Concetti Chiave
- L'Ellenismo segna la transizione dalla pólis greca ai grandi regni dinastici post-Alessandro Magno, con una cultura greca che si diffonde e si mescola con altre influenze asiatiche e medio-orientali.
- Durante il periodo ellenistico, il greco funge da lingua comune, mentre le città come Alessandria e Roma emergono come nuovi centri culturali, compiendo una transizione dai modelli greci tradizionali.
- La struttura sociale in epoca ellenistica concentra il potere politico e la ricchezza nelle mani di pochi, riducendo la partecipazione democratica e portando a un impoverimento dei ceti medi.
- Le nuove religioni dell'epoca ellenistica si focalizzano sulla salvezza personale, differenziandosi dai culti civici delle póleis e sfidando la filosofia a trovare un nuovo ruolo.
- Le scuole filosofiche ellenistiche, tra cui l'epicureismo e lo stoicismo, si concentrano sulla ricerca della felicità e dell'amicizia, valori considerati essenziali per la vita umana.
L’Ellenismo e l’epoca romana
Il quadro storico
La filosofia è nata e si è diffusa nel mondo greco dal VI al IV secolo a.C., con il sistema delle póleis, che tramonta con la fase espansiva del regno di Macedonia. Alessandro Magno creò infatti un impero di dimensioni inaudite, esteso dall’Egitto all’India. Alla sua morte l’impero venne diviso tra i suoi generali, i “diàdochi”, che diedero vita ad una pluralità di regni.
Quindi l’Ellenismo è il periodo che, dura circa due secoli, e che inizia con i regni dei diàdochi e termina con la sottomissione di questi ai Romani. La stuttura politica non è più la pólis, ma il grande regno governato su base dinastica attraverso la forza dell’esercito e dell’apparato burocratico. Il fattore di unificazione è costituito dalla cultura e lingua greca; d’altronde con l’espandersi sempre in più territori, la cultura greca si mescola con altre culture, in particolare quelle asiatiche e medio-orientali, e viene meno la netta distinzione tra Greci e barbari(tipica nell’epoca della pólis). Nel mondo ellenistico si usa il greco come lingua comune, ma la Grecia non è più il centro della vita politica e culturale. Questo perché oltre ad Atene, che resta comunque uno snodo importante, altre città iniziano ad avere potenza e prestigio, come Alessandria(così chiamata dal nome del suo fondatore, Alessandro Magno) dove viene creata la più grande biblioteca dell’antichità, ma anche Roma. L’egemonia romana infatti cambia radicalmente gli equilibri politici, senza però sconvolgere l’assetto culturale complessivo. Roma si affianca ad Atene ed Alessandria come punto di riferimento della vita culturale, e il latino inizia a competere con il greco per il ruolo di lingua comune. L’esistenza dell’Impero Romano si estende durante cinque secoli: l’inizio è fissato nel 27 a.C. quando Ottaviano ottene il titolo di Augusto, e la fine nel 476 d.C. con la deposizione di Romolo Augusto per quanto riguarda l’Impero Romano d’Occidente; invece l’Impero Romano d’Oriente tramonterà solo nel 1453.
L’intreccio culturale
Con le póleis greche c’era un confronto vivace e proficuo tra le varie categorie di cittadini, invece nel mondo ellenistico si assiste ad una distinzione delle diverse componenti della realtà sociale e culturale. La ricchezza si concentra nelle mani di pochi privilegiati: il potere politico è nelle mani dei sovrani, delle corti e degli appparati burocratici, si ha una limitazione degli spazi di partecipazione democratica e di discussione critica, con la diffusione della schiavitù c’è la riduzione delle possibilità di lavoro e quindi di benessere per i liberi cittadini. Il risultato è una situazione di impoverimento e di incertezza che affligge i ceti medi e il popolo. Con le póleis la filosofia era cresciuta in contemporanea con la ricerca scientifica e con la vita politica; in epoca ellenistica si trova invece separata sia dalla gestione del potere che dai progressi delle scienze, ormai troppo delimitate e specializzate per lasciarsi inquadrare dalla generalità del discorso filosofico. Inoltre la filosofia deve affrontare la diffusione delle nuove religioni: mentre ai tempi delle póleis il culto degli déi era un momento della vita politica della città, le religioni di epoca ellenistica tendono invece a rivolgersi direttamente ai singoli individui, offrendo loro prospettive di salvezza. Le nuove religioni sono “salvifiche” perché offrono sostegno e confronto agli abitanti di un mondo avvertito ormai come sterminato. Nonostante ciò la filosofia trova il modo di riposizionarsi nel nuovo sistema culturale. La filosofia ellenistica propone visioni unitarie che vogliono spiegare la totalità di ciò che esiste; persegue una via verso la felicità e la salvezza individuale che conferisce centralità all’uso della ragione e all’acquisizione del sapere.
Gli scenari filosofici
Mentre Alessandria diventa il polo della ricerca scientifica e Roma si impone come il centro del potere politico, Atene rimane il punto di riferimento per la filosofia. Le scuole filosofiche più illustri sono l’Accademia(fondata da Platone) e il Liceo(fondato da Aristotele), ma iniziano a formarsi nuove scuole:
Epicuro crea la sua scuola chiamata “Giardino” e lì insegna la dottrina filosofica che prende il suo nome, l’epicureismo; Zenone di Cizio fonda la “Stoà”(dal greco, “portico”) in cui insegna la dottrina dello stoicismo; Lo scetticismo di diffonde nell’Accademia platonica ad opera di Arcesilao; Dalla riflessione sulla filosofia di Platone, arriva l’ultima grande dottrina filosofica dell’antichità, il neoplatonismo, grazie agli insegnamenti di Ammonio Sacca e Plotino.
Alla ricerca di una vita felice, molti filosofi ellenistici indicano come fondamentale l’amicizia. Tali relazioni ripropongono quella dimensione di collaborazione e solidarietà che era tipica al tempo delle póleis, e che è indispensabile all'essere umano.
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto storico dell'Ellenismo e dell'epoca romana?
- Come si caratterizza l'intreccio culturale nel periodo ellenistico?
- Quali sono le principali scuole filosofiche dell'epoca ellenistica?
- Qual è il ruolo della filosofia ellenistica nella ricerca della felicità?
- Come si evolve il ruolo delle città come centri culturali durante l'Ellenismo e l'epoca romana?
L'Ellenismo inizia con i regni dei diàdochi dopo la morte di Alessandro Magno e termina con la sottomissione ai Romani. La cultura greca si mescola con altre culture, e Roma diventa un centro culturale importante accanto ad Atene e Alessandria.
Nel periodo ellenistico, la ricchezza e il potere politico si concentrano nelle mani di pochi, limitando la partecipazione democratica. La filosofia si separa dalla politica e dalle scienze, mentre le nuove religioni offrono prospettive di salvezza individuale.
Le principali scuole filosofiche includono l'Accademia di Platone, il Liceo di Aristotele, il Giardino di Epicuro, la Stoà di Zenone di Cizio, lo scetticismo nell'Accademia platonica e il neoplatonismo di Ammonio Sacca e Plotino.
La filosofia ellenistica cerca di spiegare la totalità dell'esistenza e persegue la felicità e la salvezza individuale attraverso l'uso della ragione e l'acquisizione del sapere, con l'amicizia come elemento fondamentale.
Durante l'Ellenismo e l'epoca romana, Atene rimane un punto di riferimento filosofico, mentre Alessandria diventa un polo scientifico e Roma emerge come centro politico, con il latino che inizia a competere con il greco come lingua comune.