Concetti Chiave
- La nascita dello stato liberale in Italia ha portato all'affermazione del principio della divisione dei poteri, riconoscimento dei diritti umani e uguaglianza, e rappresentanza politica.
- La democrazia in Italia si distingue per la democrazia indiretta o rappresentativa, con il diritto di voto acquisito universalmente nel 1946, caratterizzato da personalità, uguaglianza, libertà, segretezza e dovere civico.
- I referendum in Italia, tra cui abrogativo, costituzionale, regionale, di fusione e consultivo, rappresentano strumenti chiave per la partecipazione diretta dei cittadini alle decisioni legislative e costituzionali.
- Le leggi fascistissime del 1926 consolidarono il potere di Mussolini, sciogliendo i partiti politici, imponendo la censura sulla stampa e introducendo misure repressive contro gli oppositori, centralizzando il controllo politico e sindacale.
- Il sistema politico italiano è caratterizzato da una struttura complessa di referendum che permette modifiche legislative e costituzionali su richiesta dei cittadini o delle autorità locali.
Principi e Riforme costituzionali in Italia
Con la nascita dello stato liberale o stato di diritto si affermano:Il principio della divisione dei poteri e quindi la pluralità degli organi costituzionali.
Il riconoscimento dei diritti umani
Il principio dell’uguaglianza
Il principio della rappresentanza politica.
Altri aspetti
Nello stato democratico distinguiamo: 1) Democrazia indiretta o rappresentativa: i cittadini partecipano col voto, alla vita politica, eleggendo i rappresentanti al Parlamento; diritto riconosciuto a tutti tranne ad esempio ai condannati a determinate pene.In Italia la conquista del diritto al voto è avvenuto nel 1946 con la proclamazione della Repubblica che prima dell’Unità d’Italia era riservato solo a chi non era analfabeta e in regola con le tasse, poi Giovanni Giolitti nel 1912 estese il diritto a tutti i maschi da 30 anni in su, fino al 2 giugno 1946 dove anche le donne votatono ( suffragio universale).
Il diritto di voto è:
- è personale: non sono ammesse deleghe.
- è uguale: ogni elettore ha diritto di esprimere il proprio voto
- è libero e segreto: il cittadino è libero di scegliere a chi dare il suo voto ma è segreto per garantire questo suo diritto senza condizionamento.
- è un dovere civico: anche se non è obbligatorio, votare significa un soggetto attivo e partecipe alla vita politica.
a) Referendum abrogativo (articolo 75 della costituzione): consente di cancellare in
tutto o in parte una legge in vigore ed è un percorso molto complesso. Le leggi tributarie e di bilancio, le leggi di amnistia e di indulto e leggi per trattati internazionali non sono soggette a referendum.
b) Referendum costituzionale o confermativo: prevede l’abrogazione di una norma
costituzionale.
c) Referendum confermativo regionale per l’approvazione dello statuto regionale: qualora,
entro tre mesi dalla pubblicazione di un nuovo statuto, ne faccia richiesta 1/50 degli elettori della Regione o un 1/5 dei componenti il Consiglio regionale.
d) Referendum per fusione o creazione di nuove Regioni: quando ne facciano richiesta
almeno 1/3 dei consigli comunali interessati e la proposta sia approvata dalla maggioranza delle popolazioni stesse. Si può, inoltre, consentire a Provincie e Comuni richiedenti, che siano staccati da una Regione ed aggregati ad un’altra mediante referendum, con l’approvazione della maggioranza delle popolazioni della Provincia interessata o dei Comuni interessati.
e) referendum consultivo: i governanti locali, come i sindaci, possono chiedere ai cittadini di esprimersi su una determinata questione di particolare comune.
Nel 1926 furono approvate le «legge fascistissime», che ampliarono i poteri del governo di Mussolini stabilendo che:
- il Partito Nazionale Fascista era l’unico legale sciogliendo ogni altra organizzazione politica
- da capo del governo Mussolini doveva rispondere solo al re, non più al Parlamento
- Fu creato il Gran Consiglio del Fascismo, massimo organo costituzionale, presieduto da Mussolini.
- Gli unici sindacati riconosciuti erano quelli fascisti, con scioperi e serrate proibiti.
- La stampa fu sottoposta a censura.
- Vennero introdotte misure repressive contro gli oppositori del regime.
Domande da interrogazione
- Quali sono i principi fondamentali dello stato liberale in Italia?
- Come si è evoluto il diritto di voto in Italia?
- Quali tipi di referendum sono previsti dalla costituzione italiana?
- Quali furono le conseguenze delle "leggi fascistissime" del 1926?
I principi fondamentali dello stato liberale in Italia includono la divisione dei poteri, il riconoscimento dei diritti umani, il principio dell'uguaglianza e il principio della rappresentanza politica.
In Italia, il diritto di voto è stato conquistato nel 1946 con la proclamazione della Repubblica. In precedenza, era riservato a chi non era analfabeta e in regola con le tasse. Nel 1912, Giovanni Giolitti estese il diritto a tutti i maschi dai 30 anni in su, e il 2 giugno 1946 anche le donne poterono votare, segnando l'inizio del suffragio universale.
La costituzione italiana prevede diversi tipi di referendum: abrogativo, costituzionale o confermativo, confermativo regionale per l'approvazione dello statuto regionale, per fusione o creazione di nuove Regioni, e consultivo.
Le "leggi fascistissime" del 1926 ampliarono i poteri del governo di Mussolini, stabilendo il Partito Nazionale Fascista come unico legale, sciogliendo altre organizzazioni politiche, e imponendo la censura sulla stampa. Inoltre, Mussolini rispondeva solo al re, fu creato il Gran Consiglio del Fascismo, e furono introdotte misure repressive contro gli oppositori del regime.