Concetti Chiave
- Il d.lgs. 150/2015 mira a migliorare l'organizzazione dei servizi per il lavoro più che l'aspetto normativo.
- L'esito del referendum del 2016 ha mantenuto le politiche attive del lavoro sotto la competenza concorrente Stato-Regioni.
- La mancata revisione costituzionale limita l'autonomia dell'ANPAL, costringendola a negoziare con le Regioni.
- La legge del Rio delega l'organizzazione delle politiche attive al Ministero del lavoro e alle regioni, con linee guida triennali.
- La rete dei servizi per il lavoro comprende ANPAL, strutture regionali, INPS, INAIL, agenzie private, e istituti educativi.
La riforma dei servizi per il lavoro
Il quadro istituzionale relativo ai servizi per il lavoro è stato recentemente innovato dal d.lgs. 150/2015, il quale si è proposto di incidere, più che sul piano normativo, su quello concreto-organizzativo. Sul piano pratico, l’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 ha stravolto gli intenti del suddetto d.lgs. La revisione costituzionale, infatti, avrebbe incluso, tra le materie attribuite alla competenza esclusiva dello Stato, quella delle “politiche attive del lavoro”, attualmente riservata alla competenza concorrente Stato-Regioni.
Ciò avrebbe dato all’ANPAL (agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro) un margine di intervento più ampio: a causa della mancata approvazione della revisione costituzionale, però, l’ANPAL si trova costretta a contrattare ogni passaggio importante con le Regioni, riunite in Conferenza permanente con lo Stato.La cosiddetta «legge del Rio (56/2014)» demanda l’organizzazione delle politiche attive del lavoro al Ministero del lavoro, alle regioni e alle province autonome di Trento e Bolzano (art. 1.1).
In particolare, ill ministero del lavoro ha il compito di definire le linee guida delle politiche attive con cadenza triennale, adottandole previa intesa in sede di Conferenza permanente tra Stato, Regioni e Province autonome (art. 2). La rete dei servizi per il lavoro comprende diversi soggetti, tra i quali:
- l’ANPAL (agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro, che coordina i soggetti operanti nella suddetta rete;
- le strutture regionali per le politiche attive del lavoro;
- l’INPS, per ciò che riguarda gli incentivi e gli strumenti di sostegno al reddito;
-) l’INAIL, in materia di reinserimento e di integrazione lavorativa delle persone con disabilità da lavoro;
- le agenzie private per il lavoro accreditate e gli altri soggetti autorizzati all’esercizio di attività di intermediazione;
- l’ISFOL (ente di supporto del Ministero del lavoro), ribattezzato INAPP (Istituto per l’Analisi delle Politiche Pubbliche) dal d.lgs. 185/2016;
- il sistema delle Camere di Commercio, le Università e gli istituti di scuola secondaria di secondo grado.
Domande da interrogazione
- Qual è stato l'impatto del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 sulla riforma dei servizi per il lavoro?
- Quali sono i principali soggetti coinvolti nella rete dei servizi per il lavoro?
- Qual è il ruolo del Ministero del lavoro nelle politiche attive del lavoro?
L'esito del referendum ha impedito l'attribuzione delle "politiche attive del lavoro" alla competenza esclusiva dello Stato, costringendo l'ANPAL a negoziare con le Regioni per ogni passaggio importante.
La rete comprende l'ANPAL, le strutture regionali, l'INPS, l'INAIL, le agenzie private accreditate, l'INAPP, e il sistema delle Camere di Commercio, Università e istituti scolastici.
Il Ministero del lavoro definisce le linee guida delle politiche attive con cadenza triennale, previa intesa con la Conferenza permanente tra Stato, Regioni e Province autonome.