Concetti Chiave
- La spedizione di Alessandro Magno segnò il passaggio dall'età classica all'età ellenistica, alterando politicamente e culturalmente il mondo greco.
- La fine delle polis greche e l'ascesa delle monarchie ellenistiche trasformarono i cittadini in sudditi, riducendo la partecipazione politica.
- Il cosmopolitismo emerse come nuovo ideale, favorendo la scoperta dell'individuo e separando etica e politica.
- Alessandro Magno e il pensiero filosofico ellenistico contestarono i pregiudizi razziali, promuovendo l'assimilazione culturale dei Barbari.
- La cultura ellenica divenne ellenistica, influenzata da altre tradizioni e credenze, portando al fenomeno dell'eclettismo.
Indice
La spedizione di Alessandro Magno
La spedizione di Alessandro Magno, avvenuta fra il 334 e il 323 a.C., è un evento storico che ha segnato in maniera piuttosto emblematica la fine di un’epoca e l’inizio di un’altra non solo per le conseguenze politiche, ma anche per tutta una serie di mutamenti di antiche convinzioni che determinarono una svolta decisiva nel pensiero del tempo, tale da determinare la fine dell’età classica e l’avvio verso un’età nuova.
Conseguenze politiche e culturali
La conseguenza politica più significativa è rappresentata dal crollo dell’importanza della Polis. Già il padre Filippo il Macedone aveva cominciato a minare la loro libertà e la loro autonomia, da parte sua, Alessandro voleva creare una grande monarchia universale che comprendesse tutte le città e perfino razze diverse. Non riuscì nel suo intento perché morì giovanissimo e i regni che si formarono alla sua morte non furono in grado di portare a termine il progetto perché i nuovi sovrani si preoccuparono soltanto di accentrare nelle loro mani il potere, sopprimendo le libertà e l’autonomia. Venne così distrutto il valore fondamentale della vita spirituale della Grecia classica, teorizzato e sublimato da Platone nella Repubblica e da Aristotele nella Politica. Gli aspetti spirituali conseguenti la rivoluzione di Alessandro Magno furono:
• la diffusione del cosmopolitismo
• la scoperta dell’individuo
• il crollo dei pregiudizi razzistici della naturale diffidenza fra Greci ve Barbari
• la trasformazione della cultura “ellenica” in cultura “ellenistica”
Monarchie ellenistiche e cambiamenti sociali
Le monarchie ellenistiche, nate dal dissolto impero di Alessandro Magno (regno di Egitto, di Siria, di Macedonia e di Pergamo), furono organismi instabili e comunque non tali da coinvolgere i cittadini e da costituire un valido riferimento dal punto di vista morale. Il “cittadino” in senso classico fu trasformato in “suddito” e la vita dei nuovi Stati si svolgeva indipendentemente dalla sua volontà. Le “abilità” che contavano non furono più le antiche “virtù civili”, bensì determinate conoscenze che potevano essere acquisite con studi che non tutti potevano permettersi. L’amministratore della cosa pubblica diventò così un funzionario, il soldato diventò un mercenario e accanto a queste due figure ne nacque una terza che di fronte allo Stato manteneva un atteggiamento di assoluta indifferenza, se non di avversione. Il pensiero filosofico dell’epoca recepì questa nuova realtà, collocando lo Stato e la politica fra le cose neutre, moralmente indifferenti e in certi casi anche da evitare. L’unica alternativa all’antica Polis diventò allora il “cosmopolitismo”; in funzione di questo ideale il mondo intero veniva considerato una “Città”, fino al punto da includere perfino gli dèi.
Cosmopolitismo e individualismo
La diffusione dell’ideale cosmopolitico portò l’uomo a crearsi una nuova identità, quella dell’“individuo”. Infatti, nelle grandi monarchie ellenistiche, i rapporti fra l’uomo e lo Stato erano meno stretti e le nuove forme politiche, in cui il potere era in mano a pochi, permettevano ad ognuno di costruire a modo suo la propria vita e la propria statura morale. Ovviamente, la scoperta dell’individualità portò ad un eccesso di individualismo e all’egoismo. Inoltre, poiché l’uomo era separato dal cittadino, nacque anche la separazione fra “etica” e “politica” per cui, nel pensiero filosofico dell’epoca, per la prima volta, l’etica cominciò a strutturarsi in modo autonomo, basandosi sull’uomo nella sua individualità.
Superamento dei pregiudizi razziali
Da sempre, i Greci avevano considerato il Barbari incapaci per la loro natura di accedere alla cultura e alle libere attività per cui erano considerati “per natura schiavi”. Tale convinzione era stata perfino teorizzata da Aristotele nella sua opera Politica. Alessandro Magno, con un certo successo, riuscì nell’impresa di assimilazione dei Barbari vinti. Anche il pregiudizio della schiavitù fu fortemente contestato dal pensiero filosofico, almeno a livello teorico. Per esempio, Epicuro trattava in modo familiare gli schiavi e voleva che essi fossero partecipi ai suoi insegnamenti. Per gli Stoici la vera schiavitù era l’ignoranza e alla libertà del sapere potevano accedere tutte le classi sociali. Molto significativo è il fatto che due figure dello Stoicismo, Epitteto e Marco Aurelio, furono rispettivamente uno schiavo liberato e un imperatore.
Evoluzione della cultura ellenica
La cultura ellenica nel suo diffondersi fra i vari popoli, diventò ellenistica e ciò comportò una perdita di originalità, di purezza e di profondità. Infatti, entrando a contatto con tradizioni e credenze diverse, la cultura ellenica acquistò elementi nuovi e subì l’influsso dell’Oriente. I nuovi centri culturali come Alessandria iniziarono ad offuscare lo splendore di Atene che, tuttavia rimase il centro del pensiero filosofico. Nuovi stimoli provennero anche da Roma, militarmente e politicamente potenza vincitrice. Dai Romani, i Greci presero una certa forma di realismo e tutti i nuovi stimoli contribuirono alla creazione del fenomeno dell’eclettismo. Il pensatore più eclettico di tutti fu Cicerone. Nell’insieme, il pensiero ellenistico si concentrò soprattutto sui problemi morali; infatti, Cinismo, Epicureismo, Stoicismo e Scetticismo proposero modello di vita a cui gli uomini continuarono ad ispirarsi per molti secoli.
Domande da interrogazione
- Qual è stato l'impatto della spedizione di Alessandro Magno sulla struttura politica delle Polis greche?
- In che modo la cultura ellenica si è trasformata in cultura ellenistica?
- Quali sono stati i cambiamenti spirituali e filosofici conseguenti alla rivoluzione di Alessandro Magno?
- Come è cambiato il concetto di cittadinanza nell'età ellenistica?
- Quali correnti filosofiche hanno influenzato il pensiero ellenistico e quali modelli di vita hanno proposto?
La spedizione di Alessandro Magno ha segnato il crollo dell'importanza delle Polis, poiché Alessandro mirava a creare una grande monarchia universale, minando la libertà e l'autonomia delle città-stato greche.
La cultura ellenica si è trasformata in cultura ellenistica attraverso la diffusione e l'assimilazione di elementi nuovi provenienti da diverse tradizioni e credenze, perdendo così originalità e purezza.
I cambiamenti spirituali e filosofici includono la diffusione del cosmopolitismo, la scoperta dell'individuo, il crollo dei pregiudizi razzistici e la separazione tra etica e politica.
Nell'età ellenistica, il concetto di cittadinanza si è trasformato, con il cittadino classico che è diventato un suddito, e le abilità richieste non erano più le virtù civili ma conoscenze specifiche accessibili solo a pochi.
Le correnti filosofiche come Cinismo, Epicureismo, Stoicismo e Scetticismo hanno influenzato il pensiero ellenistico, proponendo modelli di vita focalizzati sui problemi morali e sull'individualità.