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Concetti Chiave

  • La Dialettica dell'Illuminismo e l'Eclisse della ragione di Horkheimer esplorano la critica della ragione strumentale, evidenziandone gli sviluppi e le conseguenze negative.
  • La ragione strumentale si manifesta come forma di dominio e calcolo, prevalendo nel pragmatismo, positivismo e altre correnti filosofiche tra Otto e Novecento.
  • La ragione soggettiva è focalizzata su fini e mezzi, operando in modo analitico e indifferente ai fini stessi, mentre la ragione oggettiva cerca un ordine razionale nella realtà.
  • Storicamente, la ragione soggettiva ha predominato su quella oggettiva, negando il contenuto oggettivo di concetti fondamentali come libertà e giustizia.
  • La prevalenza della ragione strumentale ha portato alla marginalizzazione della ragione, lasciando un pensiero vuoto privo di norme oggettive per giudicare il bene e il male.

Indice

  1. La filosofia della storia di Marcuse
  2. Critica della ragione strumentale
  3. Ragione soggettiva e oggettiva
  4. Il predominio della ragione soggettiva
  5. Conseguenze della mancanza di ragione oggettiva

La filosofia della storia di Marcuse

La teoria espressa in Dialettica dell'Illuminismo ciò costituisce la filosofia della storia entro la quale si muove il pensiero di Marcuse. A questa opera di Adorno e Horkheimer si ricollega un’altra opera del secondo, Eclisse della ragione, scritta negli Usa (1947) e con una seconda edizione rivista in Germania sulla critica della ragione strumentale (1967).

Critica della ragione strumentale

Mentre la prima ricostruisce l’evoluzione del concetto di pensiero razionalistico attraverso una dialettica e le sue incongruenze, quest’opera si limita invece a esaminare la ragione strumentale, cioè l’esito di questo sviluppo. Si ha una visione maggiormente negativa: il confronto tra ragione strumentale e ragione oggettiva (positiva) si esplica su più fronti. Infatti la prima non è una sola, ma è un paradigma di ragione che trova espressione in vari atteggiamenti culturali e filosofici di Otto e Novecento. Il pragmatismo, il positivismo, il neotomismo, il neopositivismo. Tutti questi indirizzi filosofici per cui dobbiamo pensare che la ragione si manifesti non come forma di conoscenza ma come forma di dominio, di calcolo.

Ragione soggettiva e oggettiva

La ragione soggettiva è interessata al rapporto tra fini e mezzi. È la ragione classificatoria, che si basa esclusivamente sull’analisi, garantendo il funzionamento astratto del pensiero. Strumentale perché considera i mezzi per raggiungere un fine, al quale è però totalmente indifferente.

La ragione oggettiva, che non esiste nella sola mente dell’individuo, individua delle relazioni oggettive nel reale in senso lato (umano, sociale, naturale, etc). Quindi individua una gerarchia: il grado di ragionevolezza delle cose consiste nel modo in cui si armonizzano con questo ordine. Il suo scopo è dare un fondamento all’esistenza umana, facendo riferimento all’ordine razionale della realtà.

Il predominio della ragione soggettiva

Nel corso della storia si è attuato un processo per cui la ragione soggettiva ha acquisito un predominio su quella oggettiva. All’inizio ha avuto inizialmente ruolo positivo, come per esempio agente critico che distrugge la superstizione, e in questo processo ha creato proprio la ragione oggettiva. L’ordine del mondo viene quindi determinato dal soggetto umano. Ma, negata ogni realtà oggettiva, viene negato il contenuto oggettivo di tutti i concetti razionali fondamentali (libertà, giustizia, etc), un qualsiasi fondamento oggettivo a causa del predominio del predominio della ragione soggettiva. Se ciò manca, mancano i criteri di riferimento nei campi di prassi, morale e estetica.

Conseguenze della mancanza di ragione oggettiva

Mancando una ragione oggettiva, rimane il pensiero vuoto, che può essere utilizzato per qualsiasi scopo, in relazione a qualsiasi fine. Non esiste una norma oggettiva alla quale adeguarsi per affermare che qualcosa è buono o cattivo. Non è più la ragione il punto di riferimento, il motore delle attività umane, della società, di tutto quanto. La prevalenza della ragione strumentale, esito dello sviluppo dell’illuminismo, paradossalmente porta alla subordinazione e marginalizzazione della ragione, che non decide più di noi e del mondo.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la critica principale espressa da Adorno e Horkheimer nella "Dialettica dell'Illuminismo"?
  2. La critica principale è che la ragione strumentale ha preso il sopravvento sulla ragione oggettiva, portando a una visione negativa in cui la ragione diventa uno strumento di dominio e calcolo piuttosto che una forma di conoscenza.

  3. Come si differenzia la ragione soggettiva dalla ragione oggettiva secondo il testo?
  4. La ragione soggettiva si concentra sul rapporto tra fini e mezzi ed è classificatoria e strumentale, mentre la ragione oggettiva cerca di individuare relazioni oggettive nel reale e di dare un fondamento all'esistenza umana.

  5. Quali sono le conseguenze del predominio della ragione soggettiva sulla ragione oggettiva?
  6. Il predominio della ragione soggettiva porta alla negazione di ogni realtà oggettiva e dei concetti razionali fondamentali, lasciando un pensiero vuoto privo di criteri oggettivi per giudicare il bene e il male.

  7. Qual è il paradosso dello sviluppo dell'illuminismo secondo il testo?
  8. Il paradosso è che lo sviluppo dell'illuminismo, che avrebbe dovuto esaltare la ragione, ha invece portato alla sua subordinazione e marginalizzazione, con la ragione strumentale che non decide più di noi e del mondo.

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