Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • Dal 2012, i contribuenti possono destinare il 2 per mille dell'Irpef a un partito politico specifico, incrementando la partecipazione rispetto alla legge del 1997.
  • Nel 2017, 1.228.311 contribuenti hanno scelto di destinare il 2 per mille ai partiti, con il Pd che ha ricevuto la maggior parte dei fondi, mentre il Movimento 5 Stelle ha rinunciato al beneficio.
  • La riforma del 2013-14 ha introdotto limiti ai finanziamenti privati e obblighi di trasparenza per partiti e fondazioni collegate, cambiando il finanziamento politico.
  • I partiti sono ora soggetti all'Imu per i loro immobili e possono utilizzare raccolte fondi tramite Sms, regolamentate da un codice tra gestori telefonici.
  • I partiti possono accedere a strumenti di ammortizzatori sociali, come la cassa integrazione, similmente alle aziende in crisi, segnando un cambio nei finanziamenti pubblici.

Disciplina legislativa della contribuzione dei partiti politici

A seguito della riforma legislativa del 2012, ciascun contribuente ha potuto esprimere la propria scelta per la destinazione del 2 per mille dell’Irpef indicando, a differenza della legge del 1997, uno specifico partito. Dopo i magri risultati del primo anno, anche per le iniziali difficoltà applicative, il numero di coloro che si avvalgono di questo strumento si è attestato intorno al milione: nelle dichiarazioni dei redditi 2017 le scelte sono state 1.228.311, corrispondenti al 3% dei contribuenti (molto pochi rispetto a quelli che scelgono di destinare il 5 per mille a favore degli enti non profit, che sono più di 14 milioni); l’importo erogato è stato 15.315.289 euro; il Pd, scelto da oltre 600 mila contribuenti, ha ricevuto 8 milioni di euro, da solo quasi la metà di quanto spettato a tutti gli altri ventisei partiti (a seguire la Lega con 1,9 milioni, Forza Italia con 850 mila, Fratelli d’Italia con 800 mila, ecc.).

Fra questi non c’è il Movimento 5 stelle, che ha rinunciato a tale beneficio, così come aveva già rinunciato ai rimborsi elettorali. I requisiti di democraticità stabiliti dal d.l. 149/2013 non si applicano pertanto al M5s, ma anch’esso è tenuto a rispettare gli obblighi di trasparenza finanziaria previsti dalla vigente disciplina.

Progressiva abolizione dei contributi diretti a parte, la riforma del 2013-14 si caratterizza anche per altri aspetti: l’introduzione di un limite ai finanziamenti privati di valore annuo non superiore a 100 mila euro (mentre la soglia al di sopra della quale deve essere reso pubblico l’elenco dei soggetti che erogano i finanziamenti è fissata a 5 mila euro, previo il consenso del finanziatore); la previsione di obblighi di trasparenza anche per le fondazioni collegate a partiti, movimenti, singoli eletti (per la prima volta considerate da una norma di legge); l’assoggettamento all’imposta Imu degli immobili dei partiti (prima erano esenti come gli immobili degli enti non commerciali utilizzati per attività assistenziali, religiose, culturali o sportive); la raccolta fondi per campagne politiche tramite Sms disciplinata da un codice di autoregolamentazione fra i gestori telefonici (come le raccolte fondi a scopi benefici); l’estensione ai partiti della normativa in materia di ammortizzatori sociali (cassa integrazione straordinaria e contratti di solidarietà come per le aziende in crisi). Proprio quest’ultima disposizione illustra bene la situazione dei partiti di fronte al passaggio cruciale che hanno dovuto affrontare, dopo aver vissuto per decenni grazie ai soldi pubblici.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stata la principale modifica introdotta dalla riforma legislativa del 2012 riguardo alla contribuzione ai partiti politici?
  2. La riforma del 2012 ha permesso ai contribuenti di destinare il 2 per mille dell'Irpef a un partito specifico, diversamente dalla legge del 1997.

  3. Quali sono stati i risultati della destinazione del 2 per mille nelle dichiarazioni dei redditi del 2017?
  4. Nel 2017, 1.228.311 contribuenti hanno scelto di destinare il 2 per mille, con un importo totale di 15.315.289 euro, di cui 8 milioni sono andati al Pd.

  5. Quali sono alcune delle misure introdotte dalla riforma del 2013-14?
  6. La riforma ha introdotto limiti ai finanziamenti privati, obblighi di trasparenza per le fondazioni collegate ai partiti, e l'assoggettamento all'Imu degli immobili dei partiti.

  7. Come si è adattato il Movimento 5 Stelle alle nuove normative sulla contribuzione ai partiti?
  8. Il Movimento 5 Stelle ha rinunciato al beneficio del 2 per mille e ai rimborsi elettorali, ma deve rispettare gli obblighi di trasparenza finanziaria.

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