pexolo
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Concetti Chiave

  • Il De casu diaboli è parte di una trilogia di dialoghi di Anselmo che esplora il tema della rettitudine e del male, con un ordine logico consigliato per la lettura.
  • Anselmo affronta la questione della rettitudine e della libertà in relazione alla caduta del diavolo, inserendola nel contesto del peccato originale e della natura decaduta dell'uomo.
  • Lo stile dialogico di Anselmo differisce dal modello socratico-platonico, adottando un linguaggio elegante e incisivo, privo di retorica, e facendo ampio uso della dialettica.
  • I suoi motti guida, "credo ut intelligam" e "nisi credideritis non intelligetis", riflettono l'idea che la ragione e la fede non siano in competizione, ma piuttosto complementari nella comprensione dei contenuti di fede.
  • Anselmo distingue tra il significato dei termini e il loro uso linguistico per dimostrare che la Summa essentia ha dato l'Essere e il Bene a tutte le cose create, argomentando contro l'allievo che sfida questa visione.

Il De casu diaboli fa parte, con il De veritate e il De libertate arbitrii, di una trilogia composta quando Anselmo era priore di Bec (in Normandia). L’argomento che accomuna questi tre dialoghi è quello della rettitudine, cioè se la rettitudine sia principio di bene; la trilogia andrebbe letta, a parere di Anselmo, in ordine logico (De veritate-De libertate arbitrii-De casu diaboli), funzionale alla comprensione delle “ragioni necessarie” che sorreggono la concatenazione dei discorsi (sulla rettitudine e sul male) che compongono queste tre opere.

Il problema della rettitudine e quello della libertà sono affrontati in relazione alla caduta del diavolo (e quindi al male), secondo l’idea medievale che dopo il peccato originale l’uomo si trova in una condizione pro-statuisco, cioè di natura decaduta. Il dialogo avviene in modo del tutto diverso dal modello socratico-platonico, tuttavia Anselmo è un grande sostenitore della fecondità dell’insegnamento orale; il suo è un linguaggio molto elegante e forbito, ma allo stesso tempo scarno e incisivo, non facente uso della retorica, “di un agostinismo molto povero” (Sciuto: dalla grande ricercatezza linguistica, facente largo uso della dialettica per contrastare le tesi dei dialettici stessi). I due motti guida del pensiero anselmiano sono credo ut intelligam (credo per capire) e nisi credideritis non intelligetis (ripreso da Sant’Agostino: se non crederete non comprenderete, che abilmente cerca di conciliare con il primo); a suo avviso, la ragione non è in competizione con la fede, poiché non è idonea a dare un giudizio sui suoi contenuti; essa deve piuttosto «saper trovare un senso», ossia scoprire le ragioni che ci permettono di «raggiungere una qualche intelligenza dei contenuti di fede». Anselmo cerca di distinguere fra il significatio vero e proprio dei termini e l’usus loquendi, cioè l’uso che il termine ha nel linguaggio del parlare, per dimostrare (attraverso una lunga serie di ragionamenti concatenati) che la Summa essentia, da cui derivano tutte le cose create, ha donato loro l’Essere e il Bene; contro ciò l’allievo argomenta che molti esseri transitano dall’Essere al Non-Essere, quindi Anselmo ribatte che Dio può disporre che una cosa sia o non sia, ma anche l’incontrario. Altro argomento portato da Anselmo afferma che spesso, nelle Sacre Scritture, troviamo delle espressioni che attribuiscono a Dio una causalità negativa: non bisogna adattare alle proprietà delle parole la Verità, in quanto esse possono offuscarla, dobbiamo piuttosto fare attenzione alle proprietà della Verità che si cela sotto le diverse forme delle espressioni verbali, terminologiche.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema centrale della trilogia composta da Anselmo?
  2. Il tema centrale della trilogia di Anselmo è la rettitudine, esplorata in relazione al bene e al male, e alla caduta del diavolo.

  3. Come Anselmo vede il rapporto tra fede e ragione?
  4. Anselmo vede la ragione non in competizione con la fede, ma come uno strumento per trovare un senso e comprendere i contenuti di fede.

  5. Qual è l'approccio di Anselmo nel dialogo rispetto al modello socratico-platonico?
  6. Anselmo adotta un approccio diverso dal modello socratico-platonico, utilizzando un linguaggio elegante e incisivo, senza retorica, e valorizzando l'insegnamento orale.

  7. Come Anselmo affronta il problema della causalità negativa attribuita a Dio nelle Scritture?
  8. Anselmo sostiene che non bisogna adattare la Verità alle parole, ma piuttosto comprendere le proprietà della Verità che si nascondono sotto le espressioni verbali.

Domande e risposte

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