Concetti Chiave
- Due modelli di stato liberale: anglosassone con pluralismo istituzionale e federalismo, e francese con unitarietà e sovranità dell'assemblea rappresentativa.
- Principi fondamentali dello stato liberale: eguaglianza, libertà negative e diritto alla separazione dei poteri.
- Lo stato liberale è uno stato di diritto, con limiti giuridici all'esercizio del potere per proteggere i cittadini.
- I diritti garantiti vietano l'intervento politico nella sfera privata, assicurando libertà civili e politiche.
- Le norme istituzionali devono essere seguite rigorosamente, con deroghe possibili solo in situazioni di stato di necessità.
Modelli di Stato liberale
È possibile individuare due modelli di stato liberale: il primo di derivazione anglosassone, che emerge dallo sviluppo della costituzione consuetudinaria inglese e dal contributo della rivoluzione americana, caratterizzato da pluralismo istituzionale e tendenza al federalismo, in cui il giudice può porsi anche come creatore del diritto; il secondo di derivazione francese, destinato a influenzare il costituzionalismo europeo continentale (e italiano), in cui domina il concetto di nazione unitaria, la sovranità è esercitata attraverso una assemblea rappresentativa e la legge può solo essere interpretata dai giudici.
Lo stato liberale si fondava su alcuni principi, considerati supremi e invalicabili:
- il principio di eguaglianza, affermatosi come reazione ai privilegi ereditari nobiliari;
- le libertà negative, cioè diritti civili posti a tutela dei cittadini dagli abusi del potere politico;
- libertà di pensiero, di domicilio, di espressione…), diritti politici (libertà di associazione, di manifestazione, di riunione…).
- principio della separazione dei poteri.
Una volta legalmente garantiti tali diritti comportano il divieto per il potere politico di intervento nella sfera privata.
Lo stato liberale è definito stato di diritto perché prevede limiti giuridici istituzionalizzati all’esercizio del potere, posti soprattutto a tutela dei governati.