Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • La sentenza C.i.g. tra Belgio e Canada riguarda una controversia sulla dichiarazione di fallimento di un’azienda con sede in Canada ma operante in Belgio.
  • La Corte internazionale di giustizia ha sottolineato la supremazia dello ius cogens rispetto ad altre fonti del diritto internazionale in questa decisione.
  • Il Belgio ha portato il caso alla C.i.g. sostenendo che il processo di fallimento fosse stato troppo rapido, sollevando questioni di protezione diplomatica.
  • La Corte ha distinto tra obblighi erga omnes, di interesse globale, e obblighi diplomatici tra stati, identificando tali obblighi come fondamentali per i diritti umani.
  • Sebbene non menzionato esplicitamente, la sentenza ha delineato chiaramente le caratteristiche degli obblighi erga omnes e la difficoltà di individuare i principi dello ius cogens.

Sentenza C.i.g. Belgio contro Canada

Tramite la suddetta sentenza, emessa al fine di dirimere una controversia tra Belgio e Canada relativa alla dichiarazione di fallimento di un’azienda la cui sede era situata in Canada ma la cui Attività economica aveva luogo in Belgio, la Corte internazionale di giustizia consolidò la primazia dello ius cogens sulle altre fonti del diritto internazionale.
In seguito alla dichiarazione di fallimento dell’azienda, gli uomini di affari del Belgio fecero pressione sul loro stato ritenendo che il processo che aveva dichiarato il fallimento della loro società fosse stato eccessivamente celere e poco opportuno.

Essi fecero pertanto pressione sullo stato belga sollecitandolo a promuovere un intervento diplomatico. Il Belgio decise allora di portare dinanzi alla C.i.g. lo stato spagnolo. La Spagna, chiamata in vizio di fronte alla C.i.g., contestò al Belgio il suo intervento asserendo che la protezione diplomatica che il Belgio a suo dire difendeva, riguardava un cittadino canadese, non belga. Distaccandosi dalla ratio decidendi, la C.i.g. operò una distinzione tra gli obblighi di uno stato verso la comunità internazionale nel suo insieme (erga omnes) e gli obblighi che sorgono in uno stato nei confronti di un altro stato sotto il profilo diplomatico. Il primo tipo di obblighi è di interesse di tutti gli stati a causa dell’importanza dei diritti che sono coinvolti. Ogni stato, pertanto, vanta un interesse giuridico della loro tutela. Tali obblighi, continua la corte, derivano dal divieto di atti di aggressione, di genocidio e da altri principi e regole che concernono i diritti fondamentali della persona umana, inclusa la tutela dalla schiavitù e dalla discriminazione razziale. Sebbene la Corte internazionale di giustizia non abbia citato l’espressione «ius cogens» nell’ambito di questa sentenza, essa ha definito le caratteristiche dei cosiddetti «obblighi erga omnes», in relazione ai quali ogni stato ha interesse giuridico a offrirne tutela. Un esempio di ius cogens è costituito dal divieto imposto dagli USA dell’uso della forza. Nell’ambito dell’individuazione dei principi dello ius cogens, la C.i.g. ha detto che i principi del diritto cogente risultano spesso difficili da individuare e, soprattutto, da accettare. «Fino ad ora», continua la Corte, è infatti estremamente ridotto l’elenco dei principi annoverati nell’ambito dello ius cogens.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stata la questione principale affrontata nella sentenza tra Belgio e Canada?
  2. La questione principale riguardava la dichiarazione di fallimento di un'azienda con sede in Canada ma operante in Belgio, e la Corte internazionale di giustizia ha consolidato la primazia dello ius cogens sulle altre fonti del diritto internazionale.

  3. Come ha risposto la Spagna all'intervento del Belgio presso la C.i.g.?
  4. La Spagna ha contestato l'intervento del Belgio, sostenendo che la protezione diplomatica riguardava un cittadino canadese e non belga.

  5. Cosa ha stabilito la Corte internazionale di giustizia riguardo agli obblighi erga omnes?
  6. La Corte ha stabilito che gli obblighi erga omnes sono di interesse di tutti gli stati a causa dell'importanza dei diritti coinvolti, e ogni stato ha un interesse giuridico nella loro tutela, derivanti da principi come il divieto di atti di aggressione e genocidio.

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