Concetti Chiave
- Il contratto di lavoro intermittente permette al datore di lavoro di utilizzare il lavoratore in modo discontinuo, offrendo massima flessibilità temporale.
- Può essere stipulato a tempo determinato o indeterminato, ma non garantisce un minimo di ore lavorative come nel part-time.
- Il contratto è autorizzato solo per specifiche attività e non può superare i 400 giorni di lavoro effettivo in tre anni con lo stesso datore.
- Non può essere utilizzato per sostituire lavoratori in sciopero o in aziende con recenti licenziamenti collettivi per le stesse mansioni.
- In caso di violazione delle condizioni di stipula, il contratto viene trasformato in un contratto di lavoro subordinato ordinario.
Presupposti e contenuti del contratto di lavoro intermittente
Il d.lgs. 81/2015 definisce contratto di lavoro intermittente (o Job on call) quel contratto mediante il quale il lavoratore si pone a disposizione di un datore di lavoro che ne può utilizzare la prestazione in modo discontinuo o intermittente.
Tale contratto può essere stipulato a tempo determinato o indeterminato e assicura al datore una flessibilità temporale così elevata da far dubitare della sua appartenenza alla categoria della subordinazione.
Il lavoro intermittente comporta un impiego del lavoratore simile a quello di un part-time, con la differenza che nel job on call non ne è garantita un’utilizzazione oraria, se pur minima: il lavoratore può soltanto sperare di essere chiamato dal datore, permanendo altrimenti in uno stand-by che può anche protrarsi all’infinito.
Il contratto di lavoro intermittente può essere stipulato soltanto in presenza di determinati presupposti: in primo luogo, i contratti collettivi individuano le esigenze produttive e organizzative che possono giustificare il ricorso all'istituto.
Inoltre, la stipulazione del contratto non è consentita per sostituire lavoratori in sciopero e, in generale, Nelle unità produttive in cui si è fatto ricorso, nei sei mesi precedenti, a licenziamenti collettivi che hanno riguardato lavoratori adibiti alle stesse mansioni cui si riferisce il job ho un call. La stipulazione è preclusa anche ai datori che non hanno effettuato la periodica valutazione dei rischi prescritta dalla normativa sulla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.
Se il contratto di lavoro intermittente è stipulato in mancanza dei presupposti che lo giustificano o in violazione dei divieti previsti, si trasforma in ordinario contratto di lavoro subordinato.
Domande da interrogazione
- Qual è la definizione di contratto di lavoro intermittente secondo il d.lgs. 81/2015?
- Quali sono i limiti temporali per l'utilizzo del contratto di lavoro intermittente?
- In quali circostanze è vietata la stipulazione del contratto di lavoro intermittente?
Il contratto di lavoro intermittente è un accordo in cui il lavoratore si rende disponibile per un datore di lavoro che può utilizzare la sua prestazione in modo discontinuo o intermittente.
Il contratto è ammesso per un periodo non superiore a 400 giorni di effettivo lavoro nell'arco di tre anni solari con lo stesso datore, altrimenti si trasforma in un contratto a tempo pieno e indeterminato.
È vietata per sostituire lavoratori in sciopero, in unità produttive con licenziamenti collettivi nei sei mesi precedenti, e per datori che non hanno effettuato la valutazione dei rischi sulla salute e sicurezza dei lavoratori.