Concetti Chiave
- Originariamente, il termine "sofista" era sinonimo di "saggio" e associato a figure rispettate come i Sette sapienti.
- Nel V secolo a.C., i sofisti divennero noti per insegnare a pagamento, suscitando critiche dai circoli aristocratici per aver mercificato la cultura.
- Filosofi come Socrate, Platone e Aristotele criticarono i sofisti, considerandoli corruttori dei costumi e promotori di una sapienza apparente.
- Modernamente, la critica ha rivalutato il ruolo dei sofisti, riconoscendo il loro contributo alla crisi delle città e alla nascita di nuove forme politiche e culturali.
- Il contesto democratico e il commercio crescente favorirono l'emergere di idee sulla relatività dei valori culturali e l'unità della specie umana.
Indice
Origine e trasformazione del termine sofista
Per lungo tempo il termine “sofista” fu sinonimo di sophòs, “saggio”, infatti anche le mitiche figure dei Sette sapienti venivano chiamate sofiste e, nel Cratilo, Platone definì sofista lo stesso Dio. Nel corso del V secolo a.C. esso passò ad indicare quelle figure di sapienti che giravano di città in città, organizzando le loro scuole in qualsiasi spazio, tenendo conferenze e partecipando a dibattiti, talvolta istituivano dei veri e propri corsi di lezione a pagamento (fatto ritenuto scandaloso dai circoli aristocratici, che si rifacevano ad un ideale di cultura più chiuso ed esclusivo, che poteva raggiungere solamente chi era libero da condizionamenti esterni, mentre i sofisti vivevano del loro insegnamento); il sophistès non è più il sophòs, il suo sapere non è dato da un contatto diretto con la sophìa, ma dalla perizia dei mezzi tecnici.
Critiche e polemiche contro i sofisti
La tenacia polemica che sostennero contro di loro Socrate, lo storico Senofonte, Platone ed Aristotele bollò ben presto questi uomini come corruttori di costumi (l’aretè, l’insegnamento che i sofisti offrivano, non veniva certamente considerato un modello, almeno dalla loro visione della filosofia), “uomini abili”, incapaci di educare seriamente la gioventù: in una parola, era considerati i falsari della cultura; per questo, in ogni dialogo di Platone c’è una polemica contro i sofisti. Senofonte arrivò a definirli prostituti della cultura. Aristotele disse che il sofista è uno smerciato re di sapienza apparente o non reale, il re della doxa, che contraddice la Verità; l’enorme influenza culturale di Platone ed Aristotele ha fatto sì che il loro giudizio divenisse ben presto canonico e “sofista” diventò così, ancora oggi, sinonimo di calignatore in malafede, di uomo che, con abili discorsi, tende a disorientare l’interlocutore per affermare, ad ogni costo, la propria o una qualsiasi tesi.
Rivalutazione moderna dei sofisti
Sennonché la critica moderna ha fatto giustizia di questi giudizi negativi, sia con il chiarire storicamente le affinità di Platone ed Aristotele, sia con l’approfondire l’effettivo ruolo storico e culturale che i sofisti ebbero nei confronti della crisi della città, nella seconda metà del II secolo a.C. Si è messo così in luce il graduale passaggio che avviene e il conseguente spostamento geografico della filosofia, l’importanza sempre maggiore del commercio, che di fatto rompeva l’isolamento delle polis e creava tra di esse una serie di legami sempre più stretti: questo comportava l’emergere di nuovi ceti, sempre più bisognosi di nuove forme politiche e culturali; si fanno strada, così, in un contesto democratico (precisamente i tratti attraverso i quali Aristotele designava il periodo degli inizi della filosofia), l’idea della relatività dei valori culturali e dell’unità della specie umana.
Domande da interrogazione
- Qual era il significato originale del termine "sofista"?
- Come cambiò la percezione dei sofisti nel V secolo a.C.?
- Qual era la critica principale di Platone e Aristotele nei confronti dei sofisti?
- Come è cambiata la valutazione moderna dei sofisti?
In origine, "sofista" era sinonimo di "saggio" e veniva usato per descrivere figure mitiche come i Sette sapienti e persino Dio, secondo Platone nel Cratilo.
Nel V secolo a.C., i sofisti divennero noti come sapienti itineranti che insegnavano a pagamento, suscitando critiche da parte di filosofi come Socrate, Platone e Aristotele, che li consideravano corruttori di costumi e falsari della cultura.
Platone e Aristotele criticavano i sofisti per essere abili oratori che disorientavano gli interlocutori con discorsi ingannevoli, promuovendo tesi senza un vero contatto con la verità.
La critica moderna ha rivalutato i sofisti, riconoscendo il loro ruolo storico e culturale nella crisi delle città e l'importanza del loro contributo alla relatività dei valori culturali e all'unità della specie umana.