Concetti Chiave
- Melisso di Samo sistematizza il pensiero eleatico, apportando correzioni significative alle idee di Parmenide.
- Afferma che l'essere è infinito e uno, poiché un'essenza finita implicherebbe l'esistenza del non-essere, cosa impossibile.
- Descrive l'essere come incorporeo e privo di forma, contraddicendo l'idea di Parmenide di un essere sferico.
- Elimina la sfera dell'opinione, sostenendo che la conoscenza sensibile è inaffidabile e solo la ragione può cogliere l'essere.
- Conclude che l'eleatismo afferma un essere eterno e immutabile, negando la validità delle percezioni sensoriali.
Indice
Melisso di Samo e la sua carriera
Melisso, nato a Samo a cavallo fra il VI e i V secolo, fu un uomo di mare molto esperto e un abile politico a tal punto da essere nominato stratega e da sconfiggere la flotta di Pericle. Il suo pensiero è riportato nel libro Sulla natura o sull’essere, di cui sono pervenuti ai giorni nostri alcuni frammenti. Il suo ruolo è stato di riportare e sistematizzare il pensiero eleatico in una forma chiara, con un grande rigore deduttivo, procedendo anche a delle correzioni e a delle aggiunte.
1.
Il concetto di essere infinito
Affermò che l’essere deve essere “infinito” e non finito come sosteneva Parmenide perché se fosse finito, e quindi con limiti spaziali e temporali, dovrebbe confinare con il vuoto e 1quindi con un non-essere, cosa che è impossibile.
2. Dal fatto che esso sia infinito deriva che l’essere è necessariamente uno. Infatti, se fossero due, non potrebbero essere infiniti in quanto l’uno incontrerebbe un limite nella presenza dell’altro.
3.
L'essere uno-infinito e incorporeo
Egli definisce questo essere uno-infinito incorporeo, non nel senso che attribuiamo oggi al termine, ma col significato che è privo di qualsiasi figura che di solito determina i corpi e quindi non può avere nemmeno avere la figura della sfera, per quanto essa sia perfetta, contrariamente a quanto sosteneva Parmenide.
4.
Critica alla sfera dell'opinione
Un’altra correzione al pensiero di Parmenide consiste nell’eliminazione totale della sfera dell’opinione, ricorrendo ad un ragionamento molto elevato a livello speculativo. Per Parmenide una delle tre vie con cui raggiungere la conoscenza e quindi la verità, è quella delle “apparenze plausibili”, cioè di quei discorsi che cercano di dare conto dei fenomeni e delle apparenze delle cose, a condizione che non vadano contro il principio generale e che non ammettano insieme essere e non-essere. Per confutare e correggere questa affermazione, Melisso parte dalla considerazione che le numerose cose che attestano i nostri sensi e la nostra conoscenza sensibile sarebbero vere a condizione che tali cose rimanessero sempre identiche a se stesse ed immutabile quale è l’Essere-uno. Invece le molteplici cose oggetto della nostra percezione cambiano in continuazione, subiscono alterazioni, si corrompono di continuo proprio al contrario di quello che vorrebbe il carattere dell’Essere e della Verità. Pertanto, esiste una evidente contraddizione fra ciò che la ragione riconosce e ciò che i sensi e l’esperienza attestano. Melisso trova una soluzione per eliminare tale contraddizione: egli nega con decisione la validità della conoscenza deriva dai sensi, perché in sostanza si tratta di un non-essere, e beneficio di quanto viene conosciuto tramite la ragione. Pertanto, tutto ciò premesso, ne risulta che l’unica realtà è l’Essere-uno e un ipotetico Molteplice avrebbe ragione di essere solo a condizione di essere come l’Essere-uno.
Conclusioni sull'eleatismo
In sostanza, tenuto conto delle precisazioni di Melisso di Samo, l’Eleatismo afferma alla fine l’esistenza di un Essere eterno, infinito, unico, sempre uguale, immutabile, immobile e incorporeo, con la precisazione della negazione del molteplice e quindi con la negazione della validità delle conoscenze raggiunte tramite i sensi. Aristotele ha criticato fortemente gli Eleati per l’esaltazione assoluta della ragione; i filosofi successivi cercheranno di dare importanza anche all’esperienza, arrivando così ad un equilibrio fra il pensiero di Parmenide ed il ruolo dell’esperienza.
Domande da interrogazione
- Qual è il contributo principale di Melisso di Samo al pensiero eleatico?
- Come Melisso di Samo corregge il pensiero di Parmenide riguardo all'essere?
- In che modo Melisso di Samo differisce da Parmenide nella concezione dell'essere?
- Qual è la posizione di Melisso riguardo alla conoscenza sensibile?
- Come viene criticato l'eleatismo di Melisso da filosofi successivi?
Melisso di Samo ha sistematizzato il pensiero eleatico con rigore deduttivo, apportando correzioni e aggiunte, come l'affermazione che l'essere è infinito e uno, e negando la validità della conoscenza sensibile.
Melisso afferma che l'essere deve essere infinito e non finito, poiché un essere finito implicherebbe la presenza del vuoto, un non-essere, che è impossibile.
Melisso definisce l'essere come uno-infinito e incorporeo, privo di qualsiasi figura, contrariamente a Parmenide che attribuiva all'essere la forma di una sfera.
Melisso nega la validità della conoscenza derivata dai sensi, considerandola un non-essere, e sostiene che solo la ragione può conoscere l'essere-uno.
Aristotele e altri filosofi successivi hanno criticato l'eleatismo per l'esaltazione assoluta della ragione, cercando di bilanciare il pensiero di Parmenide con l'importanza dell'esperienza.