REBECCA.CIOMMO
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Concetti Chiave

  • Nell'opera "La nascita della tragedia", Nietzsche introduce la distinzione tra spirito apollineo e dionisiaco, proponendo una visione inedita della cultura greca.
  • Lo spirito apollineo rappresenta equilibrio e razionalità, mentre lo spirito dionisiaco simboleggia caos, istinti e la celebrazione della vita attraverso gioia e dolore.
  • La popolazione greca è descritta come un'unione tra popoli autoctoni, dal culto matriarcale legato alla natura, e indoeuropei, guerrieri nomadi con una struttura patriarcale.
  • La tragedia greca riflette il dualismo tra apollineo e dionisiaco, con il coro che rappresenta la collettività e il personaggio che incarna la sfida individuale.
  • Nietzsche critica Euripide e Socrate per aver distrutto lo spirito tragico, eliminando l'aspetto dionisiaco a favore di una razionalità apollinea.
In questo appunto viene descritta l’opera del filosofo tedesco Nietzsche dal titolo “La nascita della tragedia”. Di seguito vengono riportate informazioni sull’opera, le caratteristiche dei greci e della tragedia per il filosofo.
Friedrich Nietzsche: nascita della tragedia dallo spirito della musica articolo

Indice

  1. Nascita della tragedia dallo spirito della musica
  2. Caratteristiche della popolazione greca
  3. Caratteristiche della tragedia per Nietzsche

Nascita della tragedia dallo spirito della musica

All’interno dell’opera ‘’La nascita della tragedia dallo spirito della musica’’ troviamo la distinzione tra lo spirito apollineo e lo spirito dionisiaco. Nietzsche da filologo insegna, nell’università di Basilea, una visione completamente nuova di quello che è sempre stato interpretato lo spirito greco. La visione nuova e shoccante è quella per cui mentre si è sempre ritenuto che la grecità fosse tutta equilibrio, proporzione, senso della morale, intellettualismo etico (cioè l’imposizione di massime di condotta morale attraverso una riflessione di tipo razionale) visione molto forte in occidente, Nietzsche invece definisce lo spirito greco come una commistione tra due anime:
- Uno spirito apollineo, fatto appunto di equilibro, forza della ragione sugli impulsi, stimoli e istinti, basata su un accentramento del comportamento seguendo il senso della giustizia.Il significato di una lucentezza nella metaforizzazione anche di quello che è il reale, cioè la superiorità della forza della razionalità che illumina l’interpretazione dei fatti. Dio della morale, della repressione dell’istinto;
- Uno spirito dionisiaco, Dionisio era l’alter-ego del dio Apollo, era un dio multiforme senza una reale identità né di tipo corporeo, né di tipo sessuale; viveva di notte, ha un tipo di casta sacerdotale che non fa riferimento alla razionalità religiosa legata agli Dèi del pantheon principale nonostante fosse comunque nato dalla gamba di Zeus e appunto fratello di Apollo. Tutte queste caratteristiche sono metafore per sottolineare la stranezza e il polimorfismo di questo dio. Riti baccanali, orgiastici, di accettazione della vita come gioia e dolore. Nella tradizione mitologica Dioniso viene dall’Oriente.
Per ulteriori approfondimenti sull'opera di Nietzsche vedi anche qua

Caratteristiche della popolazione greca

Nietzsche recupera il concetto di Ex oriente lux (Zarathustra che era vissuto secoli prima di Cristo e aveva predicato appunto nella zona della Persia), per cui la popolazione greca sia nata da una sovrapposizione di due etnie:
- un popolo autoctono, indigeno strutturato secondo una linea matriarcale, la superiorità della donna era data dal fatto che erano popoli sedentari che vivevano di agricoltura ed erano quindi legati a culti connessi alla rotazione annuale delle culture e quindi delle stagioni, cultura religiosa che si connette da sempre con la morte e la resurrezione del dio rappresentato dalla natura. Quindi culti autoctoni legati alla rappresentazione degli inferi, del tartaro come diranno i greci, dell’ade, in tanti miti la divinità si presenta per recuperare e ridare l’ordine nel mondo terreno (deus ex machina). Questo elemento autoctono, indigeno, proveniva probabilmente dai popoli orientali che si erano stanziati in Grecia. Riassumendo, erano una popolazione sedentaria, agricola, collegata a culti legati alla grande madre terra, organizzata in modo matriarcale, legata a culti collegati alla morte e resurrezione del Dio, rotazione delle culture e delle stagioni, tipi di culti che si collegavano strettamente alle processioni per il Dio che moriva e risorgeva e questo Dio era Dionisio.
- Nel III millennio a.C. nella penisola greca arrivano gli indoeuropei, coloro che arrivano dalla zona del Caucaso derivando il loro processo di migrazione dalla valle dell’Indo (da cui deriva appunto il nome indoeuropei), e costituiranno poi quel ceppo iniziale di civiltà cominciata da quella minoica che poi diventerà quella ellenica. Popolazione di guerrieri nomadi legati e strutturati ad una concezione patriarcale della famiglia, del clan, proprio perché essendo nomadi e guerrieri l’uomo fa la guerra che dà come frutto la razzia, il saccheggio e quindi l’approvvigionamento del clan avviene tramite la guerra o comunque tramite l’allevamento che prevede in ogni caso lo spostamento. Per la civiltà nomade e guerriera gli Dei sono quelli del cielo, sono Zeus Pater (il dio che manda la pioggia e i fulmini), collegate alla priorità del ruolo del maschio e quindi prettamente maschili come Apollo, Marte, Ermes.
Ad un certo punto queste due popolazioni costituiranno un unicum. La superiorità dei culti indoeuropei però non cancella quelli precedenti.
Friedrich Nietzsche: nascita della tragedia dallo spirito della musica articolo

Caratteristiche della tragedia per Nietzsche

La tragedia è la messa in scena a cui assisteva l’uomo greco e che rappresentava queste due forme di spiritualità, l’ambivalenza della tragedia sta nel fatto che è presente il ruolo del singolo, dell’eroe che ragiona, contrasta le situazioni del fato attraverso i suoi pensieri e i suoi ragionamenti e la collettività. Come aveva insegnato Aristotele la tragedia probabilmente nasceva dalle celebrazioni del dio Dionisio, non è a caso che si svolgevano nel periodo delle cosiddette feste Dionisiache. Nella tragedia l’elemento della collettività è rappresentato dal coro che ha un tipo di metro con cui appunto canta la sua parte e invece ha un metro diverso la parte del personaggio. In questa dialettica tra personaggio e coro si sviluppa tutta la dialettica che c’è tra apollineo e dionisiaco all’interno della stessa messa in scena che è poi il genere teatrale della tragedia. Per Nietzsche l’uomo greco a teatro ritrova l’ambivalenza della propria personalità e identità. Da un lato il mondo degli impulsi e degli istinti rappresentato in qualche modo dal personaggio che vorrebbe sfidare il volere degli dei e invece il coro gli ricorda l’accettazione della vita, del dolore (anche in morte). In questo contrasto la tragedia diventa emblematica della doppia realtà in cui dovrebbe vivere il mondo occidentale che invece ad un certo punto dimentica questa dimensione elevando il proprio spirito soltanto all’apollineo. Nella tragedia questa operazione viene perfezionata da Euripide, nella filosofia invece da Socrate:
- Euripide introduce un terzo personaggio, elimina a volte il ruolo degli dei (che invece in Sofocle per esempio avevano il compito di riportare l’ordine dove l’eroe cercava di sovvertire il sistema connesso alla giustizia divina, c’era la famosa escamotage della deus ex machina, questo Euripide lo cancella), affida battute ai suoi personaggi che mettono addirittura in crisi il credo in confronto degli dei. Per Nietzsche quindi Euripide è il distruttore dello spirito tragico.
- Per quanto riguarda il pensiero greco è Socrate il distruttore della dimensione dionisiaca poiché egli introduce il pensiero morale, l’esame di coscienza, la morale che diventa una forma di sapere, la virtù che è scienza e come tale si impone su qualsiasi impulso poiché lo può dominare, veicolare e ordinare.
Dopo questa serie di lezioni gli studenti di Basilea erano completamente sconvolti.
Per ulteriori approfondimenti sull'opera di Nietzsche vedi anche qua

Domande da interrogazione

  1. Qual è la distinzione principale che Nietzsche fa nello spirito greco nella sua opera "La nascita della tragedia"?
  2. Nietzsche distingue tra lo spirito apollineo, caratterizzato da equilibrio e razionalità, e lo spirito dionisiaco, associato a impulsi e istinti, sfidando la visione tradizionale della grecità come interamente basata su equilibrio e morale.

  3. Come descrive Nietzsche le caratteristiche della popolazione greca?
  4. Nietzsche descrive la popolazione greca come una fusione di popoli autoctoni, legati a culti matriarcali e agricoli, e indoeuropei, guerrieri e patriarcali, che insieme formano un'unica civiltà senza cancellare i culti precedenti.

  5. Qual è il ruolo della tragedia secondo Nietzsche?
  6. La tragedia rappresenta l'ambivalenza tra lo spirito apollineo e dionisiaco, con il personaggio che sfida il fato e il coro che rappresenta la collettività e l'accettazione della vita, riflettendo la doppia realtà dell'identità greca.

  7. In che modo Euripide e Socrate influenzano la tragedia e il pensiero greco secondo Nietzsche?
  8. Euripide, eliminando il ruolo degli dei e introducendo un terzo personaggio, distrugge lo spirito tragico, mentre Socrate, con l'introduzione della morale e della virtù come scienza, distrugge la dimensione dionisiaca.

  9. Qual è stata la reazione degli studenti di Basilea alle lezioni di Nietzsche?
  10. Gli studenti di Basilea erano completamente sconvolti dalle lezioni di Nietzsche, che presentavano una visione radicalmente nuova e scioccante dello spirito greco e della tragedia.

Domande e risposte

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