Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • Nel dopoguerra, gli stati europei, eccetto la Francia, hanno riconosciuto progressivamente i diritti collettivi.
  • Il modello italiano tutela le minoranze linguistiche con leggi speciali, promuovendo l'uguaglianza formale e sostanziale.
  • Belgio e Svizzera adottano un modello diverso, riconoscendo più lingue ufficiali e non minoranze linguistiche.
  • In Svizzera, l'italiano, il francese e il tedesco sono lingue ufficiali; tutti i documenti devono essere tradotti in queste lingue.
  • La tutela linguistica in Belgio e Svizzera è forte a livello amministrativo, ma presenta debolezze locali, come nei cantoni svizzeri tedeschi.

Accettazione dei diritti collettivi

Durante il secondo dopoguerra, negli stati europei (a eccezione della Francia) si assistette alla progressiva accettazione dei diritti collettivi. Nel corso della seconda metà del XX secolo, gli stati europei mostrarono un interesse per le minoranze linguistiche fino ad allora mai manifestato. A tal proposito si possono distinguere due diversi modelli:

- il modello di tipo italiano, il più diffuso in Europa. L’articolo 6 della costituzione Italiana tutela le minoranze linguistiche attraverso la deroga delle leggi ordinarie a favore di leggi speciali appositamente pubblicate. In particolare, la costituzione contiene il divieto di discriminare i cittadini sulla base della minoranza linguistica cui essi appartengono (principio di uguaglianza in senso formale), ammettendo altresì la possibilità di attuare trattamenti differenziati, di tutela e preservazione, rivolti ai membri delle minoranze linguistiche (principio di uguaglianza in senso sostanziale);

- il modello tipico di Belgio e Svizzera, diverso da quello italiano per la logica fondamentale alla base dello stesso. Dal punto di vista costituzionale, i suddetti paesi non riconoscono le minoranze linguistiche, bensì più lingue ufficiali. In Svizzera, ad esempio, l’italiano non è considerato come lingua parlata da una minoranza linguistica, bensì come una delle tre lingue ufficiali (insieme al tedesco e al francese) della confederazione elvetica. Rispetto a quanto accade in Italia, in Belgio e in Svizzera la tutela linguistica è particolarmente forte in ambito amministrativo e burocratico (tutti i documenti ufficiali, ad esempio, devono essere obbligatoriamente tradotti nelle tre lingue ufficiali). Dal punto di vista locale, però, tale tutela presenta numerose debolezze: nei cantoni svizzeri di matrice tedesca, ad esempio, l’unica lingua ufficiale è il tedesco (principio della prevalenza della territorialità linguistica). Ogni cantone ha dunque la facoltà di regolamentare il proprio regime linguistico: la dimensione collettiva della tutela linguistica, dunque, prevale sulle esigenze e inclinazioni del singolo.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i due modelli principali di riconoscimento dei diritti linguistici collettivi negli stati europei?
  2. I due modelli principali sono il modello italiano, che tutela le minoranze linguistiche attraverso leggi speciali, e il modello di Belgio e Svizzera, che riconosce più lingue ufficiali senza considerare le minoranze linguistiche.

  3. Come viene tutelata la lingua italiana in Svizzera?
  4. In Svizzera, l'italiano è considerato una delle tre lingue ufficiali della confederazione, e tutti i documenti ufficiali devono essere tradotti nelle lingue ufficiali, garantendo una forte tutela linguistica in ambito amministrativo e burocratico.

  5. Qual è la differenza principale tra il modello italiano e quello di Belgio e Svizzera?
  6. La differenza principale è che il modello italiano si basa sulla tutela delle minoranze linguistiche attraverso leggi speciali, mentre il modello di Belgio e Svizzera riconosce più lingue ufficiali, con una forte tutela amministrativa ma debolezze a livello locale.

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