Concetti Chiave
- Tommaso d'Aquino fu un esponente chiave della scolastica, integrando il pensiero aristotelico con la dottrina cristiana, influenzando profondamente la filosofia e teologia cattolica.
- Il suo sistema filosofico, noto come tomismo, è stato riconosciuto come guida principale per la dottrina cattolica, influenzando encicliche papali e mantenendo rilevanza nel pensiero neotomista contemporaneo.
- Tommaso sviluppò la distinzione tra essenza ed esistenza, introducendo i concetti di atto e potenza, e affermando che l'esistenza è l'atto dell'essenza.
- Attraverso le cinque vie, Tommaso dimostrò l'esistenza di Dio partendo dall'esperienza sensibile, criticando le dimostrazioni a priori e sottolineando i limiti della ragione nel comprendere l'essenza divina.
- Tommaso promosse l'autonomia tra filosofia e teologia, considerandole in accordo ma con campi di indagine distinti, con la filosofia che esplora il naturale e la teologia che si fonda sulla rivelazione.

Compì i primi studi nel monastero benedettino di Montecassino e presso l'università di Napoli, dove nel 1243, nonostante l'opposizione della madre, entrò nell'ordine dei domenicani; in seguito si recò a Parigi e a Colonia per proseguire gli studi sotto la guida di Alberto Magno. Nel 1252 Tommaso tornò a Parigi dove intraprese la carriera universitaria. Tra le opere di questo periodo si menzionano i commenti (1256) alle Sentenze del teologo Pietro Lombardo. Nel 1259 Tommaso divenne Maestro (magister) di teologia e insegnò filosofia all'università di Parigi. In seguito venne convocato a Roma dal pontefice, e per quasi un decennio svolse le funzioni di consigliere e predicatore presso la corte papale. Tornato a Parigi nel 1268, venne coinvolto in una controversia con il filosofo fiammingo Sigieri di Brabante e altri seguaci del filosofo arabo Averroè. Tommaso conciliò fede e intelletto e realizzò una sintesi filosofica (che poi accordò con la Bibbia e la dottrina cattolica) delle opere e degli insegnamenti di Aristotele e di altri filosofi antichi; di Agostino e altri padri della Chiesa; di Averroè, Avicenna e altri studiosi islamici; di pensatori ebrei come Maimonide e Avicebron e di precedenti filosofi della tradizione scolastica.
L'opera di Tommaso segna una tappa decisiva nella storia della filosofia e al suo sistema, detto "tomismo", si rifecero per secoli il pensiero cattolico e la dottrina teologica. In alcune encicliche papa Leone XIII e papa Pio XII riconobbero nella filosofia tomista la guida più sicura per la dottrina e l'istruzione scolastica cattolica, scoraggiando qualunque allontanamento da essa. In epoca contemporanea, il neotomismo rappresenta ancora una fra le principali scuole di pensiero; tra i pensatori che si confrontarono con il pensiero di Tommaso vi furono i filosofi francesi Jacques Maritain ed Etienne Gilson.
San Tommaso fu un autore assai prolifico. Delle ottanta opere che scrisse, le due più importanti sono la Summa contra gentiles (1269-1273), una trattazione minuziosa e dotta che mira a convincere gli intellettuali musulmani della verità del cristianesimo; e la Summa theologiae (1269, incompiuta) che si compone di tre parti (su Dio, la vita morale dell'uomo, e Cristo). Morì a Fossanova (LT) nel 1274 (p.s. per chi non lo conoscesse, è vicino a Priverno, il paese natale di A.Cappelletti);(p.s.2 si narra che fosse diventato così ciccione che per farlo uscire dalla sua stanza dovettero farlo a pezzi:D).
Allora l'unico modo per dimostrare l'esistenza di Dio con la ragione è partire dall'esperienza, ovvero con una dimostrazione a posteriori. Quindi vediamo una "partenza" di Tommaso dal mondo, dall'esperienza, dal movimento, basandosi sul principio aristotelico dell'"ab alio movetur". Infatti per lui, e qui possiamo notare un ritorno all'esteriorità dopo il privilegiamento dell'interiorità fatto da Agostino, il punto di partenza è il mondo esteriore, i sensi, e ciò lo testimonia la frase "Nihil est in intellectu quod prius non fueri in sensu", cioè nulla è nell'intelletto che prima non è stato nei sensi. In particolare questo ci fa capire perché Tommaso sia aristotelico. Il filosofo quindi dimostra questa esistenza di Dio con le celeberrime cinque vie, ognuna delle quali rappresenta un'argomentazione atta a sostenere la sua tesi.
1. La prima via, detta anche argomento cosmologico, è fondata sul concetto di movimento, e ricalca la dimostrazione del motore primo immobile di Aristotele; per ogni cosa che si muove, ci deve essere un'altra cosa che l'ha mossa perché si deve presumere logicamente che ci sia qualcosa di antecedente, e così potremmo risalire all'infinito. Ma dato che non possiamo procedere all' infinito, dobbiamo riconoscere che ad un certo punto esiste un motore non mosso da nulla, ma capace di generare movimento di per sé; questo primo motore sarà quindi Dio.
2. La seconda via è fondata sul concetto di causa; siccome ogni effetto rimanda ad una sua causa, nella concatenazione degli esseri naturali bisognerà risalire sino ad una causa prima che è Dio.
3. La terza via si fonda sui concetti di necessità e di contingenza; tutte le cose esistenti potrebbero anche non esistere e quindi sono contingenti. Ma nella serie degli esseri contingenti bisognerà risalire a qualcosa di necessario, cioè a qualcosa che esiste necessariamente di per sé, altrimenti risalendo di contingente in contingente dovremmo ammettere che la realtà deriva dal nulla. L'essere originario e necessario è quindi Dio.
4. La quarta via si riferisce al grado di perfezione di una determinata qualità; la perfezione di una qualità rende possibile l'esistenza di una serie di gradazioni superiori ed inferiori della qualità medesima, per cui possiamo pensare che in Dio esistano al più alto grado tutte le perfezioni pensabili, riferibili a Dio.
5. La quinta via si fonda sul concetto di fine; tutta la realtà naturale, anche nei suoi aspetti non intelligenti, dimostra di comportarsi secondo finalità precise come nel caso degli animali o dei vegetali; quindi deve esserci un ordinamento finalistico intelligente che tutto dispone e questa suprema intelligenza non può che essere Dio.
Ma la ragione può arrivare solo a dimostrare l'esistenza di Dio, non può arrivare a chiarirne l'essenza. Infatti Dio è ineffabile, non si può definire positivamente perché non è possibile dargli le determinazioni proprie del suo creato. E anche le cinque vie non offrono la conoscenza di Dio, perché Egli è trascendente. Quindi anche se lo definiamo come prima causa, questo non esprime la sua essenza in pieno. La dimostrazione a posteriori, con la ragione, ha dei limiti perché non ci spiega razionalmente l'essenza di Dio. Pertanto il processo conoscitivo razionale è in concluso, ma il desiderio di conoscere porta all'apertura alla rivelazione e alla fede.
Al contrario la teologia, che Tommaso classifica come una scienza subalterna della rivelazione, si fonda sulla rivelazione e prende per vere queste verità soprannaturali, che quindi non necessitano di dimostrazione. Tommaso la paragona all'ottica, scienza subalterna della geometria, che si serve dei teoremi della geometria senza necessariamente dimostrarli. La teologia quindi illustra i misteri della fede.
In questo modo egli afferma una completa autonomia tra le due discipline, invece Agostino sosteneva una completa integrazione tra filosofia e teologia, con il circolo fede, ragione, fede. Si preannuncia quindi il cambiamento che avverrà con Ockham, ovvero che proposizioni come "Dio esiste" non sono evidenti alla ragione ma alla sola fede.
Domande da interrogazione
- Qual è stato il contributo principale di Tommaso d'Aquino alla filosofia scolastica?
- Come Tommaso d'Aquino dimostra l'esistenza di Dio?
- Qual è la differenza tra essenza ed esistenza secondo Tommaso d'Aquino?
- Come Tommaso d'Aquino vede il rapporto tra teologia e filosofia?
- Qual è la posizione di Tommaso d'Aquino riguardo alla creazione del mondo?
Tommaso d'Aquino ha integrato l'aristotelismo con la dottrina cristiana, creando una sintesi filosofica che è diventata la base della filosofia scolastica e della dottrina teologica cattolica.
Tommaso d'Aquino dimostra l'esistenza di Dio attraverso cinque vie, basandosi su argomenti come il movimento, la causa, la necessità, la perfezione e il fine, partendo dall'esperienza sensibile.
Per Tommaso d'Aquino, l'essenza di un oggetto è distinta dalla sua esistenza; l'esistenza è l'atto dell'essenza, mentre l'essenza è la potenza dell'esistenza.
Tommaso d'Aquino vede teologia e filosofia come discipline autonome ma in accordo, con la filosofia che indaga il naturale attraverso la ragione e la teologia che si fonda sulla rivelazione per spiegare i misteri della fede.
Tommaso d'Aquino sostiene che il mondo è creato da Dio e che la creazione può essere vista come un'azione continua di Dio, mantenendo costantemente il mondo nell'esistenza.