darksoul98
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Concetti Chiave

  • La disoccupazione è influenzata da tendenze demografiche ed economiche, colpendo maggiormente giovani, donne e immigrati.
  • Negli anni ottanta, il baby-boom degli anni '50 e '60 ha contribuito alla disoccupazione giovanile elevata, che si attesta al 33% per i giovani tra 14 e 29 anni.
  • Il calo della natalità e l'invecchiamento della popolazione generano pressioni economiche, aumentando il carico sulle prestazioni per gli anziani.
  • La riforma pensionistica del 1995 in Italia ha introdotto un sistema contributivo flessibile, incentivando il ritiro dal lavoro in età avanzata.
  • La transizione verso il nuovo sistema pensionistico mira a uniformare le categorie lavorative, eliminando distinzioni tra dipendenti privati e pubblici.

Le tendenze demografiche

Indice

  1. Impatto delle tendenze demografiche
  2. Disoccupazione giovanile e baby-boom
  3. Invecchiamento della popolazione e pensioni

Impatto delle tendenze demografiche

La disoccupazione è un fenomeno negativo per tutta la società, anche se colpisce di più alcuni strati della popolazione (giovani, donne, immigrati). Secondo alcuni, essa dipende soprattutto dalle tendenze demografiche di un paese e dai riflessi che queste hanno sulla struttura per età della popolazione e quindi sull'offerta di forza-lavoro. Secondo altri è causata soprattutto da fattori economici. In particolare, il rallentamento della crescita economica associato al progresso tecnologico determinerebbe un numero di posti di lavoro (domanda) inferiore alla consistenza della popolazione attiva (offerta).

Disoccupazione giovanile e baby-boom

È possibile allora attribuire, almeno in parte, la disoccupazione giovanile degli anni ottanta al baby-boom che si è verificato tra il 1955 e il 1965. Ancora oggi il tasso di disoccupazione giovanile (età compresa fra i 14 e i 29 anni) è di circa il 33% contro il 5% di quella che investe la popolazione oltre i trent'anni. I pochi bambini che nascono attualmente dovrebbero da adulti, ossia tra il 2005 e il 2020, avere meno problemi: l'indice di fecondità è o 1k:i in Italia il più basso fra tutti i paesi del mondo.

Invecchiamento della popolazione e pensioni

Oltre al calo della popolazione, si verifica anche il suo progressivo invecchiamento dovuto all'aumento della durata media della vita. Il costo di tutte le prestazioni (pensioni, assistenza sanitaria ecc.) relative alla popolazione anziana andrà quindi a gravare su una quota sempre più ristretta di popolazione attiva. Si profila il pericolo di uno scontro generazionale: da un lato i cittadini produttori di reddito, dall'altro gli anziani in pensione. Uno degli aspetti determinanti riguarda l'età pensionabile, ossia il momento in cui il lavoratore acquisisce il diritto a percepire la pensione di vecchiaia. In Italia l'età pensionabile era nel 1935 fissata a 65 anni. In seguito fu abbassata a 60 anni per gli uomini e a 55 per le donne. Ciò riguardava tutti i lavoratori dipendenti del settore privato, mentre per quelli del pubblico impiego erano previsti pensionamenti fortemente anticipati. Con la riforma approvata nel 1995 (legge n. 335 del 1995), la misura delle pensioni viene determinata in base alla quantità dei contributi versati da ogni singolo lavoratore nell'intera vita lavorativa, rivalutati e indicizzati annualmente (sistema contributivo). L'età pensionabile è flessibile (da 57 a 65 anni) senza distinzione tra uomini e donne, con un sistema che premia chi si ritira dal lavoro più tardi. È previsto un periodo di transizione verso il nuovo sistema, che porterà all'equiparazione di tutte le categorie di lavoratori e lavoratrici (dipendenti, autonomi, pubblici e privati).

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le cause principali della disoccupazione secondo il testo?
  2. Secondo il testo, la disoccupazione è attribuita sia alle tendenze demografiche, che influenzano la struttura per età della popolazione e l'offerta di forza-lavoro, sia a fattori economici, come il rallentamento della crescita economica associato al progresso tecnologico.

  3. Come ha influenzato il baby-boom la disoccupazione giovanile negli anni ottanta?
  4. Il baby-boom tra il 1955 e il 1965 ha contribuito alla disoccupazione giovanile degli anni ottanta, poiché ha aumentato il numero di giovani in cerca di lavoro rispetto ai posti disponibili.

  5. Quali sono le conseguenze dell'invecchiamento della popolazione sulla società?
  6. L'invecchiamento della popolazione comporta un aumento dei costi per le prestazioni relative agli anziani, come pensioni e assistenza sanitaria, che graveranno su una quota sempre più ristretta di popolazione attiva, creando potenzialmente uno scontro generazionale.

  7. Quali cambiamenti ha introdotto la riforma delle pensioni del 1995 in Italia?
  8. La riforma del 1995 ha introdotto un sistema contributivo per determinare le pensioni, ha reso flessibile l'età pensionabile (da 57 a 65 anni) senza distinzione tra uomini e donne, e ha previsto un periodo di transizione per equiparare tutte le categorie di lavoratori.

Domande e risposte

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