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Concetti Chiave

  • Thomas Kuhn, noto epistemologo post-popperista, ha messo in discussione il metodo scientifico negli anni '60, sostenendo che la scienza è in continua evoluzione.
  • Ha introdotto il concetto di "scienza normale" e "scienza rivoluzionaria", distinguendo tra paradigmi di ricerca e la necessità di nuove letture della realtà di fronte ad anomalie.
  • Kuhn ha criticato l'idea di Popper secondo cui falsificare una teoria implica il fallimento dell'intero paradigma, vedendo invece le anomalie come rompicapo da risolvere.
  • La sua teoria dell'incommensurabilità afferma che i paradigmi non possono essere messi a confronto diretto, poiché non condividono un linguaggio comune.
  • Kuhn suggerisce che il cambiamento e il miglioramento dei paradigmi avvengono attraverso il consenso tra i membri della comunità scientifica.

Indice

  1. L'epistemologia post-popperista
  2. La scienza normale e rivoluzionaria
  3. L'incommensurabilità dei paradigmi

L'epistemologia post-popperista

È il primo grande epistemologo e primo grande post-popperista. Siamo dagli anni ’60 in poi.

Scrive “La struttura delle rivoluzioni scientifiche”, dove dice che l’epistemologia negli anni ’60 metteva in discussione il metodo scientifico, cosa che Popper non fa (era convinto che la scienza avesse un suo metodo e che le altre non erano scienze, seppur avessero il loro senso), sostenendo che la scienza sia in continua evoluzione e con lei i suoi metodi; il compito della filosofia, sostiene, è descrivere tali metodi, visto che la scienza si sviluppa autonomamente rispetto alla scienza.

La scienza normale e rivoluzionaria

Kuhn individua due scienze con due metodi diversi:

_il procedere della scienza normale;

_il procedere della scienza rivoluzionaria.

A questo punto la filosofia deve iniziare a studiare e descrivere la scienza.

La “scienza normale” è quella costituita da dei paradigmi di ricerca; esso è fatto di alcune teorie fondamentali e altre accessorie che sviluppano il paradigma secondo delle regole operative.

Sugli sviluppi dei paradigmi non condivide molto Popper; per esempio secondo Kuhn riuscire a falsificare una teoria del paradigma non vuol dire che tutto il paradigma sia da buttare, e inoltre le anomalie in una teoria sono cose che accadono al di là delle previsioni, sono dei rompicapo: giunti a un’anomalia c’è bisogno di una “scienza rivoluzionaria” in grado di leggere la realtà in modo diverso.

L'incommensurabilità dei paradigmi

Kuhn diceva anche che esistono sempre più paradigmi senza punti in comune: non essendoci un linguaggio unico, che consente di passare da uno all’altro, non si possono mettere a confronto e ciò implica che non ne esista uno migliore di un altro (Popper si sbagliava); questa è la tesi dell’incommensurabilità (o dei paradigmi incommensurabili, cioè che non si possono mettere a confronto).

Esiste però un unico modo per cambiare un paradigma e a renderlo migliore: la teoria del consenso (persuadere i sostenitori all’interno della comunità scientifica).

Domande da interrogazione

  1. Chi è Thomas Kuhn e quale contributo ha dato all'epistemologia?
  2. Thomas Kuhn è un importante epistemologo noto per aver messo in discussione il metodo scientifico tradizionale, sostenendo che la scienza è in continua evoluzione e che i suoi metodi cambiano nel tempo. Ha introdotto il concetto di "scienza normale" e "scienza rivoluzionaria" nel suo libro "La struttura delle rivoluzioni scientifiche".

  3. Qual è la differenza tra "scienza normale" e "scienza rivoluzionaria" secondo Kuhn?
  4. La "scienza normale" si basa su paradigmi di ricerca con teorie fondamentali e regole operative, mentre la "scienza rivoluzionaria" emerge quando si incontrano anomalie che richiedono una nuova lettura della realtà, portando a un cambiamento di paradigma.

  5. Cosa intende Kuhn con la tesi dell'incommensurabilità dei paradigmi?
  6. Kuhn sostiene che esistono paradigmi scientifici senza punti in comune e che non possono essere confrontati direttamente a causa della mancanza di un linguaggio unico. Questo implica che nessun paradigma è intrinsecamente migliore di un altro, contrariamente a quanto affermato da Popper.

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