Concetti Chiave
- Le Corti internazionali non hanno un dialogo formale, ma mostrano orientamenti giurisprudenziali simili su temi comuni come la tutela ambientale.
- A livello nazionale, la comparazione giuridica è fondamentale per l'interpretazione nelle Corti costituzionali, più che nel processo legislativo.
- Le costituzioni nazionali spesso riconoscono l'importanza delle norme internazionali sui diritti e le libertà, come l'articolo 10 della Costituzione spagnola.
- I giudici usano il diritto straniero per colmare lacune interpretative, come visto nel caso Englaro della Corte di Cassazione italiana.
- L'uso della comparazione varia tra ordinamenti: nei Paesi di Civil Law è cognitivo, mentre nei sistemi di Common Law i precedenti stranieri sono fonti interpretative.
Indice
Dialogo tra le corti statali
A differenza di quanto avviene all’interno degli organi giuridici dell’Unione europea, fra le Corti statali non esiste un dialogo volto a uno scambio di valutazioni reciproche; spesso, però, è possibile ravvisare una vicinanza e talvolta un’omogeneità di orientamenti giurisprudenziali su alcuni temi comuni (ad esempio la tutela ambientale).
Ruolo della comparazione nelle corti
A livello nazionale, mentre nell’iter legislativo la comparazione ha un ruolo meramente ricognitivo; presso le Corti costituzionali essa può divenire l’elemento costitutivo dell’interpretazione da parte del giudice.
Le stesse costituzioni fanno spesso riferimento alla rilevanza delle norme internazionali in tema di diritti e libertà. L’articolo 10 della Costituzione spagnola del 1978, ad esempio, subordina l’applicazione delle norme interne in materia di diritti fondamentali alla loro conformità alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
Uso del diritto straniero
Talvolta, inoltre, i giudici si servono del diritto straniero e della comparazione per colmare una lacuna in sede interpretativa: nell’ambito del cosiddetto «caso Englaro», ad esempio, la Corte di Cassazione italiana ha potuto colmare, proprio grazie alla comparazione, un vuoto normativo nell’ordinamento giuridico che nulla disponeva riguardo al fine vita. Persino la Corte costituzionale fa frequente riferimento al diritto straniero per valorizzare le proprie decisioni: nella sentenza 13/2012, ad esempio, la Corte ha dichiarato illegittima la riviviscenza di norme abrogate tramite referendum, evidenziando che il ripristino di norme a seguito di referendum abrogativo non è ammesso nemmeno in altri ordinamenti, come Gran Bretagna, USA, Francia e Spagna.
Variazioni nell'uso della comparazione
In generale, l’uso che le Corti costituzionali possono fare della comparazione varia da ordinamento a ordinamento: mentre nei Paesi di Civil Law essa ha un valore meramente cognitivo e, pertanto, può essere utilizzata dal giudice costituzionale solo nella fase preparatoria della sentenza, negli stati di Common law i precedenti giudiziari di diritto straniero si configurano come vere e proprie fonti utilizzabili per interpretare le norme interne all’ordinamento.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo della comparazione nelle Corti costituzionali?
- Come viene utilizzato il diritto straniero dai giudici?
- In che modo varia l'uso della comparazione tra i diversi ordinamenti giuridici?
Nelle Corti costituzionali, la comparazione può diventare un elemento costitutivo dell'interpretazione da parte del giudice, influenzando l'applicazione delle norme interne in conformità con le norme internazionali sui diritti e le libertà.
I giudici utilizzano il diritto straniero e la comparazione per colmare lacune interpretative, come nel caso Englaro in Italia, dove la Corte di Cassazione ha usato la comparazione per affrontare un vuoto normativo sul fine vita.
Nei Paesi di Civil Law, la comparazione ha un valore cognitivo e viene usata nella fase preparatoria delle sentenze, mentre negli stati di Common Law i precedenti stranieri possono essere fonti per interpretare le norme interne.