Concetti Chiave
- La "Natura morta" è un genere pittorico nato nelle Fiandre nel Cinquecento, che rappresenta soggetti inanimati con grande realismo, e si è diffuso grazie al valore economico attribuito alle merci.
- In Italia, la Natura morta si è sviluppata intorno al 1600, influenzata dal naturalismo di Caravaggio, e spesso veicola messaggi sulla transitorietà della vita attraverso la rappresentazione di frutta e fiori.
- Caravaggio, con la sua "Canestra di frutta", ha portato la Natura morta a livelli di espressione che mettono in luce la caducità delle cose attraverso dettagli realistici e senza abbellimenti.
- Paul Cézanne ha reinterpretato la Natura morta nel tardo Ottocento, anticipando aspetti del cubismo con opere come "Natura morta con mele e arance", caratterizzate da oggetti quotidiani e composizioni dinamiche.
- Vincent Van Gogh, nella serie dei "Girasoli", ha trasformato la Natura morta rappresentando il ciclo vitale dei fiori, esprimendo gioia e ottimismo nonostante il tormento della sua vita.
In questo appunto viene descritta la natura morta. Con l’espressione “Natura morta”, introdotta in Italia soltanto allo scadere del 1800, per tradurre dall'olandese: "Still-Leven" (natura in quiete), si è soliti indicare dipinti che riproducono soggetti inanimati con grande realismo.
Indice
Natura morta: la transitorietà della vita prende forma
Con il termine “Natura morta” si indica quindi una tradizione pittorica che si tendeva a classificare in base all’oggetto rappresentato.
Nacque nell’Europa del Nord, in particolare nelle Fiandre, attorno alla metà del Cinquecento. Da qui si diffuse poi soprattutto nelle ricche città mercantili. Le ragioni del suo successo risiedono infatti nel valore economico che il pubblico borghese attribuiva alle merci. Anche i progressi compiuti nel mondo dell’illustrazione scientifica e gli studi intrapresi nel campo della botanica contribuirono alla diffusione della Natura morta presso un pubblico molto ampio e non particolarmente colto, attratto dall’impeccabile realismo di queste immagini. In Italia, la nascita della Natura morta come genere a se stante si ebbe intorno al 1600, favorita in parte dalla rivoluzione culturale laica, ed in parte dalle nuove condizioni di gusto dettate dal naturalismo: nuovo orientamento artistico che ebbe la massima espressione nella pittura di Caravaggio e dalla sua folta schiera di seguaci. Questo genere di pittura fu apprezzato specialmente in area lombarda. Nei paesi di religione Cattolica, la Natura morta infatti poteva veicolare messaggi moralistici e indurre a riflettere sulla transitorietà della vita o sulla bellezza e sul suo sfiorire con il tempo. I soggetti che le Nature morte rappresentavano dunque, in grado di veicolare questi messaggi di transitorietà, erano per lo più frutta, magari riproposta in diverse fasi della propria vita e fiori stagionali.
Per ulteriori approfondimenti sulla Natura morta vedi qui
La più famosa tra le pitture di Nature morte: Caravaggio
Ogni pittore rappresenta la natura morta a modo suo e tanti furono quelli che si cimentarono nella loro composizione. Ricordiamo ad esempio le opere di Jan Brueghel il Vecchio, 1528 – 1625, (famosa è la sua opera “Natura morta con vaso di fiori”), Francisco de Zurbarán (1598 – 1664), o Juan Sánchez Cotán (1560 – 1627). O il nostro Caravaggio (1571 – 1610), che nel suo celeberrimo “Canestra di frutta” realizzato intorno al 1596, osserva attentamente la realtà e la raffigura con meticolosità estrema, nei minimi particolari, senza correzioni o abbellimenti. Il dipinto rappresenta mele, pere, uva e melograni realizzati con quella tale forza espressiva che solitamente si riconduce ai soggetti umani. Inoltre, ogni frutto rappresentato da Caravaggio, che a prima vista sembra perfetto, in realtà è in una prima fase di decomposizione, proprio a testimonianza della caducità delle cose. Quello della Canestra di frutta fu l’unica natura morta conosciuta realizzata dall’autore anche se egli ne inserì spesso all’interno dei suoi quadri, come ad esempio nell’opera “Suonatore di liuto”.
Per ulteriori approfondimenti su Caravaggio vedi qui
Le Nature morte di Paul Cézanne e Vincent Van Gogh
Successivamente, parliamo del secondo Ottocento, il tema della Natura morta verrà ripreso anche da altri artisti come ad esempio Paul Cézanne (1839 - 1906) e Vincent Van Gogh (1853 – 1890).
Cézanne, nel 1895 dipinse, tra le altre, l’opera “Natura morta con tenda e brocca a fiori” nella quale è rappresentata una brocca bianca a fiori con ai lati due piatti. Nei piatti e sul tavolo ai lati della brocca, sono posizionate delle mele. Sul piano di appoggio invece, vi sono drappi che scendono lungo il tavolo e danno un senso di movimento alla rappresentazione. Dietro, e chiudere la scena, una grande tenda scura. Come accade spesso per le nature morte, gli oggetti rappresentati sono sempre oggetti della quotidianità e la natura intima della composizione è un mezzo attraverso il quale l’artista stesso esprime il proprio carattere introverso.
Un altro dipinto molto famoso di Cézanne, che di nature morte ne dipinse molte, è “Natura morta con mele e arance”, dipinta nel 1899. Anche qui la composizione è simile, brocca a fiori, lenzuola sul tavolo, vasi e piatti pieni di frutta. Il dipinto è molto importante perché anticipa alcuni aspetti del cubismo e ne viene considerato un simbolo.
Altro pittore che si dedicò alla realizzazione di Nature morte fu Vincent Van Gogh. Nella famosissima serie dei “Girasoli”, dipinti ad Arles nell’Agosto 1888, è evidente la trasformazione di questo genere pittorico nel corso dell’Ottocento. Il dipinto rappresenta dei grandi girasoli riproposti in ogni fase della loro vita, dalla fioritura all’appassimento, i cicli di vita e morte. I fiori occupano il centro della scena e sono posti in dei vasi su un grande tavolo. Nonostante la rappresentazione di questo ciclo vitale possa far pensare al tormento in cui visse l’artista, dalle lettere che egli scrisse al fratello capiamo invece che il soggetto rappresentato esprime altro. Il quadro si fa portavoce, infatti, di gioia e ottimismo, poiché i fiori stessi ebbero un’influenza positiva sulla vita del pittore.
Per ulteriori approfondimenti su Cézanne vedi qui
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine del termine "Natura morta" e come si è diffuso in Europa?
- Qual è il significato simbolico della Natura morta nei paesi cattolici?
- Qual è l'importanza della "Canestra di frutta" di Caravaggio?
- Come hanno reinterpretato il tema della Natura morta Cézanne e Van Gogh?
- Quali sono le caratteristiche distintive delle Nature morte di Cézanne?
Il termine "Natura morta" è stato introdotto in Italia alla fine del 1800 per tradurre dall'olandese "Still-Leven". Questo genere pittorico è nato nelle Fiandre intorno alla metà del Cinquecento e si è diffuso nelle città mercantili europee grazie al valore economico attribuito alle merci e ai progressi nell'illustrazione scientifica e botanica.
Nei paesi cattolici, la Natura morta veicolava messaggi moralistici, inducendo a riflettere sulla transitorietà della vita e sulla bellezza che sfiorisce con il tempo. I soggetti rappresentati, come frutta e fiori stagionali, simboleggiavano la caducità delle cose.
La "Canestra di frutta" di Caravaggio è celebre per il suo realismo meticoloso e per rappresentare la caducità delle cose, con frutti in una fase iniziale di decomposizione. È l'unica natura morta conosciuta di Caravaggio, anche se elementi di natura morta appaiono in altre sue opere.
Cézanne ha reinterpretato la Natura morta con opere come "Natura morta con tenda e brocca a fiori", introducendo elementi che anticipano il cubismo. Van Gogh, con la serie dei "Girasoli", ha trasformato il genere esprimendo gioia e ottimismo, nonostante il tema del ciclo vitale dei fiori.
Le Nature morte di Cézanne, come "Natura morta con mele e arance", sono caratterizzate da composizioni di oggetti quotidiani, drappi che danno movimento e anticipano aspetti del cubismo. Queste opere riflettono il carattere introverso dell'artista e sono considerate simboli del suo stile innovativo.