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Concetti Chiave

  • Lo Statuto Albertino, concesso nel 1848, introdusse una monarchia costituzionale con diritti civili limitati, basandosi su un suffragio ristretto e modificabile da leggi ordinarie, mentre la Costituzione repubblicana del 1948 è rigida e votata dal popolo, garantendo suffragio universale e uguaglianza sostanziale.
  • La Costituzione repubblicana sancisce diritti inviolabili dell'uomo, come il diritto alla vita e alla libertà di espressione, che preesistono allo Stato e sono protetti anche dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo del 1948.
  • Il principio di uguaglianza nella Costituzione italiana è duplice: uguaglianza formale, che assicura pari trattamento legale, e uguaglianza sostanziale, che obbliga lo Stato a rimuovere le barriere sociali ed economiche per garantire pari opportunità a tutti i cittadini.
  • L'articolo 4 della Costituzione riconosce il lavoro come diritto e dovere, essenziale per la realizzazione personale e lo sviluppo sociale, richiedendo allo Stato di promuovere condizioni che rendano effettivo questo diritto.
  • Il sistema elettorale italiano attuale, noto come Rosatellum, combina il maggioritario e il proporzionale, con soglie di sbarramento per evitare frammentazioni, ma presenta critiche per l'assenza di preferenze e il divieto di voto disgiunto.

Indice

  1. Elementi di storia costituzionale italiana
  2. Quali sono le principali differenze tra statuto Albertino e costituzione repubblicana?
  3. I principi fondamentali della Costituzione repubblicana
  4. In che cosa consiste la democrazia è il principio democratico (art. 1)
  5. Analisi
  6. Art. 2 costituzione repubblicana (diritti inviolabili)
  7. Principio di uguaglianza art. 3 Costituzione
  8. Diritto o dovere al lavoro art. 4 Costituzione
  9. Diritto di voto art. 48 Costituzione
  10. Quali sono i caratteri principali del diritto dovere di voto?
  11. Quali sono i sistemi elettorali?
  12. Quali sono gli aspetti negativi del rosatellum?
  13. Cosa sono i partiti?
  14. L’articolo 49 costituzione
  15. Perché il partito viene definito associazione non riconosciuta?

Elementi di storia costituzionale italiana

Lo statuto Albertino fu la prima costituzione scritta e fu concesso dal re Carlo Alberto I di Savoia a seguito degli eventi del 1848. Nel 1848 infatti ci furono le rivoluzioni liberali che miravano a cancellare le monarchie. Le rivoluzioni liberali erano sostenute da personaggi illustri come Giuseppe Mazzini, il quale sosteneva l’idea di un Popolo che sceglieva di autogovernarsi con la Repubblica fondata sui principi liberali di libertà, uguaglianza e democrazia, e secondo Mazzini il popolo sarebbe stato illuminato nel percorso di allontanamento dalla monarchia da Dio stesso; Mazzini fondò la Giovine Italia il cui motto era proprio Dio e il popolo, Unione, forza e libertà contro la prevaricazione del monarca e delle famiglie reali.

Nel 1848 ci sono i moti insurrezionali contro il re e contro l’impero austriaco. Nascono dall’insoddisfazione della classe borghese che si sentiva esclusa dalla politica e dal governo della nazione. Purtroppo vennero repressi nel sangue compreso il re di Savoia. Nello statuto albertino il re Carlo Alberto concedeva i diritti di libertà civili alla borghesia media, escludendo di fatto il terzo stato o il popolo basso e le donne, perché gli analfabeti non potevano votare (o persone sotto un reddito minimo). La monarchia a questo punto diventa monarchia costituzionale che si basa su uno Statuto che vincola, non soltanto il popolo al rispetto delle sue norme ma anche il re stesso.

Lo statuto Albertino prevedeva una forma di governo parlamentare, ovvero una monarchia parlamentare e costituzionale in cui il parlamento era formato da due Camere, una camera dei deputati (o camera bassa) e da un senato del regno i cui componenti, senatori del regno, erano co-optati dal re stesso, come appartenenti alle migliori famiglie aristocratiche. Invece i deputati erano eletti dal popolo ma gli elettori erano solo cittadini maschi alfabetizzati e con un denso minimo per cui erano escluse le donne e gli appartenenti al terzo stato.

Nello statuto Albertino venivano per la prima volta enunciati i diritti di libertà o libertà civili (per esempio la libertà di espressione del pensiero, la libertà di soggiorno, libertà di associazione ecc). Tuttavia lo statuto Albertino essendo una costituzione flessibile poteva essere cambiata o abrogata da una semplice legge ordinaria. Quindi a causa di questi Mussolini riuscì a scardinare lo statuto Albertino e il sistema della monarchia parlamentare, sciogliendo il parlamento, tutti i partiti e autoproclamandosi capo del governo.

Lo statuto Albertino tra i suoi principi fondanti aveva l’uguaglianza formale. Uguaglianza formale significava essere trattati dalla legge allo stesso modo senza discriminazioni di razza, censo, sesso, ma in una democrazia oligarchica come quella dello statuto Albertino, aveva un’applicazione di principio, ma non generale. La nostra attuale costituzione repubblicana riconosce e tutela nell’articolo 3 comma 1, l’uguaglianza formale, ma prevede anche nel comma 2, l’uguaglianza sostanziale, che rappresenta un forte passo avanti verso le reali pari opportunità per tutti, anche per i più deboli nella società e nella politica. Infatti nello statuto Albertino non c’è traccia del l’uguaglianza sostanziale, si parla solo di uguaglianza formale o davanti alla legge o davanti ai giudici.

Uguaglianza sostanziale significa questo: lo stato deve prevedere con le sue leggi di aiutare le fasce più deboli e più bisognose della popolazione (per esempio, costituiscono applicazione dell’uguaglianza sostanziale tutte le leggi della repubblica che tutelano i disabili nella ricerca del posto di lavoro o che assicurano alle donne lavoratrici il diritto di conservazione del posto di lavoro se in gravidanza). Solo la repubblica italiana che è uno stato sociale riconosce e tutela l’uguaglianza sostanziale.

Quali sono le principali differenze tra statuto Albertino e costituzione repubblicana?

Statuto Albertino Costituzione repubblicana
Costituzione concessa cioè non votata dal popolo. Costituzione votata dal popolo all’interno dell’Assemblea Costituente.
Costituzione breve cioè composta da pochi articoli. Costituzione lunga cioè composta da 139 articoli in cui i principi fondamentali sono elencati dall’1 al 12.
Costituzione flessibile cioè costituzione i cui articoli potevano essere modificati da una semplice legge ordinaria. La costituzione repubblicana è rigida cioè i suoi articoli non possono essere modificati da una semplice legge ordinaria, ma è richiesto un complesso procedimento di revisione costituzionale descritto nell’art. 138 Cost.
Lo statuto Albertino si basa su un suffragio ristretto: cioè potevano eleggere i deputati solo gli uomini alfabetizzati e con un censo minimo. Erano escluse donne. La nostra costituzione si basa su, suffragio universale di cittadini e cittadine maggiorenni che votano alle elezioni politiche; il suffragio universale quindi il diritto di votare esteso alle donne, in Italia fu introdotto con il referendum istituzionale del 1946 di scelta tra monarchia e repubblica.
Lo statuto Albertino riconosce l’uguaglianza formale e solo solo l’uguaglianza formale, cioè uguale trattamento davanti alla legge di tutti.
La nostra costituzione riconosce e tutela sia l’uguaglianza formale (art. 3 comma 1) che quella sostanziale (art. 3 comma 2).
Il senato del regno all’interno dello statuto Albertino era di nomina regia cioè il re nominava e revocava i senatori del regno. Invece nella costituzione il senato come il parlamento sono organi elettivi, cioè nominati dal popolo attraverso le elezioni politiche.
Lo statuto Albertino è retto da un governo monarchico rappresentativo eletto secondo le regole della successione salica. Invece la costituzione repubblicana una repubblica democratica parlamentare basata sul bicameralismo.

I principi fondamentali della Costituzione repubblicana

I principi fondamentali della costituzione repubblicana sono dettati dall’art. 1 al 12 e costituiscono le basi della società civile. Le fondamenta della società civile sono intoccabili nel senso che anche se si volesse fare una riforma costituzionale non si potrebbero toccare.

In che cosa consiste la democrazia è il principio democratico (art. 1)

L’origine etimologia della parola democrazia deriva dal greco antico “demos” e “krateo”, rispettivamente popolo e governo. La democrazia storicamente nelle antiche civiltà era una democrazia “ristretta” o oligarchica. Per esempio ad Atene e Sparta votavano poche persone le decisioni della città. Solo coloro che avevano la piena cittadinanza, erano escluse le donne, gli schiavi e gli stranieri. Nell’antica Roma già in età repubblicana, dopo una fase iniziale in cui gli esponenti popolari erano esclusi dalle partecipazioni alle votazioni, furono a seguito di rivolte popolari, ammessi esponenti del popolo basso. Vennero eletti quindi i consoli rappresentanti del popolo oltre che i consoli provenienti da famiglie nobili.
La democrazia si è affermata solo è pienamente nelle società liberali, cioè nelle società che si basavano su costituzioni scritte e votate dal popolo e dai suoi rappresentanti.
Prima della rivoluzione francese del 1789 infatti, il popolo come entità giuridica, titolare di propri diritti, non esisteva. Esisteva solo il volere del monarca o del regnante, il quale imponeva le sue decisioni unilateralmente su, popolo senza riceverne consenso.
Oggi dovendo fare una classificazione di che cosa intendiamo per democrazia, dobbiamo distinguerne due tipi:
1. La democrazia indiretta i rappresentativa
2. La democrazia diretta

Analisi

La democrazia indiretta si ha quando il popolo elegge liberamente i propri rappresentanti presso le assemblee rappresentative popolari; da noi il parlamento.
Quando e con quali modalità il popolo elegge i propri rappresentanti?
Nel nostro ordinamento distinguiamo:
- libere elezioni politiche: eleggiamo deputati e senatori alla camera;
- elezioni amministrative: noi cittadini e cittadine maggiorenni eleggiamo i nostri rappresentanti negli organi degli enti locali (nelle regioni il consiglio regionale, nei comuni il consiglio comunale).

La democrazia diretta presuppone che il legislatore faccia un quesito referendario diretto al popolo rivolto ai cittadini maggiorenni, chiedendo di confermare o abrogare una legge o l’articolo di una legge.
Un referendum è un istituto della democrazia diretta. Esiste poi un altro istituto di democrazia diretta che è la petizione popolare.
Sicuramente però la democrazia è la forma di democrazia più importante è la democrazia indiretta o rappresentativa.
La democrazia diretta dei moderni si fonda sull’attribuzione della sovranità a tutto il popolo come la nostra costituzione proclama solennemente all’interno dell’articolo 1 “la sovranità appartiene al popolo” perché tutti i cittadini sono uguali nei diritti politici “senza alcune distinzioni” (il voto è un diritto dovere che appartiene ai cittadini e alle cittadine maggiorenni ed è sancito nell’art. 48 cost.).
La sovranità significa diritti del popolo di autodeterminarsi cioè di scegliere politicamente i propri rappresentanti attraverso gli strumenti dati dalla costituzione repubblicana.
Ricordiamo che non solo la costituzione repubblicana afferma la sovranità del popolo ma anche la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo dell’ONU del 1948 afferma che “ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio paese sia direttamente sia indirettamente attraverso i rappresentanti legali nelle assemblee rappresentative da lui liberamente eletti”.

Art. 2 costituzione repubblicana (diritti inviolabili)

Afferma e sancisce solennemente: “la repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo” (quando la repubblica parla e si riferisce ai diritti inviolabili dell’uomo in realtà intende della persona umana, sia uomo che donna).
Che cosa sono questi diritti inviolabili. I diritti inviolabili sono quelli che nascono insieme alla persona umana e che preesistono allo stato; lo stato non può fare altro che riconoscerli, garantirli e tutelarli evitando in modo assoluto la loro negazione o compressione. I diritti inviolabili sono anche definiti “diritti naturali” cioè i diritti che fanno parte della natura umana e coessenziali alla natura umana.
Esempi di diritti umani o diritti inviolabili della persona umana sono i seguenti: il diritto alla vita, diritto all’integrità fisica, diritto alla dignità personale, diritto alla libertà di espressione del pensiero, il diritto alla libera espressione del proprio convincimento in campo religioso. I diritti inviolabili nascono con la persona umana e muoiono con essa.

I diritti umani sono sanciti non soltanto nella costituzione repubblicana ma anche nella Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo e del cittadino, del dicembre 1948 dell’ONU. Si ribadisce il divieto assoluto di praticare la tortura come metodo di indagine perché si andrebbe assolutamente contro al diritto alla vita e al diritto all’integrità fisica.
Se vogliamo parlare in generale dei diritti umani o diritti inviolabili della persona umana dobbiamo distinguere quattro categorie:
1. I diritti inviolabili di prima generazione: sono i diritti civili e i diritti politici (es. di diritto civile è la libertà di associazione e la libertà di riunione previsti e disciplinati dall’art. 17-18 cost. o la libertà di pensiero disciplinata dall’art. 21) [esempio di diritto politico è il diritto o dovere di voto].
2. I diritti di seconda generazione: essi sono i diritti economici come per esempio il diritto al lavoro e il diritto all’iniziativa economica privata. Nella seconda generazione ci sono anche i diritti sociali e culturali tra cui importante è il diritto all’istruzione pubblica.
3. I diritti di terza generazione: sono il diritto alla pace e alla pacifica convivenza sociale, il diritto all’ambiente (cioè avere un ambiente privo di inquinamento o con inquinamento controllato e/o diritto a vivere in un ambiente che non provoca danni alla salute umana e all’ecosistema. Ricordiamo che recentemente c’è stata una revisione costituzionale dall’art. 9 Cost. che è stati modificato dal legislatore costituzionale rispetto all’origine struttura dell’articolo sono stati aggiunti questi capoversi: [tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali].
4. I diritti di quarta generazione: i diritti di quarta generazione sono quelli sorti più recentemente grazie ad una riflessione collettiva su elementi di diseguaglianza inammissibili; sono tali i diritti delle donne (divietò di discriminazione tra lavoratore e lavoratrice per l’accesso al lavoro, il divieto di licenziamenti della donna lavoratrice che contrae matrimonio o che ha un figlio ecc), i diritti dei minori (per esempio il divieto di adibire un minorenne al lavoro pesante in fabbrica e il divieto di adibire un minorenne a turni notturni); oltre ai diritti delle donne e dei minori, costituiscono diritti umani di quarta generazione anche i diritti emergenti e nuovi della bioetica (diritto ad una morte dignitosa e ad un fine vita senza accanimento terapeutico).

Ritornando ai diritti di prima generazione ricordiamo che vi rientrano i diritti di libertà dallo Stato in senso negativo come per esempio quei diritti che affermano che lo Stato non può limitare determinate sfere di libertà personale dell’individuo vi rientrano la libertà di espressione del pensiero, la libertà religiosa, cioè la libertà di aderire o meno ad un credo religioso. L’unico culto non ammesso è il satanismo.

Principio di uguaglianza art. 3 Costituzione

Il principio di uguaglianza è uno dei principi fondamentali enunciati per la prima volta solennemente nella dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789, durante la rivoluzione francese. Questo passaggio storico è fondamentale perché prima della rivoluzione francese, durante l’ancient regime, non esisteva l’uguaglianza tra le persone. La società era divisa in classi rigide con nobiltà e clero dotati nella pienezza dei diritti mentre borghesia e terzo stato non avevano il riconoscimento di alcun diritto (chiunque non fosse nobile poteva essere arrestati arbitrariamente ed essere condannato senza alcun processo).

La nostra costituzione distingue due tipi di uguaglianza:
a. Uguaglianza formale enunciata nel primo comma dell’articolo tre
L’uguaglianza formale è l’uguaglianza di tutti davanti alla legge; la legge deve trattare chiunque allo stesso modo senza discriminazioni tra gli individui per sesso, razza, condizioni economiche, credo religioso ecc.
b. Eguaglianza sostanziale enunciata dal secondo comma dell’articolo tre
L’uguaglianza sostanziale è un uguaglianza che considera un dato di realtà fondamentale che è questo: non è vero che tutti nasciamo con le stesse condizioni di partenza. La repubblica deve, con le sue leggi, rimuovere gli ostacoli e le barriere di tipo economico e sociale che impediscono alle persone più fragili e svantaggiate di avere le pari opportunità rispetto agli altri.
Di fatto la nostra repubblica ha dato esecuzione a questo comma, di questo articolo, con diversi interventi legislativi che hanno proprio cercato di realizzare questo principio basilare di eguaglianza sostanziale. Per esempio, ricordiamo le seguenti leggi:
- la legge 5 febbraio 1992 nr. 104, anche definita legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone con handicap (che può essere fisico o mentale). Questa legge realizza il principio di uguaglianza sostanziale prevedendo che la persona con invalidità superiore al 67% abbia diritto ad assenze giustificate dal lavoro o periodi di assenze prolungate.
- Un’altra importante legge di tutela della disabilità precedente alla legge 104 è una legge del 1980 nr. 18, con la quale è stata stabilita indennità di accompagnamento.
- Un’altra legge che ha realizzato invece la tutela della donna come soggetto potenzialmente debole in riferimento all’ingresso nel mercato del lavoro, è la legge 1204 del 1971 che tutela le lavoratrici madri, impedendo assolutamente e ponendo il divieto di licenziamento della lavoratrice che diventa madre e obbligando il datore di lavoro alla conservazione del posto di lavoro.

Diritto o dovere al lavoro art. 4 Costituzione

La costituzione riconosce il diritto a tutti i cittadini a, lavoro e deve promuovere le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Con le sue leggi deve creare posti di lavoro e combattere contro il fenomeno della disoccupazione.
Il lavoro di cui parla la costituzione è un modo significativo per realizzare la personalità sociale dell’individuo; infatti grazie al lavoro, il lavoratore o la lavoratrice non solo ottengono una fonte di reddito per mantenere se stessi ma realizzano anche la loro personalità. Attualmente c’è un certo disallineamento tra domanda di lavoro e offerta di lavoro; cioè ci sono determinate professionalità che non si trovano più, perché mancano i candidati, e viceversa c’è un eccesso di domanda occupazionale in settori economici ormai saturi.
L’articolo quattro secondo comma sottolinea che il lavoro però non è soltanto un diritto ma è anche un dovere; è dovere di ogni cittadino o cittadina che ne abbia le possibilità fisiche e mentali di dedicarsi ad una funzione che concorra allo sviluppo della società in cui vive.

I diritti economici e il lavoro disciplinati nella costituzione
- diritti dei lavoratori disciplinati dell’articolo 36 al 40 Cost (riferiti a retribuzione equa e sufficiente a mantenere se stessi e la famiglia.
- Riposo settimanale
- Diritto alle ferie annuali retribuite
- Durata massima della giornata lavorativa e della settimana lavorativa
- Diritto all’iniziativa economica privata sancita dall’articolo 41 costituzione che parla di libertà di iniziare una nuova impresa e di accedere liberamente al mercato.
- Non può essere in contrasto con l’utilità sociale e con la sicurezza nazionale

Diritto di voto art. 48 Costituzione

È il più importante dei diritti politici enunciati dalla costituzione. Il cittadino maggiorenne partecipando alle elezioni politiche nazionali partecipa attivamente alle direzioni concrete che il paese prende in campo politico. Viceversa il cittadino o la cittadina che si astiene dal partecipare alle elezioni, dimostra una scarsa partecipazione alla vita politica del paese (pur non essendoci una vera e propria “punizione” per gli assenteisti).
Il voto è l’espressione più immediata della democrazia indiretta o rappresentativa. Infatti quando noi andiamo a eleggere i rappresentanti (deputati e senatori), eleggiamo le persone che devono rappresentare in aula i bisogni e gli interessi dei cittadini.
Ricordiamo che l’articolo 67 della costituzione dice che il parlamentare rappresenta la nazione, cioè non rappresenta il partito delle liste nelle quali è stato eletto ma l’intera nazione, cioè i bisogni degli elettori. Quindi quando un deputato o senatore deve votare una legge, in camera dei deputati o in senato, deve votare la sua coscienza di cittadino, che fa il bene della nazione.

Quali sono i caratteri principali del diritto dovere di voto?

I caratteri del diritto o dovere di voto sono i seguenti:
1. Il voto deve essere personale, perché non si può delegare nessuno a votare al posto nostro. Nel caso di persone ricoverate in ospedale e non deambulanti, sono previsti dei seggi in ospedale con accompagnamento da parte di personale infermieristico. Invece se la persona è deambulante ma, per esempio, non vedente o con patologie alla vista è possibile farsi accompagnare da una persona di fiducia che su indicazione di questa persona, esprime il proprio voto.
2. Il voto deve essere uguale tra tutti i cittadini (i voti si contano e non si pesano);
3. Il voto deve essere segreto (segretezza del voto vuole dire che lo stato deve proteggere il voto con opportuni sistemi all’interno delle cabine elettorali.
4. Il voto deve essere libero, cioè non deve mai essere condizionato da violenza fisica o minaccia; infatti il voto deve essere espressione di un libero convincimento dell’elettorato, il quale deve informarsi sui programmi dei vari partiti e delle varie coalizioni prima di andare a votare.

Quali sono i sistemi elettorali?

Il sistema è,e tirale è un meccanismo giuridico che trasforma i voti e le preferenze date per i partiti in seggi al parlamento. I principali sistemi elettorali sono due:
1. Il sistema elettorale maggioritario
2. Il sistema elettorale proporzionale

Il sistema elettorale maggioritario funziona così: vincono le elezioni i partiti che hanno ottenuto il maggior numero di voti validi sul territorio nazionale; le minoranze che non hanno ottenuto il maggior numero di voti passano all’opposizione e non governano. Per esempio, nel paese alfa si presentano alle elezioni politiche tre partiti: il partito rosso, che conquista il 40% delle preferenze, il partito bianco, che ottiene il 30% dei voti validi, e il partito verde conquista il 30%. Va a governare solo il partito rosso, con solo il 40%. Questo sistema elettorale è applicato in alcuni paesi europei da decenni, come per esempio nel regno unito e in altri paesi del nord Europa.
I vantaggi di questo sistema elettorale sono o seguenti:
1. Garantisce la governabilità del paese perché le decisioni sono prese solo da un partito o dalla coalizione di partiti che ha vinto le elezioni.
2. Vi sono meno problemi nel trovare equilibri che garantiscano la prosecuzione del governo.

Gli svantaggi del sistema elettorale maggioritario sono:
1. Le minoranze non vengono tutelate ne rappresentate, semplicemente non hanno una rappresentanza all’interno delle aule parlamentari se con come opposizione, ma con scarso peso.
2. Il sistema maggioritario rappresenta solo parzialmente la fotografia del paese.
3. Questi sistema può avere due forme diverse:
- sistema elettorale puro
- Sistema elettorale a doppio turno o con ballottaggio (questo sistema è adottato attualmente in Italia nelle elezioni dirette dei sindaci dei comuni con almeno 15.000 abitanti, e anche nelle elezioni dirette del presidente della regione o presidente della giunta regionale).

Il sistema elettorale maggioritario spesso viene definito “bipolare” perché i governi rappresentanti dei vari partiti per rafforzare la loro posizione o peso politico, tendono ad entrare nelle cosiddette coalizioni di partiti.
(Per esempio i partiti che hanno pochi iscritti e poco seguito tenderanno a stare con partiti più grossi della loro ideologia per provare a vincere le elezioni); se applichiamo questo sistema ci saranno in parlamento due schieramenti contrapposti di cui uno fortissimo e l’altro molto ristretto.

Il sistema elettorale proporzionale e il suo funzionamento:
il sistema elettorale proporzionale è un sistema che rispecchia esattamente la volontà degli elettori e delle elettrici, cioè nel sistema elettorale proporzionale si riproducono esattamente le proporzioni delle diverse parti dell’elettorato e quindi vengono rappresentate in parlamento anche le minoranze e i partiti minori (cosa che non avviene con il maggioritario).

Qual è attualmente il sistema elettorale italiano per l’elezione della camera dei deputati e del senato della repubblica. La legge elettorale vigente e il cosiddetto rosatellum, che deriva dal nome di ettore rosato; il numero della legge è la numero 165 del 3 novembre 2017. per eleggere i deputati vengono effettuati diversi collegi elettorali che più o meno corrispondono al numero delle regioni, ma ci sono regioni così intensamente popolate come la lombardia, il lazio, la campania, il piemonte, che a loro interno hanno due o tre collegi elettorali.

ricordiamo che il numero dei deputati da eleggere oggi, dopo la riforma costituzionale del 2020 che ha modificato gli articoli 57-58-59 costituzione, non è di 630 deputati, è di soli 400 deputati; nel senato non sono più 315 ma sono stati abbassati a 200 senatori.

Questo sistema elettorale prevede sua collegi uninominali che plurinominali, e questa legge continua a portare avanti un cosiddetto sistema misto, cioè una parte dei deportati e dei senatori viene eletta con il sistema uninominale maggioritario (il 75% di essi vengono eletti con il sistema uninominale, il restante 25% con il sistema proporzionale. Per evitare che entrino in parlamento partiti minuscoli che hanno uno scarso seguito elettorale, e per evitare un eccessivo frazionamento è prevista una soglia di sbarramento. la soglia di sbarramento del 3% è previsto per le singole liste cioè i singoli partiti che potrebbero decidere di non coalizzarsi con altri, altrimenti nelle coalizioni è il 5%.

Quali sono gli aspetti negativi del rosatellum?

- il sistema prevede le liste bloccate. gli elettori quindi non possono esprimere preferenze per singoli candidati. è il problema grave dell’assenza delle preferenze.
- secondo aspetto negativo, divieto del voto disgiunto, cioè elettore non può votare una lista e contemporaneamente il candidato appartenente ad un’altra lista.
- la riduzione del numero dei parlamentari potrebbe far funzionare male il rosatellum.

Cosa sono i partiti?

i partiti giuridicamente sono associazioni non riconosciute alle quali può liberamente aderire un cittadino e che sono gruppi di persone unite da un’ideologia comune, da valori fondanti comuni, e dalla condivisione di una certa visione storica della società. la nostra costituzione si basa sul pluripartitismo, cioè sulla presenza di diversi partiti e sulla concorrenza libera di un partito rispetto ad un altro; in sostanza ciascun partito cerca di diventare più forte competendo con una libera competizione, con tutti gli altri partiti.

L’articolo 49 costituzione

tutti i cittadini hanno diritto ad associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.
se dei cittadini fondano un nuovo partito devono avere in mente dei valori da perseguire, degli obiettivi da realizzare insieme e degli strumenti per migliorare il dialogo con gli altri partiti che stanno in un’area ideologica affine.

Perché il partito viene definito associazione non riconosciuta?

i partiti per evitare il controllo sul loro regolamento statuario da parte dello stato, preferiscono non essere riconosciuti. infatti un’associazione riconosciuta deve subire il controllo sul proprio regolamento statuario.

i principali partiti in italia attualmente sono suddivisi secondo l’orientamento ideologico in:
1. partiti della sinistra o del centro sinistra
2. partiti del centro
3. partiti del centro destra
4. partiti della sinistra extraparlamentare

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le principali differenze tra lo Statuto Albertino e la Costituzione Repubblicana?
  2. Lo Statuto Albertino era una costituzione concessa e flessibile, con suffragio ristretto e uguaglianza formale, mentre la Costituzione Repubblicana è votata, rigida, basata su suffragio universale e riconosce sia l'uguaglianza formale che sostanziale.

  3. In che cosa consiste il principio democratico secondo l'articolo 1 della Costituzione Repubblicana?
  4. Il principio democratico si basa sulla sovranità popolare, dove il popolo elegge i propri rappresentanti attraverso elezioni libere, e la democrazia è sia diretta che indiretta.

  5. Cosa afferma l'articolo 2 della Costituzione Repubblicana riguardo ai diritti inviolabili?
  6. L'articolo 2 riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, che sono diritti naturali preesistenti allo stato, come il diritto alla vita e alla libertà di espressione.

  7. Qual è il principio di uguaglianza secondo l'articolo 3 della Costituzione?
  8. L'articolo 3 distingue tra uguaglianza formale, che garantisce uguale trattamento davanti alla legge, e uguaglianza sostanziale, che mira a rimuovere le barriere economiche e sociali per garantire pari opportunità.

  9. Quali sono gli aspetti negativi del sistema elettorale Rosatellum?
  10. Gli aspetti negativi del Rosatellum includono le liste bloccate, l'assenza di preferenze per i candidati, il divieto del voto disgiunto e la riduzione del numero dei parlamentari che potrebbe influire negativamente sul sistema.

Domande e risposte

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