Francy1982
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Concetti Chiave

  • Sant'Anselmo d'Aosta, nato nel 1033 ad Aosta e morto nel 1109 a Canterbury, è stato un importante filosofo medievale, noto per il suo ruolo nella lotta delle investiture e per la sua attività di riforma ecclesiastica.
  • Durante il suo periodo in Francia, Anselmo divenne priore dell'abbazia benedettina del Bec, dove si dedicò allo studio, all'insegnamento e alla preghiera, affrontando anche tentativi di avvelenamento.
  • Anselmo è noto per la sua "prova ontologica" per l'esistenza di Dio, un argomento a priori basato sulla razionalità, distinto da prove a posteriori che si fondano sull'esperienza sensibile.
  • La prova ontologica di Anselmo sostiene che Dio, essendo un ente di cui non si può pensare il maggiore, deve esistere in realtà oltre che nell'intelletto, in quanto l'esistenza è una qualità positiva.
  • Filosofi come Tommaso d'Aquino e Kant criticarono la prova ontologica, sostenendo che l'esistenza non può essere considerata una proprietà essenziale e che l'uomo non conosce adeguatamente l'essenza di Dio.

Indice

  1. Biografia di Anselmo d'Aosta
  2. Conflitti e riforme ecclesiastiche
  3. Opere principali di Anselmo
  4. Prove per l'esistenza di Dio
  5. Prova ontologica di Anselmo
  6. Critiche alla prova ontologica
  7. Essenza ed esistenza secondo Kant

Biografia di Anselmo d'Aosta

In questo appunto di filosofia viene descritta la biografia di Anselmo d'Aosta. Si descrive anche il pensiero filosofico del celebre filosofo di epoca medievale, con attenzione ai principi filosofici più importanti del suo pensiero.

Sant'Anselmo d'Aosta nasce ad Aosta nel 1033. Muore a Canterbury nel 1109. Collocazione storica: sorgono i comuni; si ha la lotta per le investiture; sinodo lateranense del 1059, in cui viene deciso il metodo di elezione del Papa: l'imperatore non ha più questo compito), invasione normanna in Inghilterra; la Chiesa tende all'autonomia dal potere imperiale. Anselmo d'Aosta sta soprattutto in Francia e in Inghilterra. In Francia diventa priore dell'abbazia benedettina del Bec, in Bretagna. Qui trascorre gli anni più belli della sua vita, dedicati allo studio, all'insegnamento e alla preghiera. Cerca anche di riformare il convento e dopo una serie di vicissitudini (cercheranno persino di avvelenarlo) riuscirà nel suo intento.

Conflitti e riforme ecclesiastiche

Lasciò la Francia per accettare la carica di vescovo di Canterbury, in Inghilterra. Il breve periodo di episcopato, durato 4 anni, fu travagliato dal conflitto tra il re normanno Guglielmo II (il Rosso) e papa Urbano II, circa la questione delle investiture ecclesiastiche. sant'Anselmo d'Aosta: pensiero e vitaNel 1103 sceglie la via dell'esilio. Solo dopo il compromesso ecclesiastico tra il re e papa Pasquale II, che autorizzava il vescovo di Canterbury a riconoscere i vescovi e gli abati nominati dal re d'Inghilterra, Anselmo d'Aosta poté riprendere il suo incarico, anche se dovette lottare fino alla morte per difendere il primato di Canterbury dalla interferenze feudali. Scrive diverse opere, in alcune si riferisce anche lui, come Agostino, alla filosofia platonica.

Opere principali di Anselmo

Ecco le opere principali di Sant'Anselmo d'Aosta:

  • Proslogion
  • Monologion
  • De libero arbitrio
  • De veritate (sulla conoscenza, ove sostiene il realismo platonico)

Prove per l'esistenza di Dio

Le prove per l'esistenza di Dio si possono distinguere in:

  1. Prove a priori: quelle dimostrazioni sul piano della sola razionalità che non presuppongono l'esperienza sensibile
  2. Prove a posteriori, che presuppongono l'esperienza sensibile e vengono dopo questa.

Prova ontologica di Anselmo

Nel Proslogion c'è la prova ontologica per dimostrare l'esistenza di Dio.

É passato alla storia per aver ideato una prova a priori sull'esistenza di Dio.

Questa prova può essere ricostruita, componendola in vari passaggi:

Dio è l'ente di cui non si può pensare il maggiore è quell'ente che ha tutte le qualità positive al massimo grado (se due sono sapienti, uno può esserlo di più dell'altro, colui che sa tutto è onnisciente; il più potente tra tutti è invece onnipotente). Questa definizione non implica però l'esistenza di Dio:

  • Distinzione tra esistenza nell'intelletto e esistenza in realtà. L'ateo, che Anselmo chiama stolto, perché nel suo tempo non vi erano intellettuali atei dichiarati, ha in mente il concetto di Dio anche se non crede che esista in realtà. Se io dico l'essere di cui non si può pensare il maggiore, lo stolto capisce che è Dio. Anselmo fa l'esempio di un pittore che deve dipingere un quadro: inizialmente ha il quadro è nell'intelletto e non ancora in realtà; quando l'ha disegnato il quadro è sia nell'intelletto sia in realtà.
  • Dio esiste nell'intelletto: anche lo stolto deve ammettere che Dio esiste nell'intelletto.
  • Tesi: Dio esiste anche in realtà (è ciò che Anselmo vuole dimostrare)
  • Si suppone, per assurdo, che Dio esista solo nell'intelletto.
  • Ciò di cui non si può pensare il maggiore è ciò di cui si può pensare il maggiore.

    Se penso a Dio esistente nell'intelletto potrei dire: se esistesse anche in realtà avrebbe una qualità in più rispetto a quello pensato esistente nell'intelletto (la qualità positiva in più è l'esistenza). Ne deriverebbe quindi che Dio (ciò di cui non si può pensare il maggiore) è ciò di cui si può pensare il maggiore...

  • Il punto 6 è contraddittorio
  • Dio esiste anche in realtà.

    Critiche alla prova ontologica

    La maggior parte dei filosofi ritiene non valida la prova ontologica di Anselmo, tra cui: San Tommaso: la prova ontologica è un passaggio dall'essenza all'esistenza.

Analisi del pensiero e delle opere di Anselmo d'Aosta nel contesto medievale articolo

L'essenza è l'insieme dei predicati essenziali che determinano la cosa. Se dico: l'uomo è un animale razionale, l'essenza è la razionalità. Per Aristotele poteva essere vista come la nozione, il concetto di forma (l'uomo è concepito come animale razionale). Anselmo sostiene che l'essenza di Dio è la perfezione, cioè tutte le qualità positive al massimo grado.

San Tommaso dice: se noi conoscessimo adeguatamente l'essenza di Dio, allora potremmo sapere con certezza che esiste. In pratica, l'essenza implica l'esistenza.

Per Tommaso, però, l'uomo non conosce adeguatamente l'essenza (perché se io voglio in qualche modo provare l'esistenza di Dio è perché non ne ho già una conoscenza adeguata) e quindi non si può fare il passaggio dall'essenza all'esistenza di Dio.

La prova, per Tommaso, non è un errore logico, ma non è valida perché l'uomo non conosce adeguatamente l'essenza di Dio. In conclusione, secondo lui, si può provare l'esistenza di Dio solo a posteriori e non a priori.

Essenza ed esistenza secondo Kant

Per Kant (anche lui crede che la prova ontologica sia un passaggio dall'essenza all'esistenza), a differenza di Tommaso, la prova ontologica è un vero e proprio errore logico.

Supponiamo che abbia in tasca 100 talleri (moneta d'oro prussiana di grande valore) o che non li abbia. Averli o non averli è diverso (sono ricco o sono povero). Però, l'essenza del tallero rimane inalterata, sia che li abbia o meno. Pretendere di far derivare l'esistenza dall'essenza è un errore logico.

Perché questo? L'essenza è un insieme di proprietà, ma per Kant l'esistenza non è una proprietà costitutiva che determina l'essenza.

Nel momento in cui formulo la definizione di Dio, specificando quindi un insieme di proprietà, ci sono due casi: o in queste proprietà consideriamo anche l'esistenza e commettiamo però un errore logico (poiché abbiamo detto che l'esistenza non è una proprietà che concorre all'essenza); o non includiamo l'esistenza nelle proprietà essenziali. Se però non la includiamo, non scatta la contraddizione (ciò di cui non si può pensare il maggiore è ciò di cui si può pensare il maggiore) e la prova non conclude più nulla.

Kant dice che la definizione è arbitraria (si può definire ciò che si vuole), ma se includo l'esistenza nell'essenza sbaglio.

Esempio: se definisco ippografo= ippogrifo che esiste, allora l'Essenza dell'ippografo diviene: {cavallo, alato, esistenza}

Ipotesi per assurdo: l'ippografo non esiste.

Sostituiamo a ippografo: ippogrifo che esiste.

ne deriva: l'ippogrifo che esiste non esiste; è una contraddizione.

Quindi è vero che l'ippografo esiste e di conseguenza anche l'ippogrifo esiste.

Conclusione: la prova ontologica è sbagliata perché l'esistenza non può concorrere a determinare l'essenza.

Contro la prova ontologica, anche il contemporaneo Gaunilone, che era un monaco, formula l'argomento dell'isola perfetta, che come tale dovrebbe esistere, ed invece non esiste.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Sant'Anselmo d'Aosta e quale fu il suo ruolo nella Chiesa?
  2. Sant'Anselmo d'Aosta nacque nel 1033 ad Aosta e morì nel 1109 a Canterbury. Fu priore dell'abbazia benedettina del Bec in Francia e successivamente vescovo di Canterbury. Durante il suo episcopato, affrontò conflitti con il re normanno Guglielmo II riguardo alle investiture ecclesiastiche.

  3. Quali sono le opere principali di Sant'Anselmo d'Aosta?
  4. Le opere principali di Sant'Anselmo includono il "Proslogion", il "Monologion", "De libero arbitrio" e "De veritate", dove sostiene il realismo platonico.

  5. In cosa consiste la prova ontologica di Anselmo per l'esistenza di Dio?
  6. La prova ontologica di Anselmo è una dimostrazione a priori che sostiene che Dio, essendo l'ente di cui non si può pensare il maggiore, deve esistere non solo nell'intelletto ma anche in realtà, poiché l'esistenza è una qualità positiva.

  7. Quali critiche sono state mosse alla prova ontologica di Anselmo?
  8. La prova ontologica di Anselmo è stata criticata da filosofi come San Tommaso e Kant. San Tommaso riteneva che l'essenza non implica necessariamente l'esistenza, mentre Kant considerava la prova un errore logico, poiché l'esistenza non è una proprietà costitutiva dell'essenza.

  9. Qual è l'argomento di Gaunilone contro la prova ontologica?
  10. Gaunilone, contemporaneo di Anselmo, formulò l'argomento dell'isola perfetta, sostenendo che, se la prova ontologica fosse valida, allora anche un'isola perfetta dovrebbe esistere, il che non è il caso, dimostrando così l'invalidità della prova.

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