Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • La riforma del 2012 ha introdotto un sistema di finanziamento misto per i partiti politici, con un tetto massimo annuo di 91 milioni di euro, suddivisi tra rimborsi elettorali e cofinanziamento basato sull'autofinanziamento dei partiti.
  • Scandali significativi, come quelli legati a Lusi e Belsito, hanno messo in evidenza la mancanza di controlli efficaci sui finanziamenti, portando a condanne penali e per danno erariale.
  • Le polemiche sui costi della politica hanno portato a un primo modesto taglio dei rimborsi elettorali, reso sostanziale solo dopo gli scandali con la legge 96/2012, che ha dimezzato tali rimborsi.
  • Nel 2013, il governo Letta ha proposto l'abolizione del finanziamento pubblico diretto, promuovendo trasparenza e l'importanza delle contribuzioni volontarie dei cittadini.
  • Il decreto legge 149/2013, successivamente convertito in legge nel febbraio 2014, ha segnato il passaggio a un sistema di finanziamento dei partiti basato sulle libere scelte dei contribuenti, in risposta alla crisi economica e alle richieste dell'elettorato.

Indice

  1. Riforma del finanziamento politico
  2. Scandali e conseguenze
  3. Abolizione del finanziamento pubblico

Riforma del finanziamento politico

La riforma legislativa del 2012 istituì un sistema di finanziamento in parte nuovo, prevedendo un importo massimo annuo di 91 milioni per il 70% come rimborso delle spese elettorali e «contributo per l’attività politica» (si superava così l’ipocrisia di chiamare rimborso ciò che non lo era affatto), per il 30% «a titolo di cofinanziamento», cioè contributi commisurati alla capacità dei partiti di autofinanziarsi (50 centesimi per ogni euro ricevuto tramite quote associative ed erogazioni liberali).

Scandali e conseguenze

Nessun controllo impedì l’esplodere di clamorosi scandali, come quelli del 2012: lo scandalo Lusi, dal nome del tesoriere del partito della Margherita (partito disciolto e confluito nel Pd), per il quale il Senato autorizzò l’arresto, poi condannato per aver distratto decine di milioni di rimborsi elettorali (sia in sede penale sia per danno erariale: v. Corte dei conti, sez. giur. Lazio, sent. n. 914/2013); e lo scandalo Belsito, dal nome del tesoriere della Lega nord, condannato per appropriazione indebita e truffa ai danni dello Stato insieme all’allora segretario del partito Umberto Bossi. Quello dei rimborsi elettorali, d’altra parte, era uno dei capitoli della polemica sui «costi della politica» condotta ormai da diversi anni (dalla pubblicazione nel 2007 di un famoso libro-denuncia contro la «casta»). Ciò aveva portato a un primo taglio dei rimborsi, ma molto modesto e in gran parte rinviato alle future elezioni. Solo dopo gli scandali, con la l. 96/2012, fu decisa una sostanziosa riduzione, fino alla metà e fin da subito.

Abolizione del finanziamento pubblico

Nella successiva legislatura fu il governo Letta a compiere il passo ulteriore, con la presentazione nel giugno 2013 di un disegno di legge per l’«abolizione del finanziamento pubblico diretto», la «trasparenza e democraticità dei partiti» e la «disciplina della contribuzione volontaria e indiretta in loro favore». Il testo approvato quattro mesi dopo dalla Camera venne trasformato nel decreto legge 149/2013, rinvenendone i presupposti di necessità e urgenza, come diceva il preambolo, nella «grave situazione economica del paese», nella «volontà espressa dal corpo elettorale nelle consultazioni in materia», nonché nella «ineludibile esigenza di assicurare il passaggio a un sistema fondato sulle libere scelte dei contribuenti, che attribuisca ai cittadini un ruolo centrale sul finanziamento dei partiti». Il decreto diventò legge nel febbraio 2014.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le principali modifiche introdotte dalla riforma legislativa del 2012 sui finanziamenti dei partiti politici?
  2. La riforma del 2012 introdusse un sistema di finanziamento misto, con un massimo annuo di 91 milioni di euro, suddiviso in rimborso delle spese elettorali e contributi per l'attività politica, e cofinanziamento basato sull'autofinanziamento dei partiti.

  3. Quali scandali emersero nel 2012 riguardo ai finanziamenti dei partiti politici?
  4. Nel 2012 emersero lo scandalo Lusi, legato al tesoriere del partito della Margherita, e lo scandalo Belsito, riguardante il tesoriere della Lega Nord, entrambi coinvolti in appropriazione indebita e truffa.

  5. Quali furono le azioni intraprese dal governo Letta in merito al finanziamento dei partiti?
  6. Il governo Letta presentò un disegno di legge per l'abolizione del finanziamento pubblico diretto, promuovendo la trasparenza e la contribuzione volontaria, trasformato poi nel decreto legge 149/2013 e divenuto legge nel febbraio 2014.

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