Concetti Chiave
- Thomas S. Kuhn argued that scientific progress is not linear but occurs through revolutionary paradigm shifts within scientific communities.
- Kuhn introduced the concept of "normal science," where research is based on existing paradigms that define legitimate problems and methods.
- Paradigm shifts occur when existing paradigms are replaced by new ones, often due to the emergence of unexpected anomalies.
- Kuhn emphasized the incommensurability between competing paradigms, meaning they are not directly comparable because they involve different worldviews.
- His work, especially "The Structure of Scientific Revolutions," has been influential and sparked extensive debates within the philosophy of science.
Indice
- Thomas Kuhn e la filosofia della scienza
- L'evoluzione della conoscenza scientifica
- Il concetto di scienza normale
- Il ruolo dei paradigmi nella scienza
- La transizione tra paradigmi
- La storia della scienza secondo Kuhn
- L'influenza di Feyerabend e Popper
- La percezione della scienza nel tempo
- L'incommensurabilità tra teorie scientifiche
- Critiche e riflessioni su Kuhn
- Il pensiero di Feyerabend e la scienza normale
- Il ruolo del pensiero critico nella scienza
Thomas Kuhn e la filosofia della scienza
Thomas S. Kuhn (Cincinnati, 18 luglio 1922 Cambridge, 17 giugno 1996) fu un filosofo della scienza. Egli fu docente presso l'Università di Princeton e del Massachusetts. Non poche furono le influenze che il suo pensiero ricevette dalle dottrine di filosofi come Quine Koyré, rilevanti ai fini di una comprensione dello sviluppo delle teorie scientifiche. Secondo Kuhn, la scienza si evolve nell'ambito della comunità scientifica e non in modo individuale.
L'evoluzione della conoscenza scientifica
L'impostazione data da Popper al problema della conoscenza scientifica ha spostato l'attenzione sul suo processo di sviluppo mediante la dinamica della formulazione e della critica delle dottrine. Dal che è sorta la consapevolezza che per capire la natura della conoscenza scientifica non è sufficiente analizzare la struttura logica interna delle teorie, ma occorre indagare altresì il modo in cui esse si sono affermate o sono state messe da parte nel corso della storia: di qui l'esigenza di collegare la considerazione epistemologica con la storia della scienza. Tale impostazione ha avuto ripercussione innanzitutto grazie all'opera del pensatore statunitense, il quale si è reso conto che il percorso della scienza prosegue non per accumulazioni, secondo una crescita ininterrotta, ma per mezzo di rivoluzioni.
Il concetto di scienza normale
Le rivoluzioni, tuttavia, costituiscono solamente momenti di eccezione rispetto a quella che Kuhn chiama scienza normale, cioè un'attività d'indagine " stabilmente fondata su uno o più risultati raggiunti dalla scienza del passato, ai quali una particolare comunità scientifica, per un certo periodo di tempo, riconosce la capacità di costruire il fondamento della sua prassi ulteriore ". La scienza normale è, pertanto, contraddistinta da un consenso sulla autenticità di tali risultati, i quali assumono la veste di paradigmi , cioè di modelli che individuano i problemi e i metodi legittimi e danno, perciò, origine e tradizioni di ricerca scientifica: questi sono, ad esempio, l' astronomia tolemaica o quella copernicana o la meccanica newtoniana.
Il ruolo dei paradigmi nella scienza
I paradigmi devono avere due proprietà : - Devono essere sufficientemente nuovi da attirare un gruppo solido e abbastanza grande di sostenitori, allontanandoli da forme di attività scientifica che contrastino con essi e devono essere sufficientemente aperti da permettere di risolvere altri problemi. La scienza normale, che si fonda su tale base, più che puntare a fornire novità , cerca di risolvere rompicapo (cioè i cosiddetti puzzles) entro le procedure individuate. - Essa è opera comune e complessiva: allarga la conoscenza degli accadimenti che il paradigma indica come particolarmente rivelatori, raffrontando i fatti con la scienza, e procede ad articolare ulteriormente il paradigma attraverso le esperienze. Diversamente da quanto pensa Popper, gli scienziati, stando a Kuhn, di solito non si dedicano a verifiche rigorose delle teorie. Questo può iniziare quando vi sono delle novità insospettate, che si mostrano come irregolarità rispetto al paradigma: un chiaro esempio è stato la scoperta dell'ossigeno. Il filosofo americano ritiene che sia un luogo comune, sprovvisto di consistenza storica, l'idea che una dottrina sia annullata attraverso un suo accostamento diretto con fatti o analisi e che ciò comporti il suo abbandono.
La transizione tra paradigmi
In verità , i cambiamenti di più ampia portata emergono solamente con l'invenzione di nuove teorie, in quanto una teoria che ha raggiunto lo stato di paradigma viene riconosciuta invalida solamente se esiste un' alternativa disponibile. Così è accaduto, ad esempio, per il sistema tolemaico con la nascita di quello copernicano. Soltanto in questi momenti hanno luogo una crisi e una rivoluzione, ossia la surrogazione di un paradigma con uno nuovo. A tal proposito il nostro pensatore nella sua opera più importante e più discussa che è , scrive: La transizione da un paradigma in crisi ad uno nuovo, dal quale possa emergere una nuova tradizione di scienza normale, è tutt'altro che un processo cumulativo, che si attui attraverso un'articolazione o un'estensione del vecchio paradigma. [¦] Questi esempi ci guidano verso il terzo e più fondamentale aspetto dell'incommensurabilità tra paradigmi in competizione. In una maniera che sono incapace di spiegare ulteriormente, i sostenitori di paradigmi opposti praticano i loro affari in mondi differenti. [¦] I due gruppi di scienziati vedono cose differenti quando guardano dallo stesso punto nella stessa direzione. Ciò però, vale la pena ripeterlo, non significa che essi possano vedere qualunque cosa piaccia loro. Entrambi guardano il mondo, e ciò che guardano non cambia. Ma in alcune aree essi vedono cose differenti, e le vedono in differenti relazioni tra loro. [...].Per la stessa ragione, prima che possano sperare di comunicare completamente, uno dei due gruppi deve far l'esperienza di quella conversione che abbiamo chiamato spostamento di paradigma. Proprio perché è un passaggio tra incommensurabili, il passaggio da un paradigma ad uno opposto non può essere realizzato con un passo alla volta, né imposto dalla logica o da un'esperienza neutrale. Come il riordinamento gestaltico, esso deve compiersi tutto in una volta (sebbene non necessariamente in un istante), oppure non si compirà affatto. [¦] Il trasferimento della fiducia da un paradigma a un altro è un'esperienza di conversione che non può essere imposta con la forza.? Dopo , che è stato uno dei libri più commentati e più dibattuti nella filosofia del secolo passato, Kuhn non solo ha scritto altre opere di grande interesse ma in un dialogo serrato con i più importanti pensatori della scienza, ha approfondito e cambiato i suoi iniziali punti di vista.
La storia della scienza secondo Kuhn
Il filosofo americano, fino dal 1957, intendeva realizzare l'ambizioso progetto di inserire nella filosofia e nella cultura del secondo Novecento una nuova rappresentazione della scienza. Se la storia della scienza, scriveva allora, non fosse più pensata come un deposito di aneddoti, potrebbe generare una metamorfosi determinante nell'immagine della scienza dalla quale siamo guidati. La storia delle scienza di cui parlava Kuhn non doveva più " rispondere a domande formulate in base agli stereotipi antistorici ricavati da manuali scientifici ", si doveva rifare allo stile e al tipo di approccio alle problematiche presenti in grandi storici come Alexandre Koyré e Arthur Lovejoy. Infatti, il nostro pensatore ne La rivoluzione copernicana afferma: " sono idee e come tali sono oggetto della storia del pensiero ". La funzione dello storico, secondo Kuhn è di, " acquisire un lessico che in alcuni punti differisce sistematicamente da quello corrente al suo tempo ".
L'influenza di Feyerabend e Popper
Thomas Kuhn era una mente libera tanto quanto lo era stato il suo amico Feyerabend. Secondo entrambi i pensatori, la storia della scienza è vista come " una realtà più ricca di contenuto, più varia, multilaterale, viva, astuta di quanto anche il migliore storico e il migliore epistemologo non riescano a immaginare ". Nel caso di Kuhn, è la storia della scienza ad offrirsi come un contesto nel quale è possibile il confronto delle teorie epistemologiche: la storia deve essere pensata "come qualcosa di più che un deposito di aneddoti o una cronologia", si diceva in , non poteva limitarsi a diventare un serbatoio di esempi che avvalorassero l'immagine dell' evoluzione del sapere per ipotesi e critiche.
La percezione della scienza nel tempo
La scienza spesso interpreta il proprio passato alla luce del presente, sulla base del "paradigma" del giorno; si termina in questo modo con il trasmettere l'idea che la scienza avanzi in modo lineare e complessivo, da antichi capiscuola a futuri successori. Ma, se si prova a dare lettura delle opere scientifiche del passato andando alla ricerca della coerenza interna e nel loro ambito culturale, non è difficile accorgersi che non sempre i vecchi concetti si riferivano alle stesse realtà cui si rivolgono nel nostro tempo. E' come se, prima di Copernico o di Einstein, si osservasse il mondo in maniera differente da oggi, s'intravedesse un'oca là dove noi vediamo una gallina, per riprendere la figura dubbia, resa celebre dagli scienziati della Gestalt e recuperata da Wittgenstein nelle sue .
L'incommensurabilità tra teorie scientifiche
Proprio tali cambiamenti percettivi, tali slittamenti di significato, ci obbligano a riconoscere l'esistenza di rivoluzioni scientifiche: la storia delle scienze è caratterizzata da rotture, da discontinuità , e la trasformazione di un paradigma cambia gli accadimenti stessi presi in considerazione (ad esempio l'energia e la materia non sono più la stessa cosa dopo Einstein). Non vi è pertanto una base comune, un mondo esaminabile che possa essere considerato lo stesso per tutti e che funga da terreno di comparazione tra le diverse teorie; dall'attenzione filologica alla storia delle scienze affiorava in questo modo quella nozione d'incommensurabilità tra teorie o paradigmi, cui nello stesso periodo perveniva il filosofo viennese Feyerabend.
Critiche e riflessioni su Kuhn
Quasi tutta la riflessione filosofica che accompagnerà Kuhn nel corso degli ultimi anni di vita si concentrerà proprio sul chiarimento di tale nozione, come testimoniano i saggi raccolti in Dogma contro critica, due dei quali risalgono ai primi anni Sessanta, gli altri agli anni Ottanta e Novanta. Il libro contiene altresì due lettere in cui Feyerabend che ancora risente parecchio l'influenza di Karl Popper interpreta le bozze della.
Il pensiero di Feyerabend e la scienza normale
Le critiche di Feyerabend si incentrano non solo nell'ambito teorico ma anche in quello politico, facendo ricorso alla concezione marxiana di ideologia; da queste viene fuori l'immagine di Kuhn come investigatore della "scienza normale" più che di teoretico delle rivoluzioni, un'immagine che gli scritti successivi ne daranno la conferma.
Il ruolo del pensiero critico nella scienza
Il "necessario preliminare" alla rivoluzione kuhniana è l'indiscutibile rispetto delle norme approvate dalla comunità , l'osservanza inflessibile di un paradigma che contraddistingue la scienza normale: "lo scienziato produttivo, per essere un innovatore deve essere un tradizionalista cui piace giocare complicati giochi secondo regole prestabilite". Secondo il filosofo americano la garanzia del successo delle comunità scientifiche è rappresentata dalla resistenza al nuovo, dall'adesione al "pensiero convergente": la disinvolta ricerca della verità , il "pensiero divergente", flessibile e critico, assolve la sua funzione nello stadio rivoluzionaria, ma solo l'accettazione di quanto imparato nel corso dell'addestramento professionale permette di intravedere quali irregolarità intaccano le teorie prevalenti. Secondo Kuhn, è l'abbandono del ragionamento critico a determinare il passaggio alla scienza matura, nel quale si è costituita un'ortodossia indiscussa; per Feyerabend, solo avendo paradigmi alternativi le irregolarità divengono avvertibili. Meglio pertanto la riproduzione di teorie che possano a vicenda criticarsi piuttosto della "normalità " di un consenso dogmatico; "rivoluzione permanente" è il motto con cui Feyerabend, portando all'estremo l'ideale dei controlli critici di Popper, cominciava a far cadere il criterio liberale della proliferazione di concezioni verso l'anarchismo del "tutto va bene".
Domande da interrogazione
- Qual è il contributo principale di Thomas S. Kuhn alla filosofia della scienza?
- Come Kuhn descrive la "scienza normale"?
- Cosa intende Kuhn con il termine "incommensurabilità" tra paradigmi?
- Qual è la critica di Feyerabend alla visione di Kuhn sulla scienza?
- Come Kuhn vede il ruolo della storia nella comprensione della scienza?
Thomas S. Kuhn ha introdotto l'idea che la scienza non progredisce attraverso un accumulo lineare di conoscenze, ma attraverso rivoluzioni scientifiche che comportano cambiamenti di paradigma.
La scienza normale è un'attività di ricerca basata su paradigmi accettati da una comunità scientifica, che risolve problemi all'interno di un quadro stabilito senza cercare novità rivoluzionarie.
L'incommensurabilità si riferisce all'incapacità di confrontare direttamente paradigmi opposti, poiché essi operano in mondi concettuali differenti e richiedono una conversione per essere compresi reciprocamente.
Feyerabend critica Kuhn per il suo focus sulla "scienza normale" e sostiene che la proliferazione di teorie alternative è essenziale per identificare le irregolarità e promuovere il progresso scientifico.
Kuhn ritiene che la storia della scienza debba essere vista come un contesto ricco e complesso, che va oltre la semplice cronologia, per comprendere appieno l'evoluzione delle teorie scientifiche.