta la natura, quindi questa dimostrazione rinascimentale è incompleta. Dunque segue un'altra strada che è quella dell'azione.
Attraverso l'azione ed il successo della propria azione, la ragione umana vuole dimostrare che la realtà è un suo prodotto.
La ragione attiva ha tre figure:
7) Ricerca del piacere: vuole dimostrare che se l'uomo può vivere nel piacere, vuol dire che la realtà è costuita per lui, per soddisfarlo a livello sensibile. Questa prima figura vuole dimostrare che la realtà è un prodotto della ragione, mostrando che questa realtà asseconda il piacere dell'uomo, quindi se l'uomo nella ricerca del piacere ha successo, vuol dire che lui e la sua ragione hanno prodotto la realtà. Questo tentativo fallisce perché l'uomo scopre l'esistenza del dolore con cui deve continuamente avere a che fare e la morte che cancella la sua natura fisica, quindi la ricerca del piacere fallisce.
8) La legge del cuore: il romanticismo è il tentativo di sentire il proprio destino come una legge del cuore, come il prodotto del proprio sentimento. Esso è il secondo tentivo per dimostrare che la realtà è un prodotto della ragione. Si pensa che la realtà renda possibili i sentimenti dell'uomo e permetta a questi di affermarsi e di trionfare, questo è il tentativo che compiono i romantici, quello di sentire il proprio destino come legge del cuore, come prodotto del sentimento. Fallisce poiché il sentimento è individuale, la legge del cuore mia, si scontra con la legge del cuore dell'altro. La ragione non è sentimento, la ragione è universale, il sentimento è individuale.
9) La virtù: è il terzo tentativo. Chi impersona la figura della virtù nell'agire è Robespierre, che con la rivoluzione francese, è stato il tentativo di imporre la virtù repubblicana, di far governare il mondo dalla virtù. La virtù è molto differente dalla legge del cuore, perché essa vuole essere universale. Attraverso la virtù repubblicana Robespierre ha voluto imporre alla vita politica della Francia, le leggi del dovere. Il terzo tentativo è quello di imporre la virtù al mondo, ma la virtù non ha successo perché essa è un dover essere che non è.
La Fenomenologia si conclude quando lo spirito si riconosce nelle leggi e nelle istituzioni di un popolo. La coscienza scopre la propria realtà quando la ragione scopre che si realizza nello spirito di un popolo, nella storia e nelle istituzioni che questo spirito ha prodotto. La ragione scopre di essere universale come la virtù, ma contemporaneamente reale. Mentre la virtù è universale, ma è nella forma del dover essere, le leggi e la storia di un popolo sono universali, ma anche concreti.
Enciclopedia delle Scienze Filosofiche:
I capitoli sono approfonditi nelle altre opere. La realtà è prodotto della ragione, essa può comprenderla.
Opera in cui Hegel espone sistematicamente, in maniera gerarchica la sua filosofia.
Organizzata in modo dialettico:
1) Logica (Th): studio dell'idea in sè
2) Filosofia della natura (Antith): studio dell'idea fuori di sè (Altro da sè)
3) Filosofia dello spirito (Sintesi): studio idea in sè e per sè
3) Si suddivide in:
4) Spirito soggettivo
5) Spirito oggettivo:
6) Spirito assoluto
5) Si suddivide in:
7) Diritto astratto
8) Moralità
9) Eticità
9) Si suddivide in:
10) Famiglia
11) Società civile
12) Stato (Dimensione storica)
6) Si suddivide in:
13) Arte
14) Religione
15) Filosofia
1) Logica: disciplina che studia le leggi del ragionamento. Studio della ragione in sè stessa. La ragione è infinita, quindi è come studiare Dio prima della creazione del mondo. La ragione è identica alla realtà, il suo studio è anche lo studio delle strutture fondamentali della realtà, ovvero la metafisica. La logica di Hegel è anche una metafisica.
2) La natura è lo spirito che esce fuori di sè, diventa altro da sè, ovvero la materia, che è diversa dallo spirito. La natura è il punto/la realizzazione più bassa dello spirito perché è quella in cui lo spirito si realizza nel suo opposto, la materia. Dunque non c'è comprensione della natura. La natura è studiata dalla scienza. Per Hegel essa fa un lavoro preparatorio per studiare la natura, il vero studio è fatto dalla filosofia, che la comprende veramente.
La scienza usa l'intelletto (facoltà finita), la filosofia la ragione (Infinita).
La scienza fornisce i termini del problema, la filosofia li risolve.
Questa teoria determina una frattura profonda tra filosofia e scienza.
In Italia la filosofia di Hegel avrà successo con Benedetto Croce e Gentile (Idealisti del 900).
4) Spirito che conosce la realtà. Si realizza nell'individuo che onosce la realtà.
5) Spirito che si realizza nelle tradizioni storiche di un popolo.
6) Conoscenza delle istituzioni, delle realizzazioni storiche. Conosce le realizzazioni dello spirito.
5) Consiste di tre momenti in cui lo spirito si oggettiva.
7) Diritti dell'individuo, si realizza nei diritti dell'individuo.
L'individuo è caratterizzato dalla sua libertà. Lo spirito è libertà, con 7 si realizza la libertà dell'individuo.
Astratto: individuo staccato dalla comunità, dalla realtà storica, quindi dall'infinito.
Il diritto astratto si suddivide in:
a) Proprietà (momento individuale)
b) Contratto
c) Diritto sul torto
a) L'individuo realizza la sua libertà nella sua proprietà, su cui estende la sua volontà.
b) Contratto con altri tra proprietà che è insufficiente. L'individuo non basta da solo, entra in contatto con gli altri, fa contratti con essi. Momento generale/universale con interessi particolari/personali. Chi interviene in contratto lo fa per convenienza personale (egoismo), da ciò deriva la violazione del contratto.
c) Vero momento in cui si afferma il diritto. Per affermare il diritto sul torto occore uno Stato. La pena è il momento in cui si riafferma il diritto sulla violazione del diritto stesso che è avvenuta.
8) La morale ha un'universalità astratta, consiste nel dover essere, qualcosa che deve essere realizzato. Dunque non è reale. Il bene, oggetto della morale, deve essere realizzato.
Per Hegel astratto e concreto sono diversi da come li pensiamo noi.
Astratto: cose finite, materia, individuo
Concreto: cose infinite, pensiero
La morale è un universale astratto.
9) Eticità: sintesi diritto astratto e morale. Realizzazione del VOLKS (Popolo) GEIST (Spirito).
E' il momento in cui lo spirito universale si concretizza nelle istituzioni.
L'eticità è universale e individuale, è la morale realizzata.
Lo Stato è la piena realizzazione dell'Eticità.
Eticità si suddivide in:
a) Famiglia
b) Società civile
c) Stato
a e b sono due istituzioni che hanno effettiva esistenza di fronte allo Stato.
a) Rapporti naturali tra sessi, con i figli generati da questo rapporto, tutto ciò è naturale.
Istituzione in quanto lo stato la rende tale attraverso il matrimonio.
Rapporto naturale di base, diventa istituzione con il matrimonio.
b) Momento generale in cui gli individuo delle famiglie entrano in rapporto reciproco. Alla base è un modo per soddisfare bisogni che spingono ad entrare in rapporto, rapporti regolati da istituzioni, ad esempio le Corporazioni.
La società civile si suddivide in:
d) Sistema dei bisogni
e) Amministrazione della giustizia
f) Polizia e corporazioni
d) Dà origine alla società. Gli individui, con bisogni entrano in contatto per soddisfarli tramite lavoro, produzione, divisione in classi.
La società civile è un momento generale in cui le famiglie entrano in contatto.
e) Momento in cui lo Stato amministra la società civile, applicandole leggi.
f) Le corporazioni sono associazioni di lavoratori, scompaiono nel 700, Hegel le ripristina e ne fa un organismo dello Stato, tramite cui esso dà ordine alla società civile. L'individuo fa parte delle corporazioni in quanto produttore.
STATO: SOSTANZA ETICA CONSAPEVOLE DI SE'
MOMENTO CULMINANTE DELL'ETICITA', CONTIENE IN SE' LA MORALE.
Sostanza etica: moralità realizzata
Consapevole di sè: contiene in sè le caratteristiche dello stato, cioè la coscienza
Sostanza: realtà
Etica: morale universale
Staot: è dover essere realizzato
Hegel ha una concezione etica dello Stato, il bene esiste solo all'interno di esso e non al di fuori. Il bene è ciò che è giusto e morale, si realizza nelle istituzioni dello Stato. Una morale al di fuori dello Stato è un dover essere che non è.
Lo spirito si realizza nel Diritto Astratto, nella Moralità e nell'Eticità.
Critica Hegeliana allo Stato Liberale:
Locke affermava che l'uomo ha dei diritto (Vita, libertà, proprientà). Il compito dello Stato è quello di preservare i diritti e avere consenso dei cittadini.
Hegel afferma che questa teoria fa dipendere lo Stato (Infinito), dall'individuo (Finito), dunque lo Stato sarebbe subordinato all'individuo e ciò non è concorde con la sua filosofia.
La democrazia suppone che prima esista il popolo e poi lo Stato, mentre per Hegel è il contrario.
Idea della sovranità popolare (Rousseau), il popolo è sovrano, esso è una somma di individui, dunque fa dipendere lo Stato dall'individuo.
Democrazia: governo al popolo. Errore: il popolo è messo prima dello Stato.
Per Hegel poichè c'è uno Stato c'è un popolo. Se non c'è uno Stato, è solo una moltitudine, ovvero un insieme di individui.
Concezione di Hegel:
critica il liberalismo perché pensa che lo Stato debba garantire i diritti dell'individuo. Lo Stato è la piena realizzazione dello spirito di un popolo. Ogni popolo ha la costituzione che gli è adeguata.
Uno Stato non è limitato dalla morale perché essa si realizza nello Stato: concezione etica dello Stato. Non esiste una morale al di fuori di esso che possa limitarlo o condannarlo. Lo Stato è la Giustizia.
Critica Giusnaturalismo e Contrattualismo:
Giusnaturalismo: JUS NATURALIS, diritto che per natura gli individuo possiedono, gli uomini per la loro stessa natura hanno dei diritti. Per Hegel non è così poichè i diritto esistono perché lo Stato li crea e li fa essere. Lo Stato è espressione dello spirito di un popolo.
Contrattualismo: Stato frutto di contratto sociale.
Lo Stato è infinito, è Dio realizzato.
Lo Stato si suddivide in:
a) Costituzione interna
b) Diritto internazionale
c) Storia del mondo (relazione fra Stati)
b) Trattati stabiliti fra i diversi stati. Non esiste un diritto internaziona, i patti non hanno una vera realtà perché non c'è un organismo giudice, non c'è nulla sopra lo Stato. Sono un dover essere (ciò che si deve fare), ma non hanno effettiva realtà.
L'unico vero giudice è la Storia del mondo che determina la vittoria dello Stato che in quel momento incarna lo Spirito del mondo universale: WELT (mondo) GEIST (spirito).
c) Momento in cui avviene una sorta di giudizio divino.
La guerra per Hegel è fondamentale perché è il motore della storia, vince lo Stato che incarna lo spirito del mondo, è come il vento che spazza via la sporcizia. Al contrario Kant aveva scritto "Per la pace perpetua".
Concezione della storia (Storia del mondo):
la storia ha un ordine razionale, è un susseguirsi di eventi razionali. Per l'individuo essa può contenere ingiustizie, dal punti di vista della ragione è razionale e perfettamente giusta.
Nella concezione provvidenzialistica della storia essa ha un ordine divino, un disegno divino. Per Hegel invece è spiegabile razionalemente. La concezioene provvidenzialistica rinuncia a spiegare il perché. Per Hegel la storia è spiegabile razionalmente ma è incomprensibile per l'individuo. L'ordine divino è in comune per entrambe le concezioni, ma secondo Hegel questo è comprensibile dall'uomo.
La fine della storia è la realizzazione dello Spirito del mondo. Lo spirito del mondo si incarna nello spirito del popolo che in un determinato momento è alla giuda dell'umanità. I singoli popoli ed i singoli individui sono strumenti dello spirito universale. Sono i mezzi di cui si serve per realizzarsi.
I popoli sono i mezzi con cui lo spirito universale si realizza, i singoli individui ancora di più.
Teoria dell'astuzia della ragione:
la ragione è astuta, utilizza passioni e sentimenti di individui e popoli per realizzare il proprio disegno. Gli individui sono come dei burattini pilotati dalla ragione che ricorre ai loro egoismi per realizzare il proprio disegno universale.
Per realizzare il suo progetto utilizza ambizioni dell'individuo.
L'individuo crede di fare una cosa, ma contribuisce inconsapevolmente ad un disegno più ampio.
Nella storia gli individui sono il finito, manifestazione dell'infinito. Il loro compito è di conservare lo spirito del popolo di cui fanno parte, ne sono la manifestazione. Ci sono individui eccezionali che individuano quale sarà la prossima realizzazione dello spirito e sono gli unici a poter cambiare il presente, possono cambiare lo spirito del popolo. Sono individui della storia universale, eroi, grandi condottieri. Gli eroi hanno successo, gli altri no.
Filosofia dello spirito assoluto:
Soggettivo: spirito che conosce
Oggettivo: spirito che si realizza
Assoluto: spirito che conosce le proprie realizzazioni, autocoscienza della storia e delle istituzioni.
Lo spirito assoluto ha tre momenti:
1) Arte
2) Ragione
3) Filosofia
Sono le forme dell'autocoscienza della storia e delle istituzioni.
Esse hanno lo stesso oggetto, ovvero la realizzazione dello spirito, si differenziano per la forma. Sono tre forme differenti di uno stesso contenuto che è l'autocoscienza.
1) Ha la forma dell'intuizione sensibile
2) Ha la forma della rappresentazione (dell'intelletto)
3) Ha la forma del concetto (tipico della ragione)
L'intuizione sensibile utilizza la natura, la materia per esprimere la spiritualità. La materia è ciò che è più lontano dallo spirito.
Parla di morte dell'arte, l'arte non ha più un ruolo fondamentale che aveva invece nell'antichità classica. L'arte è la natura spiritualizzata, ha un limite. L'arte è tesi, è subordinata alla filosofia, poichè condizionata dal giudizio su di essa, è più importante il critico dell'artista.
L'arte utilizza l'immediatezza sensibile, non è mediata dal concetto o dalla rappresentazione, l'artista rappresenta ciò che sente.
La storia dell'arte ha tre momenti determinati dal rapporto tra forma arte e contenuto:
a) Arte simbolica
b) Arte classica
c) Arte romantica
Si differenziano per come intuiscono l'intuizione sensibile.
a) L'artista non è in gradi di modellare la materia per farle esprimere il contenuto, usa la materia in modo allusivo simbolico, qualcosa che allude allo spirito come un simbolo. (Arte Orientale)
b) Equilibrio tra spirito ed intuizione sensibile. Equilibrio tra forma e contenuto.
L'artista utilizza tra tutti i corpi quello più adatto ad esprimere la spiritualità: il corpo umano.
L'arte si rende conto dell'incapacità della materia di esprimere lo spirito, l'artista ritorna al simbolo coscientemente. Non sceglie il corpo perfetto, ma un corpo sofferente.
Lo spirito assoluto è la sintesi di spirito oggettivo e spirito soggettivo.
E' l'autocoscienza della storia, la storia prende coscienza di sè stessa.
Arte, religione e filosofia permettono al popolo di prendere coscienza di sè stesso.
Per Kant l'arte è disinteressata, non le interessa la realtà. Per Hegel essa è legata al suo tempo. Non è indifferente alla realtà, al periodo storico. E' figlia del proprio tempo.
La religione è la forma della rappresentazione intellettuale.
Religione e filosofia differiscono per la forma. La prima è la rappresentazione dell'intelletto, si rappresenta Dio con strumenti finiti (intelletto), la seconda ha la forma del concetto della ragione.
La prima avendo strumenti finiti non riesce ad esprimere la vera natura di Dio (infinito).
Nella religione ci sono dogmi: verità indimostrabili, perché utilizza l'intelletto finito. La natura di Dio appare inconcepibile, l'uomo religioso ha fede in Dio.
La prova ontologica e difesa da Hegel (A contrario di Kant che affermava che dal concetto non si può ricavare l'esistenza).
Hegel è d'accordo con Kant ad eccetto per il concetto di infinito, esso comprende/contiene in sè la sua esistenza. L'infinito è ed è reale. La sua realtà è il presupposto della sua filosofia. Tutta la realtà è manifestazione dell'infinito.
Essere infinito = effere necessariamente esistente.
La filosofia è ragione che comprende la ragione. Lo spirito si comprende nella forma adeguata attraverso la ragione.
Coincide con la storia della filosofia, è la storia della ragione nel senso dell'autocoscienza della ragione, ogni sistema filosofico è sintesi dei precedenti: li supera e li conserva.
L'ultima filosofia (quella di Hegel) è la summa di tutte le filosofie precedenti, che se hanno qualcosa di vero rivivono in essa. Si confronta con tutte le filosofie precedenti.
Domande da interrogazione
- Qual è il concetto centrale della filosofia di Hegel riguardo alla realtà e allo spirito?
- Come Hegel interpreta il rapporto tra ragione e realtà?
- Qual è la funzione della filosofia secondo Hegel?
- Come Hegel descrive il processo dialettico?
- Qual è la visione di Hegel sullo Stato e la sua relazione con l'individuo?
Hegel sostiene che la realtà è un prodotto dello spirito infinito, e ogni aspetto della realtà finita è una manifestazione di questo spirito. La sua filosofia è una forma di panteismo, dove lo spirito è presente in tutte le cose.
Hegel afferma che ciò che è razionale è reale e viceversa. La ragione è sia teoretica che pratica, e tutto ciò che è coerente con la ragione si realizza nella storia.
La filosofia, per Hegel, è lo strumento della ragione che osserva e comprende la realtà dopo che essa si è realizzata, senza criticarla, in contrasto con l'approccio critico degli illuministi.
Hegel descrive la dialettica come un processo di divenire che consiste in tre momenti: tesi, antitesi e sintesi. Questo processo spiega il movimento e il cambiamento nella realtà, superando il principio di non-contraddizione.
Hegel vede lo Stato come la piena realizzazione dello spirito di un popolo, dove il bene e la moralità si realizzano. Critica il liberalismo e il giusnaturalismo, sostenendo che i diritti esistono perché lo Stato li crea, e che lo Stato è superiore all'individuo.